sabato 11 agosto 2012

Per tornare alle sorgenti della Chiesa d'Oriente. A Monaco di Baviera il primo incontro dei giovani caldei d'Europa

A Monaco di Baviera il primo incontro dei giovani caldei d'Europa

Per tornare alle sorgenti della Chiesa d'Oriente


Monaco di Baviera, 10. Un incontro dedicato alla preghiera per una spiritualità della nuova evangelizzazione ha visto coinvolti, dal 6 al 10 agosto a Monaco di Baviera, numerosi giovani caldei provenienti da diversi Paesi europei. L'incontro, durante il quale si sono alternati intensi momenti di preghiera e di meditazione ha avuto inizio con la messa celebrata da monsignor Philip Najim, procuratore a Roma del Patriarcato di Babilonia dei Caldei, coadiuvato dai sacerdoti caldei di origine irachena e turca operanti in Europa. 

Durante la celebrazione liturgica, monsignor Najim -- riferisce il sito Baghdadhope -- ha letto il messaggio ai numerosi partecipanti consegnatogli dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.
I giovani caldei hanno risposto così all'invito rivolto da Papa Benedetto xvi per l'Anno della fede ritrovandosi in Germania con l'intento di tornare alle sorgenti della spiritualità della Chiesa d'Oriente, una Chiesa martire e sofferente dando un chiaro segno della sua vita e della sua presenza in ogni parrocchia.
Il messaggio del cardinale Sandri, che descrive l'incontro dei giovani caldei come preparatorio per «vivere intensamente l'Anno della fede che avrà inizio il prossimo 11 ottobre», ricorda come proprio in quel giorno si celebrerà il cinquantesimo anniversario dell'apertura del concilio Vaticano ii che dedicò particolare attenzione alle Chiese orientali cattoliche con il decreto Orientalium Ecclesiarum.
Il porporato ha sottolineato come il «pellegrinaggio alle sorgenti» della professione di fede sia la risposta al motu proprio Porta fidei di Benedetto xvi la cui vita, vissuta in parte nella diocesi di Monaco di Baviera, si è sviluppata all'insegna delle certezze dove «Dio può tutto e vince tutto». 
I giovani caldei riuniti nella città tedesca -- prosegue il messaggio del cardinale -- devono ricordare la fedeltà di Cristo alla Chiesa «nonostante l'umanità tenti in ogni epoca di metterlo fuori dalle porte della propria esistenza», e devono farlo anche in nome della loro Chiesa Madre, quella Chiesa caldea «che nelle prove non ha mai smesso di confessare il nome di Cristo e attende una nuova stagione di primavera in cui voi dovete essere protagonisti dell'annuncio di Dio agli uomini».
Intanto, per testimoniare la solidarietà della Chiesa universale e contribuire in modo concreto alla promozione di progetti improntati al dialogo interreligioso e all'incontro islamo-cristiano, un gruppo di 13 ragazzi francesi ha iniziato, la settimana scorsa, un viaggio di alcuni giorni alla scoperta del nord dell'Iraq, delle comunità cristiane locali e delle iniziative messe in campo da laici e sacerdoti per ricostruire un Paese martoriato dalla guerra e, ancora oggi, teatro di violenze e scontri interconfessionali. Sette ragazzi sono ospiti a Kirkuk, mentre gli altri sei a Karakosh (piana di Ninive), nel Kurdistan iracheno. Per i giovani, la solidarietà ai fratelli dell'Iraq si manifesta attraverso una presenza che diventa anche vicinanza fisica e non solo solidarietà a parole. 
A Kirkuk, i ragazzi francesi sono ospiti dell'arcivescovo di Kirkuk dei Caldei, monsignor Louis Sako. 
Sottolineando il valore profondo dell'iniziativa che ha portato i giovani europei a incontrare e a conoscere la realtà irachena della minoranza cristiana, l'arcivescovo ha voluto esprimere profonda gratitudine. 
«Sono progetti -- ha sottolineato l'arcivescovo di Kirkuk -- che inducono alla speranza e rendono tutti più forti: francesi e iracheni, grazie anche alla possibilità di approfondire la fede e testimoniare la Buona novella. Cristo è ragione di salvezza per tutti noi e ogni momento è un'occasione di redenzione».

(©L'Osservatore Romano 11 agosto 2012)

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