lunedì 6 agosto 2012

34 anni fa moriva Papa Paolo VI. Il testo dell'Angelus che non poté pronunciare


Su segnalazione di Fernando leggiamo il seguente, attualissimo, testo:


PAOLO VI


ANGELUS DOMINI


Domenica, 6 agosto 1978


Diamo qui di seguito il testo del discorso, preparato per l’«Angelus», che Paolo VI non ha potuto pronunciare, come era suo desiderio, alla presenza dei pellegrini a Castel Gandolfo, a causa della malattia. Il Papa è entrato nella pace del Signore alle 21,40 di oggi, domenica 6 agosto, Trasfigurazione del Signore.

Fratelli e Figli carissimi!


La Trasfigurazione del Signore, ricordata dalla liturgia nell’odierna solennità, getta una luce abbagliante sulla nostra vita quotidiana e ci fa rivolgere la mente al destino immortale che quel fatto in sé adombra. Sulla cima del Tabor, Cristo disvela per qualche istante lo splendore della sua divinità, e si manifesta ai testimoni prescelti quale realmente egli è, il Figlio di Dio, « l’irradiazione della gloria del Padre e l’impronta della sua sostanza» (Cfr. Hebr. 1, 3); ma fa vedere anche il trascendente destino della nostra natura umana, ch’egli ha assunto per salvarci, destinata anch’essa, perché redenta dal suo sacrificio d’amore irrevocabile, a partecipare alla pienezza della vita, alla «sorte dei santi nella luce» (Col. 1, 12). Quel corpo, che si trasfigura davanti agli occhi attoniti degli apostoli, è il corpo di Cristo nostro fratello, ma è anche il nostro corpo chiamato alla gloria; quella luce che lo inonda è e sarà anche la nostra parte di eredità e di splendore. Siamo chiamati a condividere tanta gloria, perché siamo «partecipi della natura divina» (2 Petr. 1, 4). Una sorte incomparabile ci attende, se avremo fatto onore alla nostra vocazione cristiana: se saremo vissuti nella logica consequenzialità di parole e di comportamento, che gli impegni del nostro battesimo ci impongono.
Il tempo corroborante delle vacanze sia a tutti propizio per riflettere più a fondo su queste stupende realtà della nostra fede. Ancora una volta auguriamo a voi tutti, qui presenti, e a quanti possono godere di una pausa ristoratrice in questo periodo di ferie, di trasformarle in occasione di maturazione spirituale.
Ma anche questa domenica non possiamo dimenticare quanti soffrono per le particolari condizioni in cui si trovano, né possono unirsi a chi invece gode il pur meritato riposo. Vogliamo dire: i disoccupati, che non riescono a provvedere alle crescenti necessità dei loro cari con un lavoro adeguato alla loro preparazione e capacità; gli affamati, la cui schiera aumenta giornalmente in proporzioni paurose; e tutti coloro, in generale, che stentano a trovare una sistemazione soddisfacente nella vita economica e sociale. Per tutte queste intenzioni si alzi fervorosa oggi la nostra preghiera mariana che stimoli altresì ciascuno di noi a propositi di fraterna solidarietà. Maria, Madre sollecita e premurosa, a tutti rivolga il suo sguardo e la sua protezione.


© Copyright 1978 - Libreria Editrice Vaticana

2 commenti:

Guido ha detto...

Mi stupisce il fatto che quando si parla di Paolo VI cala il silenzio.
Nessun commento,nessun ricordo.
Trent'anni di woitilismo triumphans hanno distrutto le menti dei buoni cattolici.
Eppure Paolo VI merita di essere ricordato perché fu un grande pontefice che impedì la deriva conciliare,senza di lui tutto sarebbe stato ancor più devastante.
Beavo diplomatico,collaboratore di Pio XII,fu sempre un sacerdote esemplare.
Elevato al soglio di Pietro dopo la sbornia roncalliana pilotò il concilio in modo tale che il primato di Pietro non venisse messo in discussione,a quello miravano i vari Suenes e banda.
Guidò la Chiesa in un periodo tremendo.
Per onestà ,mentre piango il defunto caro pontefice, devo dire che una cosa non ho mai condiviso : la sua decisione di abbandonare il rito romano della messa bimillenaria,cosa che ha prodotto conseguenze devastanti.
Milioni di fedeli hanno abbandonato la Chiesa e vissuto il tutto come un tradimento.
Non è lecito comunque attribuire al papa ogni colpa visto che non ebbe mai collaboratori all'altezza della sua mente elevata.Tradito da tutti,in primis Bugnini ...non vide i frutti di quel rinnovamento auspicato anzi abbiam visto in questi cinquant'anni,una chiesa impegolata nelle faccende terrene tra soldi e scandali di ogni genere.
E' stato un papa con sentimenti nobilissimi,di lui si potrebbe dire quel che dissero di Adriano VI che vissuto in tempi migliori sarebbe stato considerato un grandissimo Papa,oh quanto importa in qual tempo viva anche il migliore degli uomini.

Fabiola ha detto...

Ma ci sono stati "tempi migliori"?

Comunque, un grande uomo e un grande Papa.