Bertone: Benedetto XVI al lavoro per una nuova enciclica
Per l’anno della fede, il Papa potrebbe pubblicare la sua quarta enciclica. E sicuramente arriverà il terzo volume su Gesù. Ad annunciarlo è stato ieri il il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, in questi giorni in vacanza in Valle d’Aosta. «Il Santo Padre – ha riferito il porporato – ha concluso il suo terzo volume, un manoscritto dedicato a Gesù di Nazaret. È un grande regalo nell’anno della fede. Poi, forse, ci sarà anche l’enciclica». Quindi ha aggiunto: «Leggeremo questo terzo volume con avidità e con grande gusto». Fino ad oggi papa Ratzinger ha scritto ha scritto tre encicliche, la «Deus caritas est», firmata il giorno di Natale del 2005; la «Spe salvi», che porta la data del 30 novembre 2007, e la «Caritas in veritate», del 29 giugno 2009. Si è ipotizzato che dopo quella sulla carità e quella sulla speranza, Benedetto XVI voglia dedicare un’enciclica alla fede, completando così una sorta di trilogia sulle tre virtù teologali.
Il cardinale Bertone non ha detto l’argomento dell’enciclica, ma un documento sulla fede sarebbe in sintonia con l’Anno della fede, appunto, che prenderà il via il prossimo autunno, in occasione dei 50 anni del Concilio Vaticano II. E sempre in autunno dovrebbe essere edita la terza parte del libro «Gesù di Nazaret», sui Vangeli dell’infanzia. Bertone ha parlato a margine della Messa celebrata ieri sera a Introd, località in cui Giovanni Paolo II passò numerosi dei suoi soggiorni estivi extra Castel Gandolfo e in cui ha trascorso il suo periodo di risposo anche Benedetto XVI. Nel corso dell’omelia il segretario di Stato vaticano ha indicato nella parabola evangelica del Buon pastore l’esempio da seguire per chi governa. Il porporato si è riferito alla parabola ed alla figura del vescovo Eusebio di Vercelli, nei giorni in cui ne ricorre la festa, per delineare il profilo di chi «governa con senso di responsabilità, a differenza del mercenario che svolge un mestiere. Governare significa prendersi cura, prendere le difese dei deboli, dei bisognosi, e nell’immagine del "buon pastore" far risplendere la regalità di Cristo. In Cristo anche il vescovo detiene l’autorità sul popolo a lui affidato, e questa è un dovere, un debito, è un ministero verso gli altri, per condurli alla pienezza di vita e di libertà voluta da Dio per l’uomo sua creatura». Il cardinale Bertone ha parlato del vescovo Eusebio, mostrandone la straordinaria attualità: annunciò il Vangelo ovunque, «affrontò viaggi durissimi, pericoli, incomprensioni e persecuzioni dei nemici» e formò buoni sacerdoti. L’esempio di Eusebio deve ispirarci oggi, ha detto il cardinale Bertone, alla vigilia dell’Anno della fede. Nella nuova evangelizzazione «dobbiamo saper riconoscere tutta la carica di fiducia che Dio dà a noi oggi, nel volerci annunciatori del Vangelo in mezzo alla nostra gente».
© Copyright Avvenire, 2 agosto 2012 consultabile online anche qui.
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