Portare la croce nel segno della famiglia
Via Crucis: il tradimento che rompe il patto di fedeltà nel matrimonio al centro delle meditazioni al Colosseo. Ventimila fedeli hanno accolto il Papa.
Marino Collacciani
«In questo nostro tempo la situazione di molte famiglie è aggravata dalla precarietà del lavoro e dalle altre conseguenze negative provocate dalla crisi economica». Lo ha rimarcato il Papa termine della Via Crucis al Colosseo. Insomma, portare la croce nel segno della famiglia: è il solco percorso quest'anno dalla Via Crucis. Infatti, l'intero ciclo di meditazioni, che hanno accompagnato le 14 stazioni, è stato incentrato sulla famiglia ed è stato scritto da una coppia di coniugi, Danilo e Anna Maria Zanzucchi, iniziatori del movimento «Famiglie Nuove» nell'ambito del movimento dei Focolari. I testi sono stati letti dall'attrice Barbara De Rossi e dallo speaker della Radio Vaticana, Orazio Coclite. Tra i temi toccati, il tradimento che rompe il patto di fedeltà nel matrimonio, le incomprensioni, l'aborto, le malattie, i problemi della educazione dei figli. Danilo e Anna Maria Zanzucchi sono sposati da quasi 60 anni, hanno 5 figli e 12 nipoti. Salutato dall'applauso di circa 20mila fedeli, Benedetto XVI ha raggiunto in auto la terrazza del Palatino: il Pontefice (che ha quasi 85 anni e ieri sera ha già presieduto in San Pietro il rito dell'adorazione della Croce, durato oltre due ore) è rimasto sulla terrazza mentre la Croce è stata portata nelle diverse stazioni dal cardinale vicario Agostino Vallini, da due frati francescani della Custodia di Terra Santa e da alcune famiglie provenienti dall'Italia, dall'Irlanda, dall'Africa e dall'America Latina. Le torce accanto alla Croce erano rette da due giovani della Diocesi di Roma. «Non poche delle nostre famiglie soffrono per il tradimento del coniuge, la persona più cara». la parole, un preciso e mirato monito sono risuonate al Colosseo quasi come un leit-motiv, uno spartito morale nel quale lo sposo che abbandona e si sottrae ai suoi doveri è paragonato a Giuda che vendette Gesù per 30 denari. Però, quella che è emersa non è stata una condanna bensì l'invito a una conversione di vita che riporti l'unità nelle famiglie. «Dove è finita la gioia della vicinanza, del vivere all'unisono? Dove è il sentirsi una cosa sola? Dove è quel "per sempre" che ci si era dichiarati?», ci si è chiesto alla prima stazione. E nella settima è stata riconosciuta «la fatica a mantenere l'impegno preso nella nostra fedeltà di sposi: non abbiamo più la freschezza e lo slancio di una volta. Ogni atto pare pesante, viene voglia di evadere». «Quante cadute nelle nostre famiglie! Quante separazioni, quanti tradimenti! E poi i divorzi, gli aborti, gli abbandoni!», recitava la meditazione alla terza stazione.
© Copyright Il Tempo, 7 aprile 2012 consultabile online anche qui.
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