Appello al Papa all'Angelus per le popolazioni alluvionate di Filippine e Cina e per l'Iran colpito dal terremoto
Il Papa all’Angelus a Castel Gandolfo ha lanciato un accorato appello in favore delle popolazioni asiatiche, in particolare delle Filippine e della Repubblica Popolare Cinese, duramente colpite da violenti piogge, come pure a quelle del Nord-ovest dell’Iran, colpite da un violento terremoto:
“Questi eventi hanno provocato numerose vittime e feriti, migliaia di sfollati e ingenti danni. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per quanti hanno perso la vita e per tutte le persone provate da così devastanti calamità. Non manchi a questi fratelli la nostra solidarietà e il nostro sostegno”.
Un appello che si ricollega alla sua catechesi in cui aveva commentato il discorso di Gesù sul pane disceso dal cielo, così come proposto dalla liturgia odierna:
“Mangiato con la fede – ha sottolineato - questo pane trasforma la nostra vita e ci incoraggia a condividere con i nostri fratelli e sorelle che hanno fame di cibo materiale e spirituale e soprattutto di amore e di speranza”.
Il Papa spiega cosa vuole dire Gesù quando con la moltiplicazione dei pani e dei pesci sfama una folla di cinquemila uomini:
“Gesù vuole aiutarli a comprendere il significato profondo del prodigio che ha operato: nel saziare in modo miracoloso la loro fame fisica, li dispone ad accogliere l’annuncio che Egli è il pane disceso dal cielo (cfr Gv 6,41), che sazia in modo definitivo”.
“Anche il popolo ebraico, durante il lungo cammino nel deserto – osserva - aveva sperimentato un pane disceso dal cielo, la manna, che lo aveva mantenuto in vita, fino all’arrivo nella terra promessa. Ora, Gesù parla di sé come del vero pane disceso dal cielo, capace di mantenere in vita non per un momento o per un tratto di cammino, ma per sempre”:
“Lui è il cibo che dà la vita eterna, perché è il Figlio unigenito di Dio, che sta nel seno del Padre, venuto per donare all’uomo la vita in pienezza, per introdurre l’uomo nella vita stessa di Dio!.
Nel pensiero ebraico – rileva – “era chiaro che il vero pane del cielo, che nutriva Israele, era la Legge, la parola di Dio. Il popolo di Israele riconosceva con chiarezza che la Torah era il dono fondamentale e duraturo di Mosè e che l’elemento fondamentale che lo distingueva rispetto agli altri popoli consisteva nel conoscere la volontà di Dio e dunque la giusta via della vita”:
“Ora Gesù, nel manifestarsi come il pane del cielo, testimonia di essere Lui la Parola di Dio, la Parola incarnata, attraverso cui l’uomo può fare della volontà di Dio il suo cibo (cfr Gv 4,34), che orienta e sostiene l’esistenza. Dubitare allora della divinità di Gesù, come fanno i Giudei del passo evangelico di oggi, significa opporsi all’opera di Dio”.
I Giudei – spiega il Papa – infatti affermano: “è il figlio di Giuseppe! Di lui conosciamo il padre e la madre! (cfr Gv 6,42). Essi non vanno oltre le sue origini terrene, e per questo si rifiutano di accoglierlo come la Parola di Dio fattasi carne”. Ricorda il commento di Sant’Agostino: «erano lontani da quel pane celeste, ed erano incapaci di sentirne la fame. Avevano la bocca del cuore malata… Infatti, questo pane richiede la fame dell’uomo interiore» (Omelie sul Vangelo di Giovanni, 26,1):
"E dobbiamo chiederci se noi realmente sentiamo questa fame, la fame della Parola di Dio, la fame di conoscere il vero senso della vita. Solo chi è attirato da Dio Padre, chi lo ascolta e si lascia istruire da Lui può credere in Gesù, incontrarlo e nutrirsi di Lui e così trovare la vera vita, la strada della vita, la giustizia, la verità, l'amore".
Il Papa cita ancora Sant’Agostino: «il Signore… affermò di essere il pane che discende dal cielo, esortandoci a credere in lui. Mangiare il pane vivo, infatti, significa credere in lui e chi crede, mangia; in modo invisibile è saziato, come in modo altrettanto invisibile rinasce» a una vita più profonda, più vera. Rinasce di dentro, nel suo intimo diventa un uomo nuovo”.
Infine, eleva la sua preghiera a Maria:
“Invocando Maria Santissima, chiediamole di guidarci all’incontro con Gesù perché la nostra amicizia con Lui sia sempre più intensa; chiediamole di introdurci nella piena comunione di amore con il suo Figlio, il pane vivo disceso dal cielo, così da essere da Lui rinnovati nell’intimo del nostro essere”.
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