Serata bavarese per il Papa. Benedetto XVI invita a vivere la gioia di Cristo
“Mi sono sentito a casa. Grazie per aver trasportato la Baviera a Roma”. Così il Papa questa sera al termine di un’esibizione di canti, balli e musiche bavaresi organizzati nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo dall’arcidiocesi di Monaco e Frisinga in occasione del suo 85.mo compleanno, celebrato lo scorso 19 aprile. Una manifestazione nel segno della gioia, tipica della cultura bavarese, ha constatato Benedetto XVI ringraziando il cardinale Marx, arcivescovo di Monaco, che precedentemente aveva rivolto al Santo Padre il suo saluto. "Al termine di questa “ora bavarese” – ha detto il Pontefice - posso dirvi soltanto un “Dio vi ricompensi” - Vergelt’s Gott - di cuore". “E’ stato bello essere qui, al centro del Lazio, a Castel Gandolfo, e allo stesso tempo in Baviera. Mi sono sentito proprio a casa”. “Abbiamo potuto percepire – ha constatato Benedetto XVI - che la cultura bavarese è una cultura allegra, non chiassosa”. “E’ imbevuta di gioia – ha proseguito - nasce da un’interiore accettazione del mondo, da un sì alla vita che è un sì alla gioia”. “Essa – ha spiegato il Papa - si fonda sulla consapevolezza dell’uomo-creatura di essere in sintonia con la Creazione, in sintonia con il Creatore”. “E’ vero – ha aggiunto il Papa - bisogna riconoscere che Dio, in Baviera, ci ha facilitato il compito: ci ha donato un mondo, una terra così bella che diventa facile riconoscere che Dio è buono ed esserne felici”. “Allo stesso tempo, però, ha anche consentito che gli Uomini che vivono in questa terra abbiano contribuito a darle la sua piena bellezza: solo attraverso la cultura delle persone, attraverso la loro fede, la loro gioia, i canti, la musica e l’arte è diventata così bella come il Creatore, da solo, non avrebbe saputo fare: Dio – ha detto Benedetto XVI - ha voluto l’aiuto degli uomini”. “Ma sarà lecito essere tanto felici, mentre il mondo è così pieno di sofferenza, quando esiste tanta oscurità e tanto male? E’ lecito essere così spavaldamente gioiosi? – ha chiesto il Santo Padre. “Sì! – ha risposto - perché dicendo ‘no’ alla gioia non rendiamo servizio a nessuno, rendiamo soltanto il mondo più oscuro. E chi non ama se stesso non può amare, dare al prossimo, non può aiutarlo, non potrà essere messaggero di pace”. “Noi comprendiamo questo dalla fede – ha aggiunto Benedetto XVI - il mondo è bello e Dio è buono, Egli si è fatto uomo ed è entrato dentro di noi, soffre e vive con noi: Dio è buono ed è bene essere un Uomo”. “Noi viviamo di questa gioia”, ha concluso il Papa con l’invito a portare la gioia anche agli altri, a respingere il male e ad essere “servitori della pace e della riconciliazione”. Il Santo Padre ha quindi ringraziato il “caro cardinale Marx”, arcivescovo di Monaco e Frisinga, per avere organizzato questa “ora”, “per avere trasportato la Baviera a Roma e “per aver reso tangibile l’unità interiore della cultura cristiana”; quindi il ringraziamento alle persone coinvolte nello spettacolo, in particolare gli Alpini Bavaresi - Bayerischen Gebirgsschützen: “meritano un ringraziamento particolare – ha detto il Papa, - perché io sono un Schütze onorario, anche se a suo tempo sono stato un Schütze piuttosto mediocre”. Infine il saluto al cardinale Friedrich Wetter, ex arcivescovo di Monaco e Frisinga: “Grazie per essere venuto: tu sei il mio primo successore nella sede di San Corbiniano; hai guidato per un quarto di secolo l’arcidiocesi da buon pastore: grazie per essere presente!”.
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