Papa: Preoccuparci per il pane materiale, ma soprattutto rafforzare la fede in Cristo vero "pane di vita"
All'Angelus a Castel Gandolfo, Benedetto XVI sottolinea che, anche se importanti, le preoccupazioni quotidiane del mangiare, del vestire, della carriera, non possono essere l'unico orizzonte. La fede in Cristo non è seguire un'idea, un progetto, ma un incontro con una Persona viva. Gesù, vero pane di vita sazia la nostra fame di senso e di verità.
Castel Gandolfo (AsiaNews)
"Nelle giornate cariche di occupazioni e di problemi, ma anche in quelle di riposo e di distensione, il Signore ci invita a non dimenticare che se è necessario preoccuparci per il pane materiale e ritemprare le forze, ancora più fondamentale è far crescere il rapporto con Lui, rafforzare la nostra fede in Colui che è il «pane di vita», che riempie il nostro desiderio di verità e di amore". È la conclusione del breve discorso che Benedetto XVI ha tenuto prima della preghiera dell'Angelus con i pellegrini radunati nel cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
La tensione fra il "pane materiale" e il "pane della vita" è stato il ritornello ricorrente nelle parole del pontefice, che ha commentato il brano del vangelo di Giovanni incluso nella liturgia della domenica (Giov. 6, 24-35).
Benedetto XVI ricorda che la gente, dopo il miracolo della moltiplicazione del pane, va alla ricerca di Gesù. "Ma Gesù - spiega il papa - sapeva bene il perché di tanto entusiasmo nel seguirlo e lo dice con chiarezza: voi «mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati» (v. 26). Gesù vuole aiutare la gente ad andare oltre la soddisfazione immediata delle proprie necessità materiali, pur importanti. Vuole aprire ad un orizzonte dell'esistenza che non è semplicemente quello delle preoccupazioni quotidiane del mangiare, del vestire, della carriera. Gesù parla di un cibo che non perisce, che è importante cercare e accogliere".
"Egli afferma: «Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'Uomo vi darà» (v. 27). La folla ancora una volta non comprende, crede che Gesù chieda l'osservanza di precetti per poter ottenere la continuazione di quel miracolo, e chiede: «Cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» (v. 28). La risposta di Gesù è chiara: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato» (v. 29)".
"Il centro dell'esistenza - precisa il pontefice - ciò che dà senso pieno e ferma speranza al cammino spesso difficile è la fede in Gesù, è l'incontro con Cristo. Non si tratta di seguire un'idea, un progetto, ma di incontrarlo come una Persona viva, di lasciarsi coinvolgere totalmente da Lui e dal suo Vangelo. Gesù invita a non fermarsi all'orizzonte umano e ad aprirsi all'orizzonte di Dio, all'orizzonte della fede. Egli esige un'unica opera: accogliere il piano di Dio, cioè «credere a colui che egli ha mandato» (v. 29). Mosè aveva dato ad Israele la manna, il pane dal cielo, con il quale Dio stesso aveva nutrito il suo popolo. Gesù non dona qualcosa, dona Se stesso: è Lui il «pane vero, disceso dal cielo», ed è nell'incontro con Lui che noi incontriamo il Dio vivente".
E aggiunge: "Gesù, vero pane di vita che sazia la nostra fame di senso, di verità, non si può «guadagnare» con il lavoro umano; viene a noi soltanto come dono dell'amore di Dio, come opera di Dio da chiedere e accogliere".
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