venerdì 11 maggio 2012

Il Cortile dei Gentili a Barcellona. Il cardinale Sistach: il mondo ha bisogno della bellezza (R.V.)



Su segnalazione di Laura leggiamo:


Il Cortile dei Gentili a Barcellona. Il cardinale Sistach: il mondo ha bisogno della bellezza


“Barcellona capitale mondiale del dialogo tra la fede e la cultura” si prepara ad accogliere il Cortile dei Gentili, l’iniziativa avviata già da un anno dal Pontificio Consiglio per la Cultura per rilanciare il dialogo tra credenti e non credenti. Appuntamento, dunque, nella città catalana il 17 e 18 maggio per dialogare sul tema “Arte, bellezza e trascendenza.” Stamane la conferenza stampa di presentazione dell’evento alla presenza del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero vaticano ed del cardinale Lluis Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona. Il servizio di Roberta Gisotti: 


Due giorni intensi di dialogo tra intellettuali ed artisti catalani di altro profilo. A ospitare gli incontri, il Museo nazionale d’arte della Catalogna, l’Università di Barcellona, l’Istituto di studi catalani, la Basilica della Sagrada Familia, dove culminerà il Cortile nel dialogo tra poesia e musica, con la presenza di 700 coristi a rievocare – ha spiegato il cardinale Ravasi – la bellezza e l’armonia nella diversità polifonica delle voci. Barcellona e tutta la Catalogna, città e regione di feconda tradizione artistica, come ha sottolineato il cardinale Sistach:


R. – Poiché sono tanti gli artisti – Mirò, Dalì, Gaudì, Picasso e tanti altri – e poiché abbiamo anche la Sagrada Familia di una bellezza molto singolare, abbiamo pensato, con il cardinale Ravasi, al tema dell’arte, della bellezza e a come tutto questo ci porti alla trascendenza e quindi a Dio. Il consenso è stato molto rilevante. Il dialogo sarà molto ricco e coinvolgerà non solo l’arte plastica, ma tutta l’arte: la letteratura, la poesia, la musica.


D. – Parlare di arte e Dio, ma anche di arte e ateismo, è quasi un tema controcorrente: così appare in tempi di grave crisi economica, anche per la Spagna, dove gli argomenti preminenti sono quelli utilitaristici...


R. – Certo, abbiamo bisogno del cibo per vivere – anche se ne possiamo avere di più o di meno – ma qualcuno ha scritto che senza la bellezza non si può vivere. Il mondo ha bisogno della bellezza. Tutti abbiamo bisogno della bellezza e tutti diciamo che questo ci porta a Dio, perché tutti, direttamente o indirettamente, coscientemente o non, abbiamo bisogno di Dio. Allora, credo che certamente, in questo momento di crisi economica e di valori antropologici, dobbiamo riscoprire il senso umanistico della bellezza, che significa amore, gratuità, verità. La bellezza non è qualcosa di isolato, ma ha un rapporto intrinseco con tutto questo.


D. – Un momento di riflessione per credenti e non credenti. Ma tra credenti e non credenti chi rischia di più di isolarsi nella propria identità?


R. – Non lo so, non ho pensato molto a questo. Credo che il pericolo ci sia e la tentazione l’abbiamo tutti. Qualcuno, senza la fede, rimane sempre in questa posizione: crede sia impossibile credere, avere fede in Dio, come se Dio non esistesse. Noi invece possiamo rimanere con la nostra visione piccola, qualche volta non pura, qualche volta non perfetta di Dio e del contenuto della fede. Allora, questo dialogo tra gli uni e gli altri è importante. Lo diceva anche il Papa ai giovani, nel Cortile dei Gentili di Parigi: “Perché i non credenti vi domanderanno che la vostra fede sia più pura, più perfetta, e voi potete anche dire ai giovani non credenti che c’è qualcosa di più di quello che vedono e toccano: c’è Dio”. Allora, credo che ci accetteremo mutuamente.


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