sabato 19 maggio 2012
Libertà di coscienza e di religione: l'editoriale di padre Lombardi
Libertà di coscienza e di religione: l'editoriale di padre Lombardi
La libertà di religione palesemente impedita da leggi e la libertà di religione sottilmente osteggiata dal relativismo. Sono le due facce di una medaglia che coinvolge milioni di credenti nel mondo, in massima parte cristiani. Tra le più recenti prese di posizione in difesa della libertà religiosa vi è quella dell’episcopato canadese, che lega il diritto a professare una fede a quello della libertà di coscienza. Lo sottolinea padre Federico Lombardi nel suo editoriale per “Octava dies”, il settimanale d’informazione del Centro Televisivo Vaticano:
I vescovi canadesi hanno pubblicato un’importante lettera pastorale “sulla libertà di coscienza e di religione”. E’ un altro richiamo, di valore non solo locale, all’importanza di temi che sono diventati cruciali per la testimonianza e l’impegno dei credenti e della comunità della Chiesa nel nostro tempo. Sappiamo bene quanto il Papa li abbia richiamati e approfonditi nei suoi interventi, come i messaggi per la Giornata della Pace e i discorsi al Corpo diplomatico.
I versanti principali della questione sono due. Anzitutto quello della violazione esplicita dei diritti. Uno studio recente ha messo in luce che “più del 70% dei Paesi del mondo impongono restrizioni giuridiche o amministrative che in pratica annullano i diritti dei credenti individuali o di certi gruppi religiosi” (The Pew Forum on Religion and Public Life). Un altro rapporto afferma che “oggi più del 75% delle persecuzioni religiose nel mondo riguardano i cristiani” (Aiuto alla Chiesa che soffre). Ma vi è anche il versante delle insidie più sottili, dovute a un relativismo che diventa così aggressivo da dirigersi – come ricordava il Papa – “contro le persone che dicono di sapere dove si trova la verità o il senso della vita”. Questo secondo versante è sempre più sensibile nelle società occidentali e non è un caso che, oltre all’intenso dibattito oggi in corso negli Stati Uniti soprattutto nel campo della sanità, si aggiunga ora il documento canadese, che affronta il tema con equilibrio, profondità e larghezza di orizzonti. Mira a riaffermare il diritto della religione a intervenire nella sfera pubblica, a preservare le corrette relazioni fra Chiesa e Stato, a formare le coscienze alla verità oggettiva, a proteggere il diritto all’obiezione di coscienza.
I credenti e la Chiesa non cercano altro che il bene comune, devono poterlo fare senza che la loro coscienza e la loro fede subisca violenza. Questa è la posta in gioco, che nel nostro tempo deve fare i conti con situazioni culturali e sociali diverse e nuove. Il Papa ci aiuta a lavorare in profondità, in dialogo aperto e costruttivo con il nostro tempo. I suoi grandi discorsi alla Westminster Hall di Londra e al Parlamento di Berlino ne sono esempi luminosi. Continuiamo su questa strada.
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