sabato 10 novembre 2012

Una legge gravemente ingiusta. I presuli spagnoli sulla sentenza del Tribunale Costituzionale (O.R.)


I presuli spagnoli sulla sentenza del Tribunale Costituzionale

Una legge gravemente ingiusta

Madrid, 9. «Gravemente ingiusta». L'attuale normativa sul matrimonio in Spagna, al di là della sua conformità o meno alla Costituzione, «non riconosce» e «non protegge» la realtà del «matrimonio nella sua specificità», come unione tra un un uomo e una donna. Per questo è «urgente» apportare opportune modifiche. È quanto sostengono i vescovi spagnoli che ieri, giovedì 8, sono intervenuti con una nota sulla discussa sentenza del Tribunale Costituzionale sul cosiddetto matrimonio omosessuale. Infatti, i giudici dell'alta corte, martedì scorso, hanno respinto -- otto voti contro tre -- il ricorso presentato contro la legge che sette anni fa ha introdotto nella penisola iberica le nozze tra persone dello stesso sesso. Sancendone così la conformità alla Carta costituzionale. Di contro, la Conferenza episcopale, che già in passato era intervenuta più volte sulla materia, è tornata a fare sentire la sua voce, nella consapevolezza «delle conseguenze negative» che da tale sentenza «deriveranno per il bene comune». I presuli riaffermano i principi della dottrina cattolica e ricordano quanto espresso nella recente istruzione pastorale su La verità dell'amore umano. Orientamenti sulla verità dell'amore coniugale, l'ideologia di genere e la legislazione famigliare, pubblicata nel luglio scorso. In particolare, viene ricordato «il diritto di coloro che si sposano a essere espressamente riconosciuti come marito e moglie», insieme «al diritto dei bambini a godere di un padre e di una madre». Diritti che oggi «non sono riconosciuti dalla legge».

(©L'Osservatore Romano 10 novembre 2012)

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