Su segnalazione di Laura leggiamo:
Papa: decisioni coraggiose per fermare la violenza a Gaza
Benedetto XVI incoraggia gli sforzi di quanti stanno cercando di ottenere una tregua. Proseguendo nelle catechesi dedicate all'Anno della fede, Benedetto XVI dice che il "fideismo" espresso nella frase credo perché è assurdo, "non è formula che interpreta la fede cattolica", per la quale, invece, è ragionevole credere.
Città del Vaticano (AsiaNews)
Il Papa incoraggia "le iniziative e gli sforzi di quanti stanno cercando di ottenere una tregua" tra israeliani e palestinesi della Striscia di Gaza. Al termine dell'udienza generale, Benedetto XVI, dopo aver espresso la sua "grave preoccupazione" per il proseguire della violenza e la sua vicinanza per le vittime, ha anche esortato "le autorità di entrambe le parti ad adottare decisioni coraggiose in favore della pace e porre fine a un conflitto con ripercussioni negative in tutta la regione medio-orientale, travagliata da troppi scontri e bisognosa di pace e riconciliazione".
Prima del nuovo appello per la pace, il Papa aveva centrato la sua riflessione sul fatto che credere è "ragionevole", il "fideismo", che è la volontà di credere contro la ragione ed è espresso nella frase "credo quia absurdum", credo perché è assurdo, "non è formula che interpreta la fede cattolica", per la quale, invece, "credere non è assurdo, se mai è mistero".
"Se - aveva detto alle ottomila persone presenti nell'aula Paolo VI, in Vaticano - guardando al mistero la ragione vede buio, non è perché nel mistero non c'è luce, ma perché ce n'è troppa". "Così come quando gli occhi dell'uomo si dirigono direttamente al sole per guardarlo, vedono solo tenebra; ma chi direbbe che il sole non è luminoso, anzi la fonte della luce?".
Il Papa prosegue anche oggi nella serie di catechesi di riflessione sull'Anno della fede nella "speranza di riscoprire la gioia di credere e l'entusiasmo di comunicare a tutti le verità della fede" affrontando il tema tradizionalmente complesso, della "ragionevolezza" del credere.
"La fede permette di guardare il «sole» di Dio, perché è accoglienza della sua rivelazione nella storia e, per così dire, riceve veramente tutta la luminosità del mistero di Dio, riconoscendo il grande miracolo: Dio si è avvicinato all'uomo e si è offerto alla sua conoscenza, accondiscendendo al limite creaturale della sua ragione". "Allo stesso tempo, Dio, con la sua grazia, illumina la ragione, le apre orizzonti nuovi, incommensurabili e infiniti. Per questo, la fede costituisce uno stimolo a cercare sempre, a non fermarsi mai e mai quietarsi nella scoperta inesausta della verità e della realtà. E' falso il pregiudizio di certi pensatori moderni, secondo i quali la ragione umana verrebbe come bloccata dai dogmi della fede. E' vero esattamente il contrario, come i grandi maestri della tradizione cattolica hanno dimostrato".
Il Papa ha ricordato, in proposito, la fallita ricerca della verità attraverso le filosofie condotta da sant'Agostino prima della conversione, e ancora sant'Anselmo e san Tommaso, fino a Giovanni Paolo II che nell'Enciclica Fides et ratio, sintetizza così: La ragione dell'uomo non si annulla né si avvilisce dando l'assenso ai contenuti di fede; questi sono in ogni caso raggiunti con scelta libera e consapevole".
"Su queste premesse circa il nesso fecondo tra comprendere e credere si fonda anche il rapporto virtuoso fra scienza e fede. La ricerca scientifica porta alla conoscenza di verità sempre nuove sull'uomo e sul cosmo, lo vediamo. Il vero bene dell'umanità, accessibile nella fede, apre l'orizzonte nel quale si deve muovere il suo cammino di scoperta. Vanno pertanto incoraggiate, ad esempio, le ricerche poste a servizio della vita e miranti a debellare le malattie. Importanti sono anche le indagini volte a scoprire i segreti del nostro pianeta e dell'universo, nella consapevolezza che l'uomo è al vertice della creazione non per sfruttarla insensatamente, ma per custodirla e renderla abitabile. Così la fede, vissuta realmente, non entra in conflitto con la scienza, piuttosto coopera con essa, offrendo criteri basilari perché promuova il bene di tutti, chiedendole di rinunciare solo a quei tentativi che - opponendosi al progetto originario di Dio - possono produrre effetti che si ritorcono contro l'uomo stesso. Anche per questo è ragionevole credere: se la scienza è una preziosa alleata della fede per la comprensione del disegno di Dio nell'universo, la fede permette al progresso scientifico di realizzarsi sempre per il bene e per la verità dell'uomo, restando fedele a questo stesso disegno".
Il nostro impegno nell' evangelizzazione, l'auspicio conclusivo del Papa, "aiuti a ridare nuova centralità al Vangelo nella vita di tanti uomini e donne del nostro tempo. E preghiamo perché tutti ritrovino in Cristo il senso dell'esistenza e il fondamento della vera libertà: senza Dio, infatti, l'uomo smarrisce se stesso. Le testimonianze di quanti ci hanno preceduto e hanno dedicato la loro vita al Vangelo lo confermano per sempre. E' ragionevole credere, è in gioco la nostra esistenza. Vale la pena di spendersi per Cristo, Lui solo appaga i desideri di verità e di bene radicati nell'anima di ogni uomo: ora, nel tempo che passa, e nel giorno senza fine dell'Eternità beata".
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