mercoledì 14 novembre 2012

A che serve Vatileaks? (Andrea Gagliarducci)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Laura.
Solo un appunto: non mi risulta che dalla Cdf sia uscito mezzo spillo in questi anni. Ben altri uffici vaticani (e altre diocesi) sono responsabili della fuga di notizie del 2010. Molto deve cambiare in Vaticano. Speriamo che Vatileaks sia l'occasione per procedere ad una definitiva autopurificazione.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mah, parole e opinioni pescate qui e là in Vaticano. Fidarsi del Papa è la linea migliore da seguire.
Alessia

Anonimo ha detto...

La domanda da porsi non è a cosa serve, ma a chi serve! Ripeto, solo parole.
Alessia

Anonimo ha detto...

La tesi che l'articolo sembra larvatamente, ma neanche tanto, sostenere è che Vatileaks serva a "isolare" il Papa, ostacolandene la comunicazione e inoculando negli ambienti vaticani un clima di diffidenza generalizzata.

Per di più l'articolista sembra affermare che l'operazione è sostanzialmente riuscita e stia producendo anche il ritorno fatale della vecchia guardia.

E' un'analisi molto superficiale e, in effetti, sembra fatta di parole in libertà (abitudine purtroppo molto diffusa tra i vaticanisti).
Se è innegabile che lo scopo consista nel mettere i bastoni tra le ruote al Pontificato di Benedetto XVI, non è affatto vero che questa strategia disperata abbia o possa avere successo.

Uno sguardo spassionato e sufficientemente informato sui fatti permette di affermare con sicurezza il contrario.
In primo luogo la chiara visibilità di questa strategia è un segno di debolezza, alla quale corrisponde la trasparenza del tutto nuova con cui sono affrontate le situazioni; ciò dimostra che il Papa non teme niente e nessuno, anzi si "fida" (con fiducia soprannaturalmente fondata) di tutti, anche di quelli che manda (e tiene) in galera.

Poi volete che il Papa - senza nessuna pubblicità, ovviamente - non abbia adottato le sue contromisure per crearsi una rete interna ed esterna di persone ultrafidate (non importa quanto "capaci") per avere il controllo della situazione?
Il fatto che continui a tenere un Segretario di Stato la metà dei cui errori avrebbe provocato le dimissioni di chiunque altro, ma devoto, e la creazione di una Commissione cardinalizia di straordinaria esperienza e con poteri di indagine illimitati (i cui esiti solo lui conosce) ne sono la dimostrazione visibile.

Si spiega allora che, nonostante le fantasie di certi vaticanisti, il governo universale della Chiesa di Benedetto XVI continui a marciare nella direzione voluta. Per fare solo qualche esempio, sono di ora, nel mezzo di Vatileaks: lo spostamento alla Congregazione per il Clero del governo dei seminari, e a quella per il Culto del controllo anche disciplinare sulla Sacra Liturgia; l'assegnazione piena alla CDF (cioé a Sé stesso e ai migliori suoi collaboratori) di affari scottanti quali la sorte dei lefevristi e della "messa" neocatecumenale; per non dire delle iniziative nei campi dell'ecumenismo e della cultura.
Tutti provvedimenti "rivoluzionari" nella plude della Chiesa post-conciliare.

Vedremo i Dicasteri della Santa Sede all'opera. Ha ragione Alessia: come si fa a essere pessimisti?

gianni