domenica 12 agosto 2012

Afghanistan, Avvenire difende i soldati ed i cappellani dalle accuse di alcuni preti (Izzo)


AFGHANISTAN: AVVENIRE DIFENDE SOLDATI E CAPPELLANI DA ACCUSE PRETI

Salvatore Izzo

‪‪(AGI) - CdV, 12 ago. 

Il quotidiano cattolico Avvenire contesta oggi "la sentenza senza appello" emessa sotto forma di una lettera aperta da don Nandino Capovilla, don Renato Sacco e altri 28 sacerdoti, "nei confronti dei soldati italiani" che vengono dipinti nel testo "come parte di un gruppo di portatori di 'strage', come complici di una masnada intenta a far 'carneficina' in Afghanistan". 
"Reverendi lettori - replica con sdegno il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio - non state parlando dei taleban, ma dei nostri soldati e persino dei nostri cappellani militari. Credo che non ci sia vero 'rispetto' in questo. Credo che sostenerlo sia contro la verita' e contro la carita', e francamente non riesco a catalogarlo come un esempio di ragionamento non-violento".
La lettera aperta, che il giornale della Cei pubblica comunque nella rubrica della posta del direttore, critica in particolare l'arcivescovo Vincenzo Pelvi: "l'Ordinario militare - denunciano i 30 sacerdoti - si allinea a questa retorica della guerra dichiarando, per esempio che fare il militare e' 'una professione aperta al bene comune e allo sviluppo della famiglia umana' oppure sostenendo che 'i cappellani militari sono parroci senza frontiere, impegnati in una pastorale specifica sul fronte della pace'". "Ce ne vuole davvero - rileva il testo - a descrivere 'l'aeroporto di Ciampino dove arrivano le salme dei nostri soldati uccisi' come 'una scuola di fede'".
Davanti in particolare all'affermazione che "essere cristiani ed essere militari non sono dimensioni divergenti" i preti pacifisti si dicono "stupiti e, alla luce del Vangelo,  sconcertati per questo assai strano insegnamento magisteriale e, alla luce del Vangelo". "Il 9 agosto - osserva la lettera - la Chiesa ricorda il Beato Franz Jägerstätter, obiettore di coscienza contro il servizio militare nel III Reich di Hitler (mentre la maggior parte dei cattolici combattevano) e per questo ghigliottinato il 9 agosto 1943: 2' stato Papa Benedetto XVI, nel 2007, a proclamarlo beato e martire nel suo opporsi al servizio militare e alla guerra. A 50 anni dall'apertura del Concilio Vaticano II crediamo doveroso - conclude la lettera dei 30 sacerdoti - riaprire una riflessione seria sulla condanna della guerra e sulle strade che sono chiamati a percorrere gli operatori di pace".
"Il vostro scandalo - confida da parte sua Tarquinio ai sacerdoti pacifisti - mi dispiace e, devo ammetterlo, un po' scandalizza anche me che pure ho imparato ad ascoltare sempre con amore e rispetto i sacerdoti che incontro sul mio cammino di uomo". 
"Detto questo - chiarisce il direttore di Avvenire - non penso che tutto cio' che fanno i soldati italiani impegnati in missioni internazionali sia perfetto e perfettamente pacifico. Ma so con sicurezza che non sono i nostri soldati in Afghanistan o in Libano o nei Balcani a seminare guerra e oppressione nel mondo. E constato che servono con dedizione il Paese e le Nazioni Unite in contesti difficilissimi e segnati dal sangue". "Un servizio - conclude la polemica risposta del direttore di Avvenire ai sacerdoti pacifisti - reso secondo regole ispirate ai valori della Costituzione repubblicana e, grazie a Dio, con un'umanita' arricchita e resa salda dalla fede cattolica che ha plasmato la nostra cultura nazionale". 

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10 commenti:

Anonimo ha detto...

