Irlanda: sì dei vescovi a emendamento costituzionale per la tutela dell’infanzia
Il prossimo 10 novembre i cittadini irlandesi saranno chiamati a votare con un referendum un importante emendamento costituzionale sull’infanzia destinato a dare un più solido riconoscimento ai diritti dei bambini in virtù della Costituzione e ad affermare l'obbligo dello Stato, per quanto possibile, di proteggere tali diritti. In pratica, il provvedimento assicurerà che tutti i bambini vengano trattati allo stesso modo, sia che provengano da genitori sposati che da coppie di fatto; che i giudici possano prendere decisioni per garantire il superiore interesse del bambino che avrebbe un vero e proprio diritto individuale sancito nella Costituzione; che le adozioni vengano snellite e diventino più veloci e aperte anche all’affidamento a parenti; che venga scelto un indicatore di benessere da applicare nel Paese per quel che riguarda l’attenzione nei confronti dei più piccoli. La proposta ha l’appoggio praticamente di tutti i partiti (Fine Gael, Labour, Fianna Fail e Sinn Fein) e di molte organizzazioni della società civile. Tra i suoi sostenitori anche la Conferenza episcopale, che in una nota diffusa ieri precisa la posizione della Chiesa irlandese sul referendum. Secondo i vescovi, l’inserimento nella Costituzione di norme a favore dell’infanzia servirà a tutelare meglio i diritti dei bambini, sopperendo alle carenze legislative rilevate sin dagli anni 70.
Pur condividendo le perplessità espresse da alcuni circa il rischio di una eccessiva ingerenza dello Stato nella famiglia, i presuli affermano di approvare l’impianto complessivo del 31° emendamento. L’attenta formulazione del testo, osservano, indica “un approccio ragionevole ed equilibrato” che “non dovrebbe minare l’attuale equilibrio tra i diritti costituzionali dei genitori e quelli dei bambini, o tra le prerogative dei genitori e quelle dello Stato”. Qualora ciò dovesse accadere - aggiungono – ci sarà sempre tempo per porre rimedio con correttivi. Di qui, in conclusione, l’invito rivolto agli elettori irlandesi a votare il testo dopo un’attenta valutazione nell’interesse del bene comune.
(A cura di Lisa Zengarini)
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