mercoledì 1 agosto 2012

Festa del Perdono di Assisi. Padre Carballo: abbiamo tutti bisogno di riconciliarci con Dio e con gli altri (R.V.)



Festa del Perdono di Assisi. Padre Carballo: abbiamo tutti bisogno di riconciliarci con Dio e con gli altri 


Si è aperta oggi nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli la Festa del Perdono di Assisi che si concluderà domani sera con la Messa presieduta dal vescovo della città, mons. Domenico Sorrentino. Migliaia i pellegrini giunti alla Porziuncola per ricevere l’indulgenza plenaria che San Francesco chiese e ottenne dal Papa nel 1216. Sulla nascita di questa Festa ascoltiamo padre José Rodriguez Carballo, ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, che questa mattina ha presieduto la celebrazione inaugurale. L’intervista è di Sergio Centofanti:


R. - Qual’era il motivo profondo per la quale Francesco chiese questa grazia? Semplicemente la sua volontà di “mandare tutti in paradiso”, come lui stesso diceva. Lui, che aveva scoperto il “Dio Amore”, voleva che gli altri facessero questa stessa esperienza; ecco perché è così popolare la Festa del Perdono di Assisi o l’Indulgenza della Porziuncola. È tanta la gente che ha voluto fin dalle origini avere questa grazia e pian piano è divenuto necessario costruire una grande basilica. Questo ha dato origine all’attuale Basilica papale di Santa Maria degli Angeli ad Assisi in Porziuncola. 


D. - Qual è il messaggio che questa festa può dare in modo particolare alla società di oggi?


R. - Io penso che il grande messaggio della Festa del Perdono di Assisi, è proprio questo: abbiamo bisogno di sentirci perdonati, abbiamo bisogno di fare l’esperienza del perdono che Dio ci offre e abbiamo bisogno anche di perdonare. L’amore, come il perdono, parlano soprattutto delle persone capaci di amare e di perdonare: la Festa del Perdono di Assisi ci parla del perdono che Dio ci offre, ma allo stesso tempo ci porta a perdonare e ad amare gli altri come Dio ci ama. Possiamo dire, quindi, che si tratta di una festa molto attuale, il mondo di oggi ha bisogno della riconciliazione e questo è possibile soltanto quando uno si sente amato e perdonato e quando uno si apre al perdono e alla misericordia con gli altri.


D. – E cosa possiamo fare come cristiani per rilanciare l’evangelizzazione in questo mondo che ha così bisogno di perdono?


R. - Io penso che l’evangelizzazione non è tanto una questione di metodi e tecniche, ma è soprattutto questione di testimonianza. La prima grande cosa che possiamo fare come cristiani, per rilanciare l’evangelizzazione, è quindi prendere coscienza di quello che siamo, cioè cristiani, discepoli di Gesù e testimoniarlo con la nostra vita e con le nostre parole, in modo da manifestare agli uomini - come direbbe San Francesco d’Assisi - che non c’è altro Onnipotente se non Dio e che Gesù Cristo è per noi la via, la verità e la vita. Quindi che possiamo fare? Tante cose, ma soprattutto essere più cristiani noi stessi. Sono convinto che il dramma della Chiesa oggi non è che noi cristiani siamo pochi, il dramma potrebbe essere che noi cristiani non siamo troppo cristiani. 


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