Di preti pacifisti,anti mafia e antitossico dipendenze,sinceramente ne abbiamo abbastanza,facessero solo i preti,sarebbe meglio;per quel che riguarda Jaegerstaetter,visto che siamo in agosto e abbiamo un pò di tempo libero anche per letture impegnate ed impegnative,mi permetto di consigliare la lettura del libro 'Scrivo con le mani legate',una raccolta di lettere dal carcere alla moglie ed alle figlie del summenzionato,io l'ho letto e sono rimasto senza parole da tanto che è bello e profondo,mi ha commosso e fatto riflettere,il che non guasta mai,quando posso far funzionare i miei 2 o 3 neuroni....GR2

un ins.di Religione ha detto...

nell'articolo vengono fatti i nomi di 2 preti,aggiungendo poi che altri 28 hanno firmato la lettera. Non conosco questi nomi, ma rimango allibito dal livore col quale si scagliano contro i nostri soldati impegnati in afganistan( e in tante altre parti del mondo) in missioni umanitarie,al servizio e in difesa delle popolazioni..è bene ricordarlo una volta x tutte!! ma loro si sa,si sono messi in testa che i nostri sono "guerrafondai,forcaioli" e difficilmente si riuscirà a far cambiare loro questa mentalità ideologizzata ed estremista! é curioso comunque che i suddetti reverendi sacerdoti non levino la voce con ugual veemenza ogni qual volta gli estremisti islamici o chi x loro bruciano qua o là una chiesa o massacrano brutalmente degli innocenti nostri correligionari cristiani!.. é curioso altresì notare come questi nostri "pastori" non abbiano mai finoira pubblicato alcuna missiva quando si tratta di difendere la libertà di religione x i cristiani presenti in Paesi a maggioranza islamica e che son costretti a vivere clandestinamente la loro appartenenza alla Chiesa di Cristo! e infine è assai strano non aver MAI sentito i medesimi preti proferir anche solo una parola in difesa di valori come la Famiglia fondata sul matrimonio o la Vita dal concepimento fino al suo termine naturale!..chissà,forse d'ora in poi si faranno sentire ad alta voce anche su questi temi,adoperando lo stesso "coraggio" dimostrato in questa circostanza!..forse..ma qualcosa aimè mi dice che molto difficilmente sarà così....

Caterina63 ha detto...

Finalmente Avvenire si pone sulla linea corretta!!!! ai preti PACIFISITI alla don toninobello suggerisco di dare le proprie dimissioni così da non recepire più uno stipendio pagato con l'8x1000 e di andare a ZAPPARE la terra, magari in Afganistan.... privandosi delle comodità cittadine italiane dietro le quali si nascondono offendendo i nostri valorosi SOLDATI!!! rammento a questi sacerdoti che se è vero che la guerra è un male tremendo e dove non ci sono vincitori ma tutti perdiamo... qui si parla di MISSIONI DI PACE anche se non piacciono, anche se possiamo discutere all'infinito sulla loro efficacia, resta palese che uno Stato ha diritto ad avere un esercito e i soldati hanno il dovere di agire militarmente per assicurare, dove non sia possibile diversamente, la umana convivenza.....
I nostri soldati non sono neppure obbligati giacchè abbiamo un esercito di gente che si arruola perchè crede davvero NELLA GIUSTIZIA E NELLA LEGALITA'... e questa si sa, a volte per farla rispettare è necessario DIFENDERSI ed usare le maniere forti....

è piuttosto vergognoso l'atteggiamento di questo clero fariseo...
che si occupassero più di altari e sacrestie, e lasciassero la politica a Cesare....

Anonimo ha detto...

Stia tranquillo, caro lettore: quando i nostri soldati saranno in missione di "peace keeping" a seguito dell'eventuale "regime change" in Siria, vedrà che i Cristiani godranno finalmente di vera libertà di culto, in un paese restituito finalmente democraticamente alla maggioranza sunnita, dopo una lunga tirannia gnostica alawita (in combutta con i fanatici sciiti filoiraniani) .
Liquidato Assad e ogni baathismo, sarà finalmente democrazia e libertà per tutti, specie per i cristiani, segnatamente i grecocattolici, che per decenni hanno sofferto in silenzio il fanatismo religioso in uno dei paesi mediorientali in assoluto meno pluralisti. Comunque, i nostri ragazzi dovranno garantire che non commettano violenza verso le nuove istituzioni, senza dubbio islamiche moderate, 'ché taluni, come avvenuto già in Iraq ed Egitto, potrebbero purtroppo ancora riservare un malsano e malriposto lealismo verso la sanguinaria stirpe degli Assad, e relativo ancièn Regime.

Anonimo ha detto...

