martedì 1 maggio 2012

Nel mese dedicato alla Madonna, Benedetto XVI chiede di pregare per i missionari


Su segnalazione di Laura leggiamo:


Nel mese dedicato alla Madonna, Benedetto XVI chiede di pregare per i missionari


Entriamo oggi nel mese dedicato alla Madonna, ricordando l’intenzione di preghiera di Benedetto XVI “perché Maria, Regina del mondo e Stella dell’evangelizzazione, accompagni tutti i missionari nell'annuncio del suo Figlio Gesù”. Ma come nasce la tradizione del mese mariano nella Chiesa? Roberta Gisotti lo ha chiesto a padre Salvatore Perrella, dell'Ordine dei Servi di Maria e preside della Pontificia Facoltà Teologica Marianum: 


R. - Dobbiamo dire che il popolo cristiano, sia di Oriente che di Occidente, ha sempre pensato di dedicare dei giorni della settimana o un particolare mese alla Vergine. Con il Concilio Vaticano II, il mese di maggio è mese del popolo a Maria; è il mese dei fiori; è il mese del sole: è tutto un rinascere. “Onorare Maria, venerare Maria nell’ambito del culto cristiano - diceva Paolo VI - è un dovere della Chiesa, è un dovere dei cristiani”. Soprattutto per i cristiani il mese di maggio è il mese in cui ci si ricorda di avere una Madre, bella, buona, santa, che invita a guardare il sole, che è Cristo.


D. - In tempi difficili per i cristiani perseguitati in tanti luoghi del mondo, Benedetto XVI chiede speciali preghiere a Maria per i missionari. Padre Perrella quanto è importante pregare la Madonna?


R. - E’ essenziale per il cristianesimo avere un riferimento umano e santo, che è la Madre di Gesù. Pregare Maria, pregare come Maria, pregare con Maria sono le indicazioni che vengono dalla riforma del Concilio e dalla Marialis cultus di Paolo VI, che Benedetto XVI sa bene. Infatti nella sua predicazione mariana, Papa Benedetto ci insegna che Maria è Madre del cristianesimo, perché Discepola, perché Donna della Parola, perché Donna della Preghiera. Quindi Maria è impegnata - come fu impegnata nella vita, è impegnata nell’eternità - a seguire con materna mediazione tutti i suoi figli, soprattutto quelli che a motivo della fede vengono oppressi, vengono uccisi, vengono discriminati. E’ giusto, quindi, pregare per questi veri testimoni della fede e Maria ha a cuore i testimoni della fede, come il Papa stesso ci ha indicato nel motus proprio Porta Fidei: Maria prega, prega sempre, incessantemente, ma soprattutto chiede a noi non solo di pregare, ma di essere operosi nella carità e operosi tutti nel testimoniare la validità del Vangelo di Cristo, che è un Vangelo di pace, un Vangelo di tolleranza, ma è anche un Vangelo di identità. Noi siamo figli di Dio in Gesù Cristo e Maria lo ricorda, come lo ricordano questi testimoni della fede, che in questi ultimi tempi vengono angariati da fondamentalismi inaccettabili, antiumani oltre che antireligiosi. 


D. - Padre Perrella, possiamo dire che la devozione popolare alla Madonna sempre così viva, in qualche modo travalica i confini tra fede, ragione, sentimento?


R. - La vera devozione - dice il Concilio - nasce dalla vera fede e la fede che cos’è se non un’adesione intellettuale e cordiale al Dio che si rivela. Quindi mettere insieme ragione, fede, sentimento indica l’integralità dell’uomo nell’approcciarsi al suo Dio. E, l’esempio di Maria che, con ragione, con fede, con sentimento, ha servito il Mistero di Cristo ci dice che l’anima della devozione mariana è proprio questa armonizzazione integrale di tutte queste possibilità, che è nell’umano di incontrare il Signore. Quindi non c’è assolutamente discrasia tra queste tre componenti nella persona. La ragione: noi vogliamo conoscere e non solo vogliamo conoscere, noi vogliamo ragionare su Dio, anche se Gesù ci dice che i suoi pensieri non sono i nostri pensieri. Ecco che c’è bisogno: non basta la ragione, ma ci vuole la fede, perché la ragione e quindi il pensiero venga sintonizzato in questo accogliere la rivelazione divina. E poi il sentimento: non dimentichiamoci che Cristo si presenta come mite e umile di cuore; quindi la cordialità, l’affetto, l’amore, la carità, l’agape sono parti essenziali dell’esperienza religiosa e che nella devozione retta, genuina, che sa bene distinguere il Creatore dalla creatura, questi tre elementi possono e devono essere armonizzati. Com’è l’auspicio di Benedetto XVI.



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