martedì 13 novembre 2012

In cerca della prima santa americana. Il pellegrinaggio della Provincia italiana come apertura dell'Anno della fede (Galeotti)

Il pellegrinaggio della Provincia italiana come apertura dell'Anno della fede

In cerca della prima santa americana


All'inizio del 2012, le responsabili della Provincia Italiana dell'ordine cabriniano, nel corso di una riunione con il gruppo dei collaboratori laici che avevano frequentato con interesse la Scuola di Formazione del 2011, presentò un progetto molto interessante: iniziare l'Anno della Fede con un pellegrinaggio al santuario di santa Francesca Cabrini a Chicago. La proposta passò e il pellegrinaggio venne organizzato.

L'intento, riuscitissimo, era anche quello di rafforzare lo spirito di appartenenza al carisma cabriniano visitando e, in qualche modo, “vivendo” il luogo dove madre Cabrini concluse la sua laboriosa vita missionaria. «Quando ho saputo di poter partecipare a questo pellegrinaggio -- ha detto Laura Capelli, una delle pellegrine italiane -- mi sono detta: voglio capire cosa ha spinto questa donna lodigiana ad attraversare più e più volte l'oceano e a spendere la propria vita per gli altri, voglio capire qualcosa di più dei suoi insegnamenti al di là delle date, dei numeri e dei luoghi, voglio capire cosa ha spinto in passato e cosa spinge ancora oggi delle giovani ragazze a seguirla, voglio imparare anche io ad affidarmi al Sacro Cuore di Gesù».
Al pellegrinaggio, svoltosi dal 26 settembre al 2 ottobre 2012, hanno partecipato 34 persone, di cui 6 religiose e 28 laici, provenienti da Codogno, Rancate, Roma e Milano. A questo gruppo si sono aggiunti altri dieci laici cabriniani, provenienti da Sant'Angelo Lodigiano, luogo di nascita di santa Francesca Cabrini. Esso si è articolato in due tappe: New York e Chicago.
«Partiti come pellegrini, e un poco turisti -- ha raccontato Giuseppe Tansini -- siamo stati accolti alla frontiera americana come immigrati e solo dopo due ore di fila, foto segnaletica e tanto di impronte digitali, abbiamo potuto varcare la soglia del suolo statunitense. Poca cosa comunque rispetto alle fatiche dei ventiquattro viaggi transoceanici di madre Cabrini».
«Sapevamo che era “anche” un viaggio nella memoria -- ha proseguito Giuliano A. Lucani -- sulle tracce dei viaggi numerosi ed estenuanti della santa patrona dei migranti. Noi seduti sulle poltrone relativamente comode di un jet moderno che, in nove ore, ci avrebbe portato dall'altra parte dell'Oceano. Lei sul ponte di una nave carica di emigranti, tra la fuliggine e il puzzo dei fumaioli, il pianto dei bambini, le imprecazioni degli uomini e il pianto silenzioso e rassegnato delle loro mogli. Quanta disperazione e quante speranze avrà letto nei loro occhi la madre, quanta determinazione avrà fatto nascere in lei il bisogno di tanta povera gente, che aveva davanti l'ignoto e si lasciava alle spalle fame e miseria. Per la verità l'arrivo a New York non è sembrato, ai più, quello tranquillo e agevole di un viaggio per turismo. Le ore passate in fila alla dogana, ammassati in uno stanzone surriscaldato dal sole che filtrava dai vetri del tetto e dai corpi di centinaia di individui che dovevano sottostare ai controlli pignoli e puntigliosi dei doganieri, senza bevande, senza servizi igienici disponibili, ci hanno fatto pensare agli otto milioni di individui che si ammassarono negli stanzoni di Ellis Island dopo l'arrivo a New York, in attesa del visto di ingresso. Ben poca cosa rispetto alle sofferenze dei nostri emigranti ma la sensazione di essere “stranieri” e quindi diversi è balenata per qualche istante nella nostra mente» (Giuliano A. Lucani).
La prima tappa è stata dunque New York, dove i pellegrini hanno prima visitato lo splendido santuario nel verde dedicato a madre Cabrini a Fort Washington (a nord di Manhattan), il Saint Francesca Cabrini Reliquario, nel cui altare la santa è sepolta dal 1931. Hanno quindi fatto visita a una delle tante case da lei fondate nella Grande Mela: quella di Dobbs Ferry, una delle ultime fondate da madre Cabrini a New York, dove ora sono ospitati più di trecento anziani in un ambiente -- come nelle migliori tradizioni cabriniane -- elegante e funzionale per la cura della persona.
La seconda tappa è stata invece Chicago, dove il gruppo di suore e laici cabriniani ha rappresentato la Provincia Italiana all'inaugurazione del santuario nazionale di Chicago. (giulia galeotti)


(©L'Osservatore Romano 12-13 novembre 2012)

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