mercoledì 16 maggio 2012

Quando Papa Wojtyla insegnava dalla cattedra della sofferenza (Izzo)


WOJTYLA: QUANDO INSEGNAVA DALLA CATTEDRA DELLA SOFFERENZA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 15 mag. 


"Tutta la biografia del Beato Giovanni Paolo II e' segnata dalla sofferenza e da una acuta sensibilita' che Karol Wojtyla ha mostrato nei suoi confronti fin da giovanissimo". 
Lo ha detto il cardinale George Cottier intervenendo all'incontro sulla "Sapienza della Croce" in Giovanni Paolo II promosso in Vaticano dalla Pontificia Universita' Lateranense. Per Cottier, "negli insegnamenti di Papa Wojtyla il dolore non e' senza significato, anzi tramite la fede ci fa partecipi in maniera profonda al mistero stesso di Dio".
"Di fronte alla sofferenza che sembra smisurata e crudele, molti cedono e si ribellano", ha detto il cardinale svizzero che con Giovanni Paolo II e' stato teologo della Casa Pontificia, rilevando che il probelma del dolore innocente e' "senza risposta". Ma, ha aggiunto, il Papa polacco ci ha testimoniato che "mediante la sofferenza e' possibile progredire nel dono di se' e raggiungere il grado piu' alto dell'amore". "Giovanni Paolo II e' stato un grande comunicatore del messaggio cristiano sia nel periodo del suo vigore fisico, quando era chiamato l'atleta di Dio, sia nel tempo della debolezza e della malattia. Anzi ha dato la parte piu' convincente del suo messaggio proprio nella debolezza", ha sottolineato da parte sua il vicedirettore della Sala Stampa vaticana, padre Ciro Benedettini. "La sua testimonianza di accettazione della sofferenza - ha proseguito il religioso - e' forse l'aspetto meglio compreso dalle folle".
In proposito padre Bendettini ha citato alcune parole di Papa Wojtyla: "offro le mie sofferenze perche' il disegno di Dio si compia e la sua parola cammini fra le genti". Il suo, ha commentato il vicedirettore della Sala Stampa, e' stato un "atteggiamento veramente pontificale, di chi si fa 'ponte', mediatore di tutto il popolo, vivendo le sofferenze come compimento della volonta' di Dio e offrendosi vittima per il bene degli uomini". Nella sua prolusione, il vescovo Enrico dal Covolo, rettore della Lateranense, ha ricordato che sul tema dle dolore innocente anche Giovanni Paolo II ebbe qualche "dubbio", specie alla "morte precoce di tutti i suoi parenti piu' stretti e poi per i drammi della guerra mondiale". "Su tutto, pero', ha avuto la meglio la conferma rassicurante da parte di Dio - ha concluso il presule salesiano - perche' Giovanni Paolo II ebbe modo di dire che volgendosi indietro constatava che 'tutto si tiene' e fin dall'inizio tutto era ed e' 'dono e mistero'". 


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