venerdì 22 giugno 2012

Joseph Ratzinger: un vero innamorato della Chiesa (Nasca)

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6 commenti:

Andrea ha detto...

Questo è il vero volto del Papa (e probabilmente ciò che Gli impedì di diventare un "teologo alla moda", negli anni '60): casa/famiglia (anzitutto la famiglia Ratzinger, ce l'ha detto)/Chiesa/Patria (autentica).
In una parola, Amore (anziché autocelebrazione delirante)

Anonimo ha detto...

L'allora cardinale Ratzinger disse a Messori che non era cambiato lui ma loro, intendendo i colleghi teologi alla moda tanto cari ai media.
Un'amica d'infanzia... una scusa davvero originale quella del monsignore della diocesi di Merlo, nomen omen. E meno male che si tratta di un'amica e non di un'amico. Eppure quanti di questi monsignori vivono una doppia vita offrendo uno squallido esempio ai sacerdoti. Grazie a Dio la nostra amata Chiesa è nel mondo ma non del mondo.
Alessia

Anonimo ha detto...

Quanto sia grande l'amore per la chiesa,lo dimostra la serenità d'animo con cui ha affrontato con un coraggio impressionante tutti gli scandali che fanno paurosamente ondeggiare la fragile barca di Pietro;lui è un grandissimo papa ed un teologo inarrivabile per tutti quegli invidiosi e livorosi che gli si scagliano contro,è la prova evidente del 'non praevalebunt',la ragione per la quale noi non dobbiamo lasciarlo solo,pregando per lui e per la sua alta missione e lo dice uno che è stato per anni ed anni fuori dalla chiesa e che ha trovato in lui la vera roccia contro cui tutto s'infrange.Deus servet eum!GR2

Andrea ha detto...

Caro GR2, la "roccia" contro la quale i marosi non possono fare di più che schiantarsi con furore è appunto Pietro (e non "la Chiesa", come diceva il cardinal Bertone qualche giorno fa).
Questo vuol dire anche che solo a Pietro è dato il ruolo di un'immersione totale nel mare sconvolto del mondo (analoga all'immersione di Cristo nella morte).

Pur condividendo in pieno la sua venerazione per QUESTO Papa, la invito a considerare l'indefettibilità del Papato in quanto tale.
Per un attimo (alla chiusura del Concilio) si diffuse la visione "conciliatorista" del Papa come "riferimento morale delle Nazioni Unite" - l'attimo successivo (1968) vi fu l'esplosione del furore (e degli abbandoni da parte del Clero, come ricordava lei).

Cari saluti

Anonimo ha detto...

Condivido la sua visione del papato in quanto tale ed indefettibile,la mia lontananza dalla chiesa è coincisa con alcuni spiacevoli episodi di cui sono stato protagonista mio malgrado,se non erro lei ha avuto dei problemi con i salesiani,mi corregga se sbaglio,io ho avuto i miei con semplici preti di campagna,che mi hanno causato non poche perplessità e dubbi devastanti;il mio affetto per BXVI è dovuto in primis nel fatto che già dal primo momento l'ho percepito come un uomo di Dio,e,se mi è concesso,non ce ne sono tanti di quella portata in giro.E' sempre un piacere leggerla e risponderle,con stima.GR2

Andrea ha detto...

Perfetto, caro GR2.
Io "fiutai" subito (scuola media- anni '70) che i miei Salesiani pensavano più a "svecchiarsi" (il che coincideva con il rituffarsi nell'allucinante "predica al Papa" fatta dai giansenisti/massoni dell' 800, e nel fuggire dalla Madonna Theotokos verso un Dio "inconoscibile") che a vedere Cristo in noi alunni e nell'aiutarci a crescere con Lui.

Poi piombai nel Liceo statale, dove il mantra ottocentesco era esplicito (no al "Sillabo" - sì all'economicismo, alla Rivoluzione, allo scientismo).

Mi dispiace che lei abbia sofferto per la "contro-testimonianza" di altri preti.
Davvero la "cifra" della pseudo-Chiesa (caricatura di Chiesa) dei nostri tempi è maschilista: non il prete con la sottana, a cui baciare la mano (che non aveva la minima inclinazione omosessuale: don Camillo), ma il prete-"esperto", "organizzatore", "leader", che non ha tempo per mettere l'abito.
Soprassediamo sulle possibili perversioni di una tale personalità. Ci basta costatare quanto poco abbia costruito, e quanto abbia allontanato i Christifideles Laici (giovani e no).

Grazie