sabato 4 agosto 2012

Memoria di San Giovanni Maria Vianney. Il Papa: toccava il cuore degli uomini, perché era innamorato di Gesù



Memoria di San Giovanni Maria Vianney. Il Papa: toccava il cuore degli uomini, perché era innamorato di Gesù 


La Chiesa celebra oggi la memoria di San Giovanni Maria Vianney, figura luminosa di sacerdote e patrono di tutti i parroci del mondo. Al Santo Curato d’Ars, Benedetto XVI ha dedicato numerose riflessioni, indicandolo come modello sempre attuale per ogni sacerdote. A lui ha inoltre dedicato l’Anno Sacerdotale, nel 150.mo della sua morte. Nel servizio di Alessandro Gisotti, riprendiamo alcune meditazioni del Papa su San Giovanni Maria Vianney:   


“Un buon pastore – diceva San Giovanni Maria Vianney – un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possa concedere a una parrocchia”. Centocinquant’anni dopo, Benedetto XVI è convinto che questo semplice ma efficace pensiero del Curato d’Ars sia valido ancora oggi. Certo, sottolinea il Papa, i suoi metodi pastorali “potrebbero apparire poco adatti alle attuali condizioni sociali e culturali”. Ma in realtà, rileva, il suo essere “innamorato di Cristo” lo rende contemporaneo di ogni sacerdote:


“Il vero segreto del suo successo pastorale è stato l’amore che nutriva per il Mistero eucaristico annunciato, celebrato e vissuto e che è diventato amore delle pecore di Cristo, delle persone che cercano di Dio” (Udienza generale, 5 agosto 2009)


Nella Francia post-rivoluzionaria, segnata dal razionalismo che voleva allontanare Dio dal cuore degli uomini, il Curato d’Ars attirò migliaia di anime al cuore di Dio. Ci riuscì non per le sue qualità umane, constata il Papa, ma perché si conformò al Buon Pastore fino a dare la vita per le sue pecore:


“La sua esistenza fu una catechesi vivente, che acquistava un’efficacia particolarissima quando la gente lo vedeva celebrare la Messa, sostare in adorazione davanti al tabernacolo o trascorrere molte ore nel confessionale (…) riconosceva nella pratica del Sacramento della penitenza il logico e naturale compimento dell’apostolato sacerdotale” (Udienza generale, 5 agosto 2009)


L’amicizia con il Signore: ecco, evidenzia il Papa, il vero segreto del “successo” di San Giovanni Maria Vianney. Analfabeta fino all’età di 17 anni, giunse all’ordinazione dopo non poche traversie e incomprensioni. I suoi limiti umani però non lo fermarono. Anzi, lo spinsero ad affidarsi sempre più totalmente al Signore e a lasciarsi guidare da Lui. Questo completo affidamento, è l’esortazione del Papa, è proprio quanto devono fare i sacerdoti del nostro tempo:


“Sull’esempio del Santo Curato d’Ars, lasciatevi conquistare da Cristo e sarete anche voi, nel mondo di oggi, messaggeri di speranza di riconciliazione, di pace” (Udienza generale, 31 marzo 2010)


In questo tempo, avverte ancora il Pontefice, si sente urgente il bisogno di sacerdoti santi, di testimoni credibili. Preti umili ed eccezionali al tempo stesso, proprio come San Giovanni Maria Vianney che seppe rispondere alla sete di verità degli uomini del suo tempo. Come lui, esorta il Papa, i sacerdoti devono coltivare e accrescere, giorno dopo giorno, “un’intima unione personale con Cristo e devono insegnare a tutti questa unione”:


“Solo se innamorato di Cristo, il sacerdote potrà toccare i cuori della gente ed aprirli all’amore misericordioso del Signore”. (Udienza generale, 5 agosto 2009)


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