lunedì 25 giugno 2012

Terremoto, i vescovi italiani ringraziano il Papa per la visita di domani. Mons. Crociata: serve nuova presenza dei Cattolici in politica e nel sociale (Izzo)


TERREMOTO: VESCOVI ITALIANI RINGRAZIANO PAPA PER VISITA DOMANI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 25 giu. 


"La Conferenza Episcopale Italiana intende esprimere al Successore di Pietro gratitudine e vicinanza" per la decisione di recarsi domani "nelle zone del Nord Italia colpite dal sisma che dallo scorso 20 maggio sta mettendo a dura prova la popolazione di sette comunita' diocesane, distribuite tra Emilia Romagna, Veneto e Lombardia". La nota della Cei, che rileva come la visita sia stata definita ieri da Benedetto XVI "segno della solidarieta' di tutta la Chiesa", ricorda in particolare l'impegno della Caritas e la destinazione alle zone terremotate di somme cospicue provenienti dai fondi dell'8 per mille: "Fino ad oggi - elenca - la Chiesa Italiana ha messo a disposizione, per questa emergenza, tre milioni di euro ai quali si stanno aggiungendo i frutti della Colletta nazionale indetta per lo scorso 10 giugno e i proventi delle varie iniziative ispirate in tutto il Paese dalla fantasia della carita'".
Dal canto suo, "la Caritas Italiana, che fin dai primi momenti ha attivato in Emilia un centro di coordinamento per consentire interventi adeguati e rispondenti ai bisogni, sta provvedendo alla effettiva distribuzione dei fondi raccolti, che sono stati gia' messi a disposizione delle comunita' colpite per una somma che proprio oggi, grazie ad un secondo trasferimento operato da Caritas Italiana, ha raggiunto i tre milioni di euro". "Tanto questi primi interventi quanto le modalita' dei prossimi - afferma ancora la nota - sono stati e verranno concordati con le diocesi colpite. Fino ad ora sono stati privilegiati l'aiuto nei Centri di accoglienza (tendopoli, scuole, palestre) in risposta ai bisogni primari (generi alimentari, vestiario, letti, coperte, problemi igienico-sanitari), la cura di anziani, ammalati, disabili e minori, come pure la ricostruzione del tessuto comunitario delle parrocchie, il potenziamento dei servizi di ascolto e la realizzazione di strutture per spazi di aggregazione". 


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CATTOLICI: CROCIATA, SERVE NUOVA PRESENZA PERCHE' POCO ISPIRATI



Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 25 giu. 


"Ambiguita', incoerenze, contraddizioni" che caratterizzano la presenza dei cattolici nella politica e nel sociale "contribuiscono a spiegare la situazione dell'Italia di oggi". E' questa la forte denuncia del segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, nel discorso agli assistenti nazionali delle associazioni ecclesiali sociali. "Se siamo arrivati alla dichiarata necessita' di una nuova generazione di cattolici, cio' non e' stato per assenza di politici, sindacalisti, figure istituzionali dichiaratamente cattolici", ha spiegato.
A vanificare la presenza dei cattolici nel sociale e in politica, per Crociata e' stato "il venir meno di un quadro sociale complessivo religiosamente integrato e per la perdita di vitalita' e di adeguata incidenza dell'ispirazione cristiana nella vita sociale, civile e politica". "Voi costituite per mandato ecclesiale - ha ricordato ai cappellani delle Acli, del Mcl e delle altre associazioni - la presenza del ministero ordinato nelle realta' associative che, attraverso di voi e i vostri confratelli impegnati nelle articolazioni territoriali delle aggregazioni, attendono il servizio di una guida pastorale e di un accompagnamento spirituale". "Insieme - ha aggiunto - dobbiamo farci carico di una missione difficile e necessaria, in cui si incrociano la nostra responsabilita' pastorale, le attese di iscritti e associati, il compito storico della Chiesa in Italia". "Riabbracciando la nostra missione con rinnovata adesione - ha spiegato il vescovo - siamo chiamati a pensarla e condurla tenendo conto della complessita' del momento. Esso presenta un popolo di credenti fedeli al loro dovere e al loro compito in famiglia, sul lavoro, nelle relazioni sociali".
Sotto accusa, per mons. Crociata, c'e' "una mentalita' che si e' insinuata in mezzo a noi e che rimanda a quella tanto deprecata separazione tra fede e vita, che oggi assume forme cangianti e insidiose". "Mentre sembra recuperare terreno la richiesta di presenza pubblica della fede e delle sue istanze attraverso la Chiesa - la denuncia del segretario generale della Cei - la dissociazione della fede tra privato e pubblico si ripropone nella vita dei singoli, che ormai tendono a pensare, e a vivere, come se la fede fosse affare privato, e tutto cio' che riguarda la vita sociale e civile fosse da trattare secondo una logica tutta mondana". A questa "insidia", si aggiunge quella che induce a "considerare secondario cio' che attiene ai comportamenti personali o privati". Il risultato e' quello di "pensare la fede in maniera separata dalla vita e dalla coerenza che a essa e' richiesta, annullando le esigenze della morale ridotta semplicisticamente sempre a moralismo". "L'integrita', nel senso dell'unita' del pensare e del vivere, e quindi della persona, e' una dimensione costitutiva della fede come siamo chiamati a viverla nella Chiesa", ha ammonito mons. Crociata, invitando i credenti "alla profonda unita' tra etica sociale ed etica della vita con un preciso primato di quest'ultima, per la salvaguardia - a cui e' preposta - dell'identita' e della dignita' inalienabile di ogni persona umana, in qualsiasi condizione si trovi, dal concepimento alla fine naturale". Alle associazioni, spetta il compito di "individuare gli elementi costitutivi di una proposta formativa che porti i credenti a essere fino in fondo tali, cioe' capaci di assumersi le proprie responsabilita' nella vita privata e in quella pubblica, cosi' da rispondere alle attese che il nostro Paese spera di ricevere dalla presenza dei cattolici". 


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