Da oggi nelle librerie la nuova opera del Papa su "L'infanzia di Gesù". Paolo Mieli: pagine emozionanti
E’ da oggi nelle librerie il nuovo volume di Benedetto XVI intitolato "L’infanzia di Gesù". Edito da Rizzoli e Libreria Editrice Vaticana, il libro esce in contemporanea in 9 lingue (italiano, brasiliano, croato, francese, inglese, portoghese, spagnolo, polacco e tedesco) e in 50 Paesi: la tiratura globale della prima edizione supera il milione di copie. Nei prossimi mesi, il volume sarà tradotto in 20 lingue per la pubblicazione in 72 Paesi. Antonella Palermo ha chiesto a Paolo Mieli, presidente di Rizzoli, il significato di questo libro:
R. - Ha un significato grande: di continuità, di omaggio ad un’opera che è destinata a restare - al di là di chi l’ha scritta, ovvero, il Papa – nella storia culturale di questo inizio millennio. È una storia di una ricostruzione, filologicamente molto appropriata, della vita, della persona di Gesù “storico”, cioè: Gesù come persona realmente esistita nella storia e, attraverso la vivisezione, attraverso un approfondimento dei vari passaggi della vita di Gesù, si arriva ad un approfondimento della sua figura. Passaggi che, in questo caso, sono stati riportati da brevissime parole tramandate e, quindi, è ancora più speciale, perché si tratta di qualcosa che non ha lunghi testi su cui soffermarsi ed approfondire. Direi, quindi, che Benedetto XVI ha parlato della vita giovanile di Gesù, esaminando quello che ci è stato lasciato, parola per parola.
D. – Quali pagine l’hanno più colpita?
R. – Le pagine su Maria e quelle sui Magi. Le pagine su Maria, in particolare, perché è stata approfondita una cosa che mi ha sempre affascinato: la libertà di Maria nell’accettare di diventare madre, diventare madre per opera dello Spirito Santo, e di dare alla luce Qualcuno che è suo figlio – il mistero della maternità – e nello stesso tempo di staccarsi da quel Figlio, perché quel Figlio era Figlio del vero Padre: Dio. Queste sono pagine emozionanti, oltre ad essere molto profonde.
D. – Il cardinale Ravasi ha parlato di uno stile limpido ed essenziale, incisivo ed umile…
R. – Questo libro funziona perché è stato scritto affinché lo potessero leggere anche le persone semplici. E penso che sarà un libro letto soprattutto dalle persone semplici, che si accosteranno in questo modo - leggendo l’infanzia di Gesù - a una delle parti più belle della vita di Gesù. Allo stesso tempo, questo libro può essere letto come un testo molto erudito, molto sofisticato.
D. – Siamo agli inizi dell’Anno della Fede, voluto proprio da Papa Benedetto XVI: secondo lei oggi, la fede, la spiritualità, da cosa è messa maggiormente a rischio?
R. – Dal dubbio, dall’incertezza, dalla crisi, nel senso che questi sono anni in cui tutti sono portati a dubitare delle certezze che hanno dentro e un libro come questo aiuta a ricongiungerci a quelle antiche certezze. La fede non è qualcosa che si alimenta attraverso credenze tramandate; la fede è qualcosa che si rinnova e si rialimenta, di giorno in giorno e la lettura di libri come questo, la lettura di questo libro è un momento importante per capire la necessità di questo ricongiungimento, che può dare forza nell’affrontare – come lei diceva – un periodo come questo.
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