''L'ardente desiderio'' del card. Dionigi Tettamanzi: la Chiesa possa venerare Papa Montini ''come beato''
"Si sa che Papa Montini amava molto la solennità liturgica della Trasfigurazione del Signore: la sentiva come momento di grande e profonda spiritualità. È significativo, ad esempio, che la sua prima enciclica, Ecclesiam suam, sia stata pubblicata con la data del 6 agosto 1964. Un altro piccolissimo ma degno particolare è questo: per l’abside della rinnovata cappella del Seminario Lombardo dei Santi Ambrogio e Carlo in Roma, richiesto di un parere da parte del Rettore, Paolo VI suggeriva immediatamente la raffigurazione mosaicale del mistero della Trasfigurazione". Celebrando questa sera in san Pietro la messa nella solennità della Trasfigurazione del Signore e nel 34° anniversario della morte di Paolo VI, il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, ha voluto riproporre la spiritualità di Papa Montini richiamando "il testo del Discorso preparato per l’Angelus del 6 agosto 1978, che il Pontefice però non poté pronunciare a Castel Gandolfo perché malato. Come si sa, la sera di quello stesso giorno veniva lui stesso ‘trasfigurato’ dalla morte".
"Le parole di questo Discorso - ha aggiunto il card. Tettamanzi - sono diventate realtà: dicono ormai, ne siamo certi, la condizione definitiva della vita beata di Paolo VI, accesa per sempre nel cuore stesso di Dio. E confido qui il mio ardente desiderio - e sono sicuro che è condiviso da tanti (tutti) - che presto la Chiesa possa venerare Paolo VI come beato: un desiderio che mi si riaccende ogniqualvolta leggo i suoi scritti e penso al suo servizio d’amore alla Chiesa e all’umanità".
Il cardinale ha quindi letto il discorso nel quale Paolo VI affermava tra l’altro: "La Trasfigurazione del Signore… getta una luce abbagliante sulla nostra vita quotidiana e ci fa rivolgere la mente al destino immortale che quel fatto in sé adombra". Per Papa Montini la Trasfigurazione "fa vedere anche il trascendente destino della nostra natura umana, ch'egli ha assunto per salvarci, destinata anch'essa, perché redenta dal suo sacrificio d'amore irrevocabile, a partecipare alla pienezza della vita, alla ‘sorte dei santi nella luce’". Per questo, concludeva Paolo VI, "Una sorta incomparabile ci attende se avremo fatto onore alla nostra vocazione cristiana: se saremo vissuti nella logica consequenzialità di parole e di comportamento, che gli impegni del nostro battesimo ci impongono". Il card. Tettamanzi ha quindi aggiunto che a sollecitare questi pensieri e questa testimonianza "è l’imminente Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI nel cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II. Esso ci ricorda l’analogo Anno della Fede voluto da Paolo VI nel 1967".
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3 commenti:
SAnto subito! che aspettano?
Que el Santo Padre Pablo VI esté en el cielo e interceda por nosotros es probablemente hoy, más que un deseo, una hermosa realidad. Ahora bien,ante el hecho de proponerlo como ejemplo y modelo, mediante una eventual beatificación,entonces me asaltan dudas. Sobre el pontificado del Papa Montini siempre se cernirán sombras e interrogantes: ¿es posible que un Soberano Pontífice puediera contemplar impávido, aunque con dolor, cómo se desmantelaba la Igesia antes sus propios ojos, y no ser capaz de tomar medidas disciplinares adecuads como corresponde a quien gobierna? ¿Es prudente elevar a la gloria de los altares a un Romano Pontífice en cuyo mandato casi el 10% de los sacerdotes abandonaron su ministerio. Solo Dios lo sabe: ¡hágase su voluntad!
Bravo Domingo!
Conforto Tettamanzi comunicandogli che in virtù del battesimo siam tutti beati e santi in Cristo...di più non si indaghi...pensiamo a Marcinkus e altri...verrebbero fuori altarini,taceo!
Ricordiamolo così...
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