mercoledì 23 maggio 2012

Pedofilia, Cei: i vescovi siano sempre dalla parte delle vittime. Per sradicare gli abusi è fondamentale la prevenzione. Rispettare il segreto confessionale ed il celibato (Izzo)


PEDOFILIA: CEI, I VESCOVI SIANO SEMPRE DALLA PARTE DELLE VITTIME 


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 22 mag. 


"Il vescovo che riceve la denuncia di un abuso deve essere sempre disponibile ad ascoltare la vittima e i suoi familiari, assicurando ogni cura nel trattare il caso secondo giustizia". 
Lo affermano le Linee guida della Conferenza Episcopale Italiana per i casi di abuso commessi da sacerdoti e religosi. I vescovi, si legge, debbono "offrire sostegno spirituale e psicologico" alle vittime e ai familiari, "nel rispetto della liberta' della vittima di intraprendere le iniziative giudiziarie che riterra' piu' opportune". "Il triste e grave fenomeno degli abusi sessuali nei confronti di minori da parte di chierici sollecita un rinnovato impegno da parte della comunita' ecclesiale, chiamata ad affrontare la questione con spirito di giustizia", ricordano le Linee guida. "Quando il vescovo abbia notizia di possibili abusi in materia sessuale nei confronti di minori ad opera di chierici sottoposti alla sua giurisdizione, deve procedere immediatamente - ricorda la Cei nel documento diffuso oggi - a un'accurata ponderazione circa la verosimiglianza di tali notizie". 
"Occorre evitare - raccomandano inoltre le Linee guida pubblicate oggi - di dar seguito a informazioni palesemente pretestuose ovvero diffamatorie, o comunque prive di qualsiasi riscontro probatorio plausibile, per cui ogni ulteriore investigazione appaia assolutamente superflua". "Il giudizio di verosimiglianza - stabilisce il documento Cei - andra' condotto quanto piu' rapidamente possibile, se necessario anche affidando l'incarico a persona idonea di provata prudenza ed esperienza, e curando di tutelare al meglio la riservatezza di tutte le persone coinvolte". Durante tale fase spetta "al prudente discernimento del vescovo la scelta di informare o meno il chierico delle accuse e di adottare eventuali provvedimenti nei suoi confronti affinche' si eviti il rischio che i fatti delittuosi ipotizzati si ripetano, ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria". Qualora, sussistendo la verosimiglianza delle suddette condotte, l'indagine previa appaia "assolutamente superflua", il vescovo "potra' deferire il chierico direttamente alla Congregazione per la Dottrina della Fede". "Nel caso in cui invece escluda la verosimiglianza delle condotte illecite addebitate a un chierico e decida percio' di non procedere ulteriormente, il vescovo - conclude il paragrafo - conservera' nel suo archivio segreto una documentazione idonea a consentirgli di attestare, ove risultasse necessario, l'attivita' svolta e i motivi della decisione". 


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PEDOFILIA: CEI, PER SRADICARLA E' FONDAMENTALE LA PREVENZIONE 


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 22 mag. 


Per affrontare e debellare il "triste fenomeno degli abusi sessuali" compiuti da ecclesiastici "assume importanza fondamentale anzitutto la protezione dei minori, la premura verso le vittime degli abusi e la formazione dei futuri sacerdoti e religiosi". 
Lo affermano le Linee guida della Conferenza Episcopale Italiana pubblicate oggi. 
"Una speciale cura - spiega il testo - deve essere posta nel discernimento vocazionale dei candidati al ministero ordinato e delle persone consacrate, nell'iter di preparazione al diaconato e al presbiterato"."Piena osservanza - raccomandano le Linee guida della Cei - deve essere assicurata alle previsioni contenute nel Decreto generale circa la ammissione in seminario di candidati provenienti da altri seminari o famiglie religiose della Conferenza Episcopale Italiana, riservando una rigorosa attenzione allo scambio d'informazioni in merito a quei candidati al sacerdozio o alla vita religiosa che si trasferiscono da un seminario all'altro, tra diocesi diverse o tra Istituti religiosi e diocesi".


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PEDOFILIA: CEI, RISPETTARE SEGRETO CONFESSIONALE E CELIBATO


Salvatore Izzo


 (AGI) - CdV, 22 mag. 


Nelle Linee guida contro gli abusi sessuali pubblicate oggi dalla Cei "restano fermi i vincoli posti a tutela del sigillo sacramentale", vescovi e preti cioe' non possono rivelare in nessun caso quanto apprendono in confessione. Lo precisa il documento che stabilisce quanto i vescovi debbono fare davanti a casi di abuso di cui hanno notizia. "Il vescovo - si legge inoltre - trattera' i suoi sacerdoti come un padre e un fratello, curandone la formazione permanente e facendo in modo che essi apprezzino e rispettino la castita' e il celibato e approfondiscano la conoscenza della dottrina della Chiesa sull'argomento".


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