domenica 11 novembre 2012

Il successore di Gotti Tedeschi allo Ior non sarà certo un italiano (Bevilacqua)

Vaticaneide/ E pure la Banca d'Italia è stata disimpegnata

Il successore di Gotti Tedeschi allo Ior non sarà certo un italiano


di Andrea Bevilacqua  

Dimissionato oramai da cinque mesi Ettore Gotti Tedeschi, la Banca Vaticana (Ior) è ancora senza presidente. La scelta verrà fatta entro il mese di gennaio ma oltre il Tevere sembrano non avere nessuna fretta. Nei mesi passati si sono fatti diversi nomi ma a una scelta definitiva non sono ancora arrivati. Seppure sembra certo che il nuovo nome non sarà di un italiano. Lo scorso febbraio, quando lo Ior era sotto i riflettori i riflettori da parte della Procura di Roma, il Vaticano trasferì gran parte dei fondi depositati presso nove banche italiane, fra le quali Intesa Sanpaolo e Unicredit, in istituti di credito tedeschi. È, dunque, molto probabile che venga dal mondo tedesco il nome del successore di Gotti.

Intanto, l'influenza della Banca d'Italia sull'Istituto vaticano è stata depotenziata dall'arrivo di René Brülhart, già direttore dell'Unità di Informazione Finanziaria del Liechtenstein e vice-Presidente del Gruppo Egmont, da settembre consigliere della Santa Sede, alla direzione direttore dell'Aif, l'Autorità antiriciclaggio istituita da Benedetto XVI per adeguare il Vaticano alle normative internazionali. Brülhart, infatti, ha preso il posto dell'avvocato Francesco De Pasquale, funzionario con lunga esperienza nell'Ufficio italiano cambi e Banca d'Italia, che la dirigeva da poco più di un anno. De Pasquale lascia la direzione e diventa membro del Consiglio direttivo dell'Aif, dove già siedono il presidente, cardinale Attilio Nicora, il professor Marcello Condemi (autore nel 2010 della prima legge antiriciclaggio, poi riformata undici mesi fa), il professor Giuseppe Dalla Torre e altri due esperti.
La nomina sancisce il ruolo sempre più importante di Brülhart inVaticano, a motivo dell'esperienza e della competenza specifica già da lui acquisita alla guida dell'organismo antiriciclaggio del Liechtenstein. Nei giorni scorsi l'Economist aveva scritto di lui: «Il suo successo, combinato con il suo bell'aspetto», ha fatto sì che il quarantenne avvocato svizzero fosse definito «il James Bond del mondo finanziario».
Nello stesso articolo, l'Economist scriveva che l'obiettivo di Brülhart è quello «di creare un'autorità di supervisione che sia veramente indipendente per la Banca vaticana e l'Amministrazione del patrimonio della Santa Sede», dato che l'Aif, con la normativa ora vigente, «manca del potere legale e della necessaria indipendenza per monitorare e sanzionare» le istituzioni vaticane che gestiscono finanze e patrimonio.
Fu lo scorso 4 agosto che l'avvocato Jeffrey Lena, uno dei membri della task force che tra dicembre e gennaio dell'anno scorso riscrisse la legge antiriciclaggio in Vaticano, spiegò a Vatican Insider che «in termini di attività finanziaria, lo Ior ha rapporti in più di cento paesi, ha relazioni bancarie con quaranta di essi e mantiene rapporti con gli enti finanziarie di tutti i membri dell'Unione Europea. A me risulta, però, che solo uno di questi paesi tratti il Vaticano con disparità, cioè come “non equivalente” in materia di antiriciclaggio». Questo paese è l'Italia.

© Copyright Italia Oggi, 10 novembre 2012 consultabile online anche qui.

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