mercoledì 14 novembre 2012

Card. Bagnasco: Giovanni Paolo II riconobbe che il Parlamento è insostituibile (Izzo)


BAGNASCO: GIOVANNI PAOLO II RICONOBBE PARLAMENTO INSOSTITUIBILE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 nov. 

"In quest'Aula, luogo e simbolo della democrazia del Paese, palestra insostituibile del civile confronto in ordine al bene comune, la presenza del Papa ha confermato la perenne convinzione della Chiesa per cui l'attivita' politica e' una forma alta di carita', di amore verso il popolo che qui guarda con intelligenza esigente e doverosa attesa". 
A dieci anni dalla storica visita di Giovanni Paolo II a Montecitorio, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha proposto il profondo rispetto del Papa polacco per le istituzioni democratiche quale chiave di lettura di quell'evento.
"La sua visita al nostro Parlamento - ha spiegato il presidente della Cei - fu quella di Padre e Pastore della Chiesa Cattolica e di Cittadino del mondo, ed e' stata un onore e motivo di riflessione per la sua parola sapiente, ispirata dal dovere appassionato per il bene integrale della persona, delle genti e delle Nazioni". Del discorso di Papa Wojtyla, Bagnasco ha citato l'affermazione sui diritti umani universali che Giovanni Paolo II vedeva "radicati nella natura della persona, nei quali si rispecchiano le esigenze oggettive di una legge morale universale". "Ben lungi da essere affermazioni astratte, questi diritti - ha ripetuto oggi il cardinale - ci dicono qualcosa di importante rispetto alla vita concreta di ogni uomo e di ogni gruppo sociale. Ci ricordano che non viviamo in un mondo irrazionale o privo di senso, ma che al contrario vi e' una logica morale che illumina l'esistenza umana e rende possibile il dialogo tra gli uomini e tra i popoli". A differenza di tutti gli altri paesi, pero', "l'Italia ha l'onore di avere una particolare vicinanza con la Sede del Successore di Pietro, e di custodire la tomba dell'Apostolo" e che "per tale ragione Roma puo' essere chiamata centro della Cristianita'". "A ben vedere - ha aggiunto il cardinale - non e' questo solo un onore, ma e' soprattutto una grazia, poiche' cosi' le parole del Papa possono avere un'eco piu' immediata e, nel rispetto della reciproca autonomia raggiungere piu' direttamente le menti e i cuori di tutti per essere libero motivo di benefica riflessione e di dialogo". 
"In quest'Aula, luogo e simbolo della democrazia del Paese, palestra insostituibile del civile confronto in ordine al bene comune, la presenza del Papa ha confermato la perenne convinzione della Chiesa per cui l'attivita' politica e' una forma alta di carita', di amore verso il popolo che qui guarda con intelligenza esigente e doverosa attesa". A dieci anni dalla storica visita di Giovanni Paolo II a Montecitorio, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha proposto il profondo rispetto del Papa polacco per le istituzioni democratiche quale chiave di lettura di quell'evento.
"La sua visita al nostro Parlamento - ha spiegato il presidente della Cei - fu quella di Padre e Pastore della Chiesa Cattolica e di Cittadino del mondo, ed e' stata un onore e motivo di riflessione per la sua parola sapiente, ispirata dal dovere appassionato per il bene integrale della persona, delle genti e delle Nazioni". Del discorso di Papa Wojtyla, Bagnasco ha citato l'affermazione sui diritti umani universali che Giovanni Paolo II vedeva "radicati nella natura della persona, nei quali si rispecchiano le esigenze oggettive di una legge morale universale". "Ben lungi da essere affermazioni astratte, questi diritti - ha ripetuto oggi il cardinale - ci dicono qualcosa di importante rispetto alla vita concreta di ogni uomo e di ogni gruppo sociale. Ci ricordano che non viviamo in un mondo irrazionale o privo di senso, ma che al contrario vi e' una logica morale che illumina l'esistenza umana e rende possibile il dialogo tra gli uomini e tra i popoli". A differenza di tutti gli altri paesi, pero', "l'Italia ha l'onore di avere una particolare vicinanza con la Sede del Successore di Pietro, e di custodire la tomba dell'Apostolo" e che "per tale ragione Roma puo' essere chiamata centro della Cristianita'". "A ben vedere - ha aggiunto il cardinale - non e' questo solo un onore, ma e' soprattutto una grazia, poiche' cosi' le parole del Papa possono avere un'eco piu' immediata e, nel rispetto della reciproca autonomia raggiungere piu' direttamente le menti e i cuori di tutti per essere libero motivo di benefica riflessione e di dialogo". 

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