Sono stato in Afghanistan, vari Paesi dell'Africa, Libano e Balcani. Ci sono stato da soldato italiano e in più di un'occasione ho dovuto usare le armi.
Ho incontrato operatori umanitari come il Dott.Cairo dell'ICRC che da vent'anni mette protesi gratis ai mutilati afghani senza neanche lucrare un po' di pubblicità politicamente corretta per la sua generosissima opera. Ho conosciuto preti, come i nostri cappellani o come Mons.Moretti, da trent'anni a Kabul e rispettatissimo da tutte le fazioni in lotta, che hanno benedetto le salme dei nostri Caduti e che ci hanno sostenuto nei momenti più duri. Mi onoro della conoscenza del Vescovo, delle suorine e dei preti del Patriarcato ortodosso di Pec e del Vescovo e dei preti di Dacani che confidano nella nostra presenza per la sicurezza delle piccole comunità serbo-ortodosse sopravvissute in Kosovo.
Ma, soprattutto, ho conosciuto moltissimi Libanesi, Somali, Ruandesi, Serbi, Croati, Bosniaci, Macedoni con i quali ho stretto amicizia. Gente normale, che vive nel mondo reale, polveroso, fangoso, puzzolente, freddissimo d'inverno e caldissimo d'estate che orbita al di fuori della porta di casa nostra e nel quale ogni giorno bisogna rischiare la pelle nel difficile e spesso vano tentativo di portare a casa qualcosa da mangiare per i propri numerosissimi figli (il progresso dell'aborto volontario da molti di loro non è ancora arrivato. E per questo erediteranno il futuro). Un mondo reale, appunto, nel quale il ritmo della vita è spesso scandito dal fuoco delle armi automatiche o, in mancanza di queste, dai machete della tribù avversa. Un mondo nel quale i principi pelosi di chi trancia giudizi dalla comode poltrone (o canoniche) di casa nostra non valgono niente.
Musulmani, che pregano cinque volte al giorno il proprio Dio, e non mangiano e non bevono per tutto il ramadan . Cristiani, che all'Elevazione si mettono ancora in ginocchio e che non hanno paura di professare la propria fede anche quando questo non è così facile.
Ho imparato a rispettarli e ad ammirarli. Tutti.
So di essere stato ricambiato - se non sempre, molto spesso - e questo mi basta.
Quanto al rispetto di questi mestatori nel torbido travestiti da preti che hanno barattato la dottrina della nostra Chiesa cattolica per l'ideologia del loro referente politico, me ne frego.
Dimenticavo: ho servito il mio Paese e l'ho rappresentato molto meglio di tanti politici, uomini di cultura e preti di casa nostra.
Non so se ero dalla parte giusta. Ma il Paese era proprio il mio!
Sono contento.

Anonimo ha detto...

Qui di seguito potete trovare il link al sito di Noi siamo chiesa e l'indicazione degli ineffeabili preti che hanno sottoscritto la lettera contro i nostri militari in afghanistan.
...purtroppo uno di questi sta nella mia parrocchia.....

http://www.noisiamochiesa.org/?p=2255
Maria

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 5.35, fai attenzione. Se c'è un Paese mediorientale (incluso Israele) nel quale i Cristiani stanno bene, questo è la Siria. Le comunità cristiane siriane sono in buona parte costituite da cristiani turchi (armeni, siriaci, ecc..) scappati da quel paese all'epoca della rivoluzione di Ataturk. Quanto ai nostri soldati, a loro spetta obbedire a quello che gli verrà ordinato dal nostro Governo e saranno comunque meritevoli della nostra riconoscenza, con chiunque ci tocchi schierarci. Ma speriamo che non succeda niente, anche se Israele è tentato di rompere gli indugi per costringerci ad una guerra.

Anonimo ha detto...

Io posso solo augurarmi che i cristiani siriani non debbano subire ciò che stanno vivendo i cristiani iracheni. Assad non è un santo, come non era lo era Saddam Hussein, ma cosa succederà alla sua caduta?
Cosa succederà se la Siria vivrà ciò che ha vissuto e sta vivendo l'Iraq?
Alessia

Anonimo ha detto...

Sono l`Anonimo delle 5:35, e vi posso dire che sono ben d`accordo con gli ultimi due intervenuti: la mia era una (tentativa e piena di maldestra e malcelata amara ironia) "reductio ad absurdum" di tante scempiaggini `mainstream` che si vanno sentendo e leggendo in giro..

Negli ultimi anni abbiamo indubitabilmente assistito a continui passaggi da "la padella alla brace" per i Cristiani (e non solo..)!

Se "regime change" dev'essere, che sia almeno il meno traumatico e `condiviso` possibile. E che la Siria del `dopo` abbia un pluralismo religioso uguale o maggiore al `prima`.

Anonimo ha detto...

Pardon, Raffaella, volevo dire :

"Se "regime change" dev'essere, che sia almeno il meno traumatico e il piu` `condiviso` possibile."