sabato 10 novembre 2012

Cei: senza nuove famiglie la società non si rinnova. Niente sesso prima del matrimonio. Legge stabilità, Cei: ancora scarsi gli aiuti alle famiglie (Izzo)

CEI: SENZA NUOVE FAMIGLIE SOCIETA' NON SI RINNOVA

Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 9 nov. 


Solo "costruire la famiglia rinnova la societa'", in quanto la famiglia si pone come "cellula vivificante e risorsa feconda" che "partecipa alla vita della societa' per far crescere in umanita' i suoi membri". Lo affermano i vescovi italiani nei nuovi "Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia", pubblicati oggi. La famiglia, spiega il documento, "alimenta la coesione sociale e ne e' l'autentica sorgente".
"Educare all'amore e accompagnare nel percorso del fidanzamento sembrano, oggi, imprese particolarmente difficili, per alcuni, addirittura, improponibili, ritenendo che i mutamenti culturali e sociali siano tali da mettere radicalmente in discussione l'esistenza stessa dell'istituto del matrimonio", ha sottolineato - presentando il testo - monsignor Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita. Nell'attuale contesto, ha aggiunto il presule, sembra "perdere valore la condizione del fidanzamento a favore di ormai diffuse forme di convivenza, prematrimoniali o permanenti o almeno 'finche' ci vogliamo bene'. Ed anche il percorso di educazione all'amore pare seguire questa deriva, a tutto vantaggio della pretesa di una neutra informazione che assicuri un esercizio della sessualita' privo di rischi per se' e per gli altri". In questo contesto, il documento dei vescovi, ha concluso Solmi, e' motivato dalla considerazione che "la comunita' cristiana conosce bene queste posizioni e le scelte che ne derivano, ma riconosce ancor piu' e ribadisce il valore e la fiducia nella persona umana come essere educabile all'amore totale, unico, fedele e fecondo, come e' l'amore degli sposi, attraverso un percorso progressivo e coinvolgente".  


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CEI: NIENTE SESSO PRIMA DEL MATRIMONIO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 9 nov. 

La legge morale non cambia anche se viviamo "in un contesto in cui sembra prevalere una banalizzazione dell'amore sotto forma di puro erotismo". Per questo nei nuovi "Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia", pubblicati oggi, i vescovi italiani hanno voluto ribadire il "no" della Chiesa ai rapporti prematrimoniali e alle convivenze provvisorie o di prova, e riproporre "la bellezza dell'amore umano con i valori correlati del pudore e della castita'" ribadendo al riguardo il compito educativo dei genitori, oltre che il prezioso apporto dei carismi e della vita consacrata".
Secondo i vescovi, la preparazione al matrimonio non e' qualcosa d'improvvisato, ma - ricorda il documento - "un cammino graduale e continuo", da proporre "per tempo". Solo cosi' i fidanzati possono giungere a considerare la loro come una "relazione umanamente matura" in cui si ravvisino i tre elementi della "identita'", della "reciprocita'" e della "progettualita'" come coppia. Credendo "alla possibilita' di educare e crescere nell'amore", il documento si propone di offrire "linee rinnovate per i percorsi verso il matrimonio".Dentro questo orizzonte, il primo aspetto che il documento affronta e' quello dell'affettivita' e innamoramento".
Gli Orientamenti evidenziano che anche le fasi successive dell'innamoramento e della conoscenza reciproca del fidanzamento debbono trovare proposte nuove che si qualifichino come veri itinerari di fede: il testo chiede che siano formulati dalla comunita' cristiana, che in nessun modo siano appaltati ad altri; chiede di partire almeno un anno prima delle nozze e con un minimo di dodici incontri e un'attenzione particolareggiata alle persone dei fidanzati e alle coppie, in cammini che partano dalle loro concrete situazioni. "Siamo davanti, spesso, ad un'autentica nuova evangelizzazione - ha sottolineato in proposito monsignor Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione Episcopale per la famiglia - della quale si fa carico la Chiesa, alla pari dell'iniziazione cristiana e di altre forme di catechesi". Il documento testimonia pure l'attenzione dei vescovi italiani a fenomeni come la convivenza e la presenza di persone di culture e religioni diverse, "per una lettura veritiera della situazione attuale e per offrire linee pastorali che vi possano corrispondere in modo sereno ed efficace". 


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LEGGE STABILITA': CEI, ANCORA SCARSI GLI AIUTI ALLE FAMIGLIE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 9 nov. 

I vescovi italiani prendono atto che la legge di stabilita' prevede aiuti per 3 miliardi di euro per le famiglie e affermano che "bisogna assolutamente rafforzare nei prossimi anni questi strumenti". 

"Le famiglie - afferma ai microfoni di Radio Vaticana monsignor Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione Cei per la pastorale - debbono essere riconosciute nella loro dignita' di soggetti, portatori di bene alla societa'". "Noi aspettiamo con forza un'inversione di tendenza che - spiega, da un lato ha un dettame molto preciso, che e' nella costituzione, e dall'altro una visione utilitaristica, ma questa volta nel senso buono, perche' salvare e sostenere la famiglia significa salvare, sostenere e fare il bene del nostro Paese, che tanto ne necessita'.
"Non dobbiamo dimenticare - spiega Solmi - che la societa' si costruisce ancora grazie al valore quotidiano delle famiglie, che tengono relazioni affettive importanti, che generano e che sono, diciamolo con fermezza, i primi ammortizzatori sociali nei confronti dei figli; oltre che, dal punto di vista valoriale, la trasmissione di una cultura, che e' quella del nostro Paese, del nostro mondo, ma anche la trasmissione, tramite l'educazione, dei valori della democrazia, della giustizia, dell'apertura all'altro". "Quindi - conclude il presule - non si possono sempre e comunque trovare le famiglie come risorse disponibili e pronte a essere soggette a nuove forme di tassazione, a nuove forme, che consentano al Paese di tirare avanti, ma sottraendo loro risorse". 


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