lunedì 13 agosto 2012

Vatileaks: per favore, dite tutto (Tosatti)

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Concordo al cento per cento!

11 commenti:

gemma ha detto...

Sottoscrivo, firmo, controfirmo e timbro

Anonimo ha detto...

Sto' disgraziato se rubava pure le Eneidi...se me l'avevesse detto che gli serviva glie ne avrei regalata una io!
I regali fatti al papa mi sembra di capire finiscano nelle mani dei suoi collaboratori.Che vergogna,
forse è meglio non regalar nulla...

Raffaella ha detto...

Ecco!!! Altro bel capitolo ed altra zappa!
R.

gemma ha detto...

Gia', pure questa...uno pensa di donare una cosa al Papa, o comunque alla Chiesa, e il segretario la gira al maggiordomo....ma mettetela in vendita e datel il tutto in beneficenza, se proprio non sapete dove metterla

SERAPHICUS ha detto...

E' chiaro che i doni per il Papa non finiscono "nelle mani dei collaboratori". Interessante e anche buffo (e non smentita) è la ricostruzione del "caso Eneide" da parte di questo infedele "infiltrato dallo Spirito Santo":

"Mons. Gaenswein talvolta mi faceva omaggio di taluni doni fatti al Santo Padre. In particolare questo avveniva per i libri sapendo che io avevo una passione particolare per questi. Per quanto riguarda l’edizione dell’Eneide ricordo che avendo mio figlio cominciato lo studio di quel poema chiesi a Mons. Gaenswein se potevo far vedere il libro al professore di mio figlio. Lui mi disse di sì ed il libro rimase a casa mia in attesa di essere restituito".

SERAPHICUS ha detto...

@gemma: Per favore! Il segretario non gira niente a nessuno, come si evince dalla risposta dell'imputato. Che gli si davano magari certi libri - che arrivano in massa come "dono" al Santo Padre (che non potrà mai leggerli), dal tascabile all'ultima trovata di un qualsiasi autore - non è uno scandalo. E come si vede: quel libro particolare aspettava di essere restituito (e il poverino ha dimenticato di farlo, era troppo occupato con lo Spirito Santo).

Dunque: occupiamoci delle cose importanti, e ce ne sono!

Anonimo ha detto...

Gemma,
che il segretario la giri al maggiordomo x portarla a casa non ci trovo niente di strano. Fa parte del suo compito.
Il problema e' che il maggiordomo se l'e' tenuta.

Raffaella ha detto...

Una copia dell'Eneide del '500?
R.

Antonio ha detto...

Un tempo i camerieri del Papa erano solo sacerdoti che svolgevano con gioiosa semplicità il loro lavoro.
Ricordo don Augusto Cecchi parroco di San Lorenzo in Damaso, nella nostra Alma Roma, che fu cameriere segreto partecipante di ben cinque pontefici da Benedetto XV in poi.Quanta umiltà,abnegazione, bontà,semplicità e discrezione!Dalla sua bocca non udii mai un segreto.
Oggi i sacerdoti si sentonio importanti ,vogliono emergere,l'umiltà non fa più parte del loro linguaggio e delle loro vite,se fanno qualcosa è solo per un fine.
Quanto orgoglio,portano un pittale e domani si vogliono... monsignori , vescovi o cardinali!
Ecco il marciume,l'ambizione di cui parla spesso il Santo Padre!
Questa storia,vi confesso mi sta distruggendo,il dolore che provo è enorme purtroppo non posso far nulla per aiutare il Papa posso solo pregare tanto e sempre per Lui perché il Signore Gesù lo consoli e gli dia conforto.
A noi è dato di vivere in questi tempi iniqui e nefasti...oh Roma Nobile come sei ridotta!

Anonimo ha detto...

"solo" pregare, Antonio? La preghiera è dunque poco per te? Rammenta che è ciò che il Santo Padre ci chiede senza stancarsi dall'inizio del suo Ministero.
Alessia

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella,

questa volta non sono tanto d’accordo. Se il “diteci tutto” si riferisce alla questione degli omissis, sinceramente mi sembra meglio che gli omissis restino dove sono, finché non si conclude il processo; anche se non sono un giurista, per quel che il mio parere può contare mi sembra meglio che in una sentenza di rinvio a giudizio non si rendano pubblici i nomi di persone che potrebbero forse essere coinvolte o forse no (ovviamente la sentenza non può nascondere il nome di coloro che sono rinviati a giudizio); diffondere certi nomi prima che il processo chiarisca tutte le circostanze e le responsabilità sarebbe un atto che si presta alla calunnia o all’infangamento delle persone. Tanto più che in qualche caso (come quello della persona che chiamano, mi sembra, X) l’indizio di responsabilità è abbastanza vago; quindi credo che prima che si faccia luce sui fatti sia meglio non divulgare i nomi.
Tosatti dice molto giustamente che un miliardo e duecento milioni di cattolici hanno il diritto di sapere; tuttavia credo che abbiano diritto di sapere cose accertate quando saranno accertate, non di farsi vendere per buone, come spesso accade sui giornali, accuse la cui solidità deve ancora essere vagliata in giudizio. Sinceramente mi sembra che anche la sua richiesta risponda a una certa forma mentis giornalistica secondo cui i processi vanno fatti sommariamente sui mass media, e non con le dovute garanzie nei tribunali, e questa è l’atteggiamento che, forse anche perché a tanti magistrati italiani fa piacere così, vediamo continuamente sui nostri media (ed è anche la stessa prospettiva che tanto ha nuociuto in molti casi legati alla questione della pedofilia).
Una cosa che abbiamo sempre apprezzato di Benedetto XVI è il suo non lasciarsi dettare l’agenda dai media (e anzi, ci ha sempre un po’ fatto sorridere vedere come i media se la prendevano per il fatto di non essere per lui il centro del mondo così come lo sono per politici e potenti vari); credo che dobbiamo tenere il medesimo atteggiamento per la giustizia vaticana, che in questo caso mi sembra dalla parte della ragione nel non voler mettere in piazza nomi di persone la cui posizione è tutta da chiarire, anche se certamente i media vorrebbero poter avere qualche nome importante da sparare in prima pagina. Il miliardo e duecento milioni di cattolici ha certamente il diritto di sapere, ma anche il dovere di aspettare.

Come sempre grazie per il tuo lavoro,

Ezio