venerdì 2 novembre 2012

Giorno dei defunti, il teologo Lavatori: «L'attesa delle realtà ultime deve spingerci a vivere meglio qui» (Careddu)

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2 commenti:

Andrea ha detto...

Il titolo è ingannevole, come avviene molto spesso (non solo su "Avvenire" !).

Ciò che è importante è l'affermazione che "la morte è un fatto contro natura": l'opposto di tutti i tentativi (platonizzanti), diffusi anche nel Clero, di dire "il corpo è una prigione, un rudere; ciò che conta è l'anima! ".
Può salvarsi (prima del Giudizio Finale) solo l'anima, mentre il corpo è destinato al disfacimento -tranne i pochissimi casi di Corpi Incorrotti d Santi- perché la condizione umana è stata stravolta dal Peccato Originale.
Dio non ha ideato questo (la tomba)

Fabiola ha detto...

"Noi sentiamo che la morte è l'ingiustizia più radicale, perché sappiamo che vogliamo durare per sempre. Noi chiediamo di essere assicurati, posti al sicuro oltre la morte, per essere amati definitivamente. Gesù ci promette che questa fame e sete di durata oltre la morte saranno assicurati. La morte di Gesù è il modo in cui Dio ha assunto il male su di sé. Gesù ha preso su di sé il dolore per vincerlo, a nostro vantaggio».
Dall'Omelia del card. Scola, pronunciata ieri nella S. Messa al Cimitero Monumentale di Milano.
Speranza certa, annunciata con certezza.
Grazie al mio Arcivescovo!