lunedì 25 giugno 2012

Tra i terremotati per portare la solidarietà della Chiesa. All'Angelus il Papa parla della visita che compirà martedì in Emilia (O.R.)


All'Angelus il Papa parla della visita che compirà martedì in Emilia


Tra i terremotati per portare la solidarietà della Chiesa


La visita che il Papa compirà martedì 26 giugno nelle zone dell'Emilia colpite dal sisma vuole essere il «segno della solidarietà di tutta la Chiesa» per le popolazioni terremotate. Lo ha sottolineato lo stesso Benedetto XVI dopo la recita dell'Angelus di domenica 24, in piazza San Pietro. Ricordando che proprio domenica si è celebrata in Italia la Giornata per la carità del Papa, il Pontefice ha ringraziato le comunità parrocchiali, le famiglie e i fedeli per «il sostegno costante e generoso» assicurato «a vantaggio di tanti fratelli in difficoltà».
In precedenza Benedetto XVI aveva parlato di san Giovanni Battista - di cui si celebrava la solennità della nascita - sottolineando la sua missione di «precursore di Gesù» ed evidenziando che «i quattro Vangeli danno grande risalto» alla sua figura di «profeta che conclude l'Antico Testamento e inaugura il Nuovo, indicando in Gesù di Nazaret il Messia, il Consacrato del Signore».
Di questa vocazione aveva già indicato gli orizzonti il padre di Giovanni, Zaccaria - marito di Elisabetta, parente della Vergine Maria - parlando di suo figlio come «profeta dell'Altissimo» destinato ad andare «innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati».
Tutto questo - ha ricordato il Papa - «si manifestò trent'anni dopo, quando Giovanni si mise a battezzare nel fiume Giordano, chiamando la gente a prepararsi, con quel gesto di penitenza, all'imminente venuta del Messia, che Dio gli aveva rivelato durante la sua permanenza nel deserto della Giudea». Proprio per questo «egli venne chiamato "Battista", cioè "Battezzatore"».
Quando un giorno Gesù gli si presentò per farsi battezzare - ha proseguito il Pontefice - «Giovanni dapprima rifiutò, ma poi acconsentì, e vide lo Spirito Santo posarsi su Gesù e udì la voce del Padre celeste che lo proclamava suo Figlio». Ma la missione del Battista non era ancora compiuta: «Poco tempo dopo, gli fu chiesto di precedere Gesù anche nella morte violenta: Giovanni fu decapitato nel carcere del re Erode, e così rese piena testimonianza all'Agnello di Dio, che per primo aveva riconosciuto e indicato pubblicamente».
In conclusione, Benedetto XVI ha chiesto alla Vergine Maria - che «aiutò l'anziana parente Elisabetta a portare a termine la gravidanza di Giovanni» - di aiutare «tutti a seguire Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio, che il Battista annunciò con grande umiltà e ardore profetico».


(©L'Osservatore Romano 25-26 giugno 2012)

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