domenica 4 novembre 2012

Il Papa: il perdono dei genitori ci insegna l'amore di Dio (Izzo)

PAPA: IL PERDONO DEI GENITORI CI INSEGNA L'AMORE DI DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 4 nov. 

"Il comandamento dell'amore lo puo' mettere in pratica pienamente chi vive una relazione profonda con Dio, proprio come il bambino diventa capace di amare a partire da una buona relazione con la madre e il padre". Infatti "il padre e la madre non amano i figli solo quando lo meritano: li amano sempre, anche se naturalmente fanno loro capire quando sbagliano". 
Benedetto XVI lo ha sottolineato nel breve discorso prima dell'Angelus, commentando "il comandamento dell'amore, che e' duplice: amare Dio e amare il prossimo". "Se l'amore di Dio ha messo radici profonde in una persona, questa - ha osservato - e' in grado di amare anche chi non lo merita, come appunto fa Dio verso di noi". "Da Dio - ha scandito - noi impariamo a volere sempre e solo il bene e mai il male. Impariamo a guardare l'altro non solamente con i nostri occhi, ma con lo sguardo di Dio, che e' lo sguardo di Gesu' Cristo".
"I Santi, che abbiamo da poco celebrato tutti insieme in un'unica festa solenne - ha detto il Papa - sono proprio coloro che, confidando nella grazia di Dio, cercano di vivere secondo questa legge fondamentale".
In proposito, il Pontefice teologo ha citato San Giovanni d’Avila, che ha da poco proclamato Dottore della Chiesa, per il quale "la causa che maggiormente spinge il nostro cuore all'amore di Dio e' considerare profondamente l'amore che Egli ha avuto per noi". 
 "Questo, piu' dei benefici - ha spiegato - spinge il cuore ad amare; perche' colui che rende ad un altro un beneficio, gli da' qualcosa che possiede; ma colui che ama, da' se stesso con tutto cio' che ha, senza che gli resti altro da dare".
"Uno sguardo - ha rilevato il Papa - che parte dal cuore e non si ferma alla superficie, va al di la' delle apparenze e riesce a cogliere le attese profonde dell'altro: di essere ascoltato, di un'attenzione gratuita; in una parola: di amore". "Ma - ha concluso - si verifica anche il percorso inverso: che aprendomi all'altro cosi' come e', andandogli incontro, rendendomi disponibile, io mi apro anche a conoscere Dio, a sentire che Egli c'e' ed e' buono". 

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