mercoledì 21 novembre 2012

Pedofilia, don Di Noto: scarsa attenzione da parte dei media. I nomi dei responsabili vanno pubblicati (Izzo)


PEDOFILIA: DON DI NOTO A R.VATICANA, SCARSA ATTENZIONE DAI MEDIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 nov. 

"Impressiona quando quotidiani cosi' rinomati e importanti magari pubblicano quattro-cinque pagine di gossip, e non informano la gente su questi fenomeni aberranti, cosi' gravi". 
Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione Meter impegnata contro la pedofilia, esprime ai microfoni della Radio Vaticana il suo disappunto per la scarsa attenzione dei media riguardo al fenomeno. "Non credo - spiega - che oggi la societa' non sappia contenere queste notizie, non sappia gestirle emotivamente, ma di certo non parlarne favorisce ancora di piu' la diffusione di una mentalita' che quasi tende sempre piu' a normalizzare il fenomeno".
Il sacerdote siciliano si riferisce alla scoperta su Internet del piu' grande archivio pedopornografico mai rinvenuto dalla Polizia postale, che ha condotto le indagini per 10 mesi, a partire dalla segnalazione di una ragazza salernitana che, scaricando dei file musicali di Edith Piaf, si e' ritrovata il computer inondato da materiale raccapricciante. "Stiamo parlando - spiega don Di Noto - di un'operazione importante che ha permesso il sequestro di cinque milioni di file, con cartelle che contengono immagini di neonati violentati e si suppone forse anche uccisi".
"Allora - rileva il sacerdote - se tutto questo non ci indigna e non crea una motivazione per contrastare anche culturalmente il fenomeno, io credo che ci sia da interrogarsi". "Noi - conclude don Di Noto - dobbiamo dire che la pedofilia e' un crimine: non possiamo pensare che sia un fenomeno marginale. E' veramente un fenomeno per cui i criminali si nutrono della carne e dell'innocenza dei bambini. Non riesco a capire - conclude il prete anti-pedofili - perche' di conseguenza moltissimi quotidiani poi non ne parlano: questa veramente e' un'omissione di soccorso, un'omissione di informazione". 

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PEDOFILIA: DON DI NOTO, NOMI DEI RESPONSABILI VANNO PUBBLICATI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 21 nov. 

"Le persone che compiono reati contro i bambini non possono essere tutelate nella loro privacy". Lo afferma don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione antipedofilia Meter, ai microfoni della Radio Vaticana. "Capisco - ammette - la tutela per evitare il far-west, per evitare azioni che possano arrecare ulteriore danno a chi e' stato abusatore, predatore di bambini; pero' e' anche vero che la conoscenza del nome permetterebbe due cose: uno, sarebbe un elemento deterrente perche' questi soggetti potrebbero cosi' essere individuati e, perche' no?, la societa' potrebbe proteggersi da ulteriori attacchi".
Secondo don Di Noto, "forse anche per il soggetto l'essere conosciuto potrebbe diventare un deterrente per fare meno danni". "Se arriva la condanna definitiva, in terzo grado, se la condanna e' definita penso - sottolinea il religioso - che non dovrebbe esserci alcun problema nell'indicare nome e cognome". "Il problema - segnala il sacerdote antipedofilia - e' anche un altro: spesso si ha una condanna piu' pesante per chi ruba galline di quanto per chi commette questo tipo di reato". "Per fortuna - riconosce don Di Noto -con la ratifica della Convenzione di Lanzarote le cose sono un po' cambiate per quanto riguarda i livelli di prescrizione del reato: si puo' arrivare, dipende dalla gravita' del reato commesso nei confronti dei minori, anche a 28 anni di prescrizione". "Forse - conclude don Di Noto - bisogna fare di piu', forse bisogna applicarsi di piu', forse bisogna che la giustizia sia piu' celere di quanto non lo sia oggi. Normalmente, in un processo per abuso sessuale su bambini, per avere un primo grado, possono passare anche cinque-sei anni. Figuratevi quanto puo' passare per avere una sentenza definitiva".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi sarei aspettato che da parte Vostra ci fosse qualche notizia o commento sulla vicenda del cappellano delle carceri di Milano, indagato per "porcherie di vario genere". Mi auguro che sia innocente, ma, oggettivamente mi sembra che il numero dei "preti deviati" degli ultimi anni ponga dei problemi sulla validità della loro selezione ministeriale. Si dirà che un vecchio e ritrito argomento, ma forse bisognerebbe affrontarlo seriamente, perché il discredito che poi si trasmette sulla Chiesa Cattolica diventa grande, anzi enorme. In questi giorni ho sentito persone non particolarmente lontani da pratiche religiose cattoliche fare di "ogni erba un fascio" concludendo che le devianze sono troppo numerose per trattarsi di casi isolati. In altre parole alcuni pensano che queste devianze siano un male diffuso ed endemico della Chiesa, che la Chiesa, in passato, non ha mai avuto il coraggio e la volontà di risolverlo, forse perché oltre all'inevitabile disagio tra i fedeli essa avvertiva anche una sorta di "culpa in eligendo", avendo selezionato soggetti fragili e inadatti.
Nella mia diocesi si insiste per i centri di ascolto condotti dai laici cattolici presso le famiglie.
Purtroppo, in tempi già difficili e votati culturalmente ad altri interessi diversi dalla fede, anche gli esempi negativo sono un potente mezzo per allontanare dalla fede e dalla partecipazione religiosa.
E' inutile "organizzare i centri d'ascolto" per ravvivare o attivare la fede "dei lontani" quando poi diversi preti (senza sentenziare sul caso in questione) tengono comportamenti altamente immorali. Anche le devianze "femminili", dei preti che, come oggi si dice con un brutto linguaggio, "fanno sesso con parrocchiane nubili o sposate" è un fenomeno che ha una certa diffusione e che scredita l'immagine della Chiesa.
Io penso che il "vero sacerdote" secondo l'immagine di Cristo possa vivere senza sesso femminile; tuttavia tale condizione è difficile senza una convinzione spirituale profonda. Forse la soluzione "di ripiego" della Chiesa Ortodossa, che permette il matrimonio dei presbiteri di ordine inferiore, in mancanza di meglio, potrebbe essere presa in considerazione, anche perchè in alcuni culti cattolici orientali già esistono preti sposati.
Un amico mi raccontava di una sua esperienza turistica in Svizzera dove in una comitiva di pellegrini (o gitanti) condotta da un prete presumibilmente cattolico, lo stesso presbitero dormiva in camera con una bella accompagnatrice.
Che fare? Al povero Papa Benedetto le ardue decisioni.