La corsa delle donne
Da Castel Gandolfo la riflessione al Regina Coeli
“Il lunedì dopo Pasqua è in molti Paesi una giornata di vacanza, in cui fare una passeggiata in mezzo alla natura, oppure andare a visitare parenti un po’ lontani per ritrovarsi insieme in famiglia. Ma vorrei che fosse sempre presente nella mente e nel cuore dei cristiani il motivo di questa vacanza, cioè la Risurrezione di Gesù, il mistero decisivo della nostra fede”. Lo ha detto, stamattina, Benedetto XVI, guidando la recita del Regina Cæli con i fedeli e i pellegrini convenuti da tutto il mondo nel cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo e in collegamento audio-video con piazza San Pietro. Infatti, da ieri pomeriggio, il Papa ha raggiunto la residenza pontificia di Castel Gandolfo per un breve periodo di riposo. La preghiera mariana del Regina Cæli per tutto il tempo pasquale sostituisce l’Angelus.
Evento stupendo. “Come scrive san Paolo ai Corinzi, ‘se Cristo non è risorto, vuota è allora la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede’ – ha ricordato il Pontefice -. Perciò in questi giorni è importante rileggere le narrazioni della risurrezione di Cristo che troviamo nei quattro Vangeli. Si tratta di racconti che, in modi diversi, presentano gli incontri dei discepoli con Gesù risorto, e ci permettono così di meditare su questo evento stupendo che ha trasformato la storia e dà senso all’esistenza di ogni uomo”.
Esperienza speciale. “L’avvenimento della risurrezione – ha precisato il Santo Padre - in quanto tale non viene descritto dagli evangelisti: esso rimane misterioso, non nel senso di meno reale, ma di nascosto, al di là della portata della nostra conoscenza: come una luce così abbagliante che non si può osservare con gli occhi, altrimenti li accecherebbe”. Le narrazioni incominciano invece “da quando, all’alba del giorno dopo il sabato, le donne si recarono al sepolcro e lo trovarono aperto e vuoto. San Matteo parla anche di un terremoto e di un angelo sfolgorante che rotolò la grande pietra tombale e vi si sedette sopra”. Ricevuto dall’angelo l’annuncio della risurrezione, “le donne, piene di timore e di gioia, corsero a dare la notizia ai discepoli, e proprio in quel momento incontrarono Gesù, si prostrarono ai suoi piedi e lo adorarono; ed egli disse loro: ‘Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno’”. “In tutti i Vangeli – ha sottolineato Benedetto XVI -, le donne hanno un grande spazio nei racconti delle apparizioni di Gesù risorto, come del resto è anche in quelli della passione e della morte di Gesù”. In realtà, “a quei tempi, in Israele, la testimonianza delle donne non poteva avere valore ufficiale, giuridico, ma le donne hanno vissuto un’esperienza di legame speciale con il Signore, che è fondamentale per la vita concreta della comunità cristiana, e questo sempre, in ogni epoca, non solo all’inizio del cammino della Chiesa”.
Modello esemplare. Per il Papa, “modello sublime ed esemplare di questo rapporto con Gesù, in modo particolare nel suo Mistero pasquale, è naturalmente Maria, la Madre del Signore. Proprio attraverso l’esperienza trasformante della Pasqua del suo Figlio, la Vergine Maria diventa anche Madre della Chiesa, cioè di ognuno dei credenti e dell’intera loro comunità”. “A Lei – ha aggiunto - ci rivolgiamo ora invocandola quale Regina Caeli, con la preghiera che la tradizione ci fa recitare al posto dell’Angelus durante tutto il tempo pasquale. Maria ci ottenga di sperimentare la presenza viva del Signore risorto, sorgente di speranza e di pace”.
Saluti plurilingue. Nei saluti in varie lingue, dopo la recita del Regina Cæli, in francese, ha invitato, come hanno Pietro e gli apostoli, “a testimoniare la nostra fede nella risurrezione di Cristo. Non abbiate paura e andate ad annunciare questa buona novella a tutti i vostri fratelli. Rinnovati, infatti, dalla fede del nostro battesimo partecipiamo già alla vittoria pasquale di Cristo. Proclamiamo al nostro mondo che è presente e vivo in mezzo a noi. Con la Vergine Maria siamo i portatori della speranza e della gioia pasquale”. In inglese, in questo giorno, il Pontefice ha esortato a ricordare “con gioia la nostra redenzione dal peccato e dalla morte in Gesù Cristo”. In tedesco ha affermato: “Il messaggio di Pasqua è speranza. Gesù è vivo. Egli ha vinto il potere del peccato e della morte”. In polacco ha auspicato che la gioia della risurrezione di Gesù “riempia sempre i nostri cuori, perché la testimonianza della nostra fede attiri gli altri al Signore vivente della gloria”. Infine, il Santo Padre ha salutato “con affetto i pellegrini di lingua italiana, i gruppi parrocchiali e le famiglie”, in particolare la scuola materna “Santa Teresa2 di Sinalunga. “A tutti – ha concluso - auguro una serena giornata, nella luce e nella pace del Signore risorto. Buona festa oggi e buona settimana. Grazie”.
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