lunedì 18 giugno 2012

Terremoto dell'Aquila, Mons. Giovanni D'Ercole: mi hanno assolto ma nessuno lo scrive (Izzo)


Ecco un caso emblematico di cattivo giornalismo: titoloni sparati in prima pagina non appena viene inviato un avviso di garanzia e nemmeno un trafiletto sui giornali quando il presunto colpevole risulta del tutto estraneo ai fatti.
R.


TERREMOTO L'AQUILA: VESCOVO, MI HANNO ASSOLTO MA NESSUNO LO SCRIVE


Salvatore Izzo


(AGI) - L'Aquila, 17 giu. 


Assolto con formula piena dall'accusa di aver rivelato segreti inerenti un procedimento penale che riguardava i fondi Giovanardi destinati al sociale nelle zone colpite dal terremoto del 6 aprile 2009, il vescovo ausiliare dell'Aquila, monsignor Giovanni D'Ercole, pensava che i media avrebbero dato conto della decisione assunta venerdi' dal gup Giuseppe Romano Gargarella. 
Invece nemmeno una riga, contro le tante con le quali qualche mese fa avevano raccontato che il vescovo era stato indagato. 
"Sono meravigliato da questa disattenzione della stampa", spiega all'Agi il presule, che e' stato a lungo capo della sezione italiana della Segreteria di Stato della Santa Sede ed e' conosciuto al pubblico televisivo per il programma di Rai Due "Sulla via di Damasco". 
"Continuero' - assicura monsignor D'Ercole - a lavorare per L'Aquila che ormai considero la mia citta' e per tutti gli aquilani, cosi' come ho sempre fatto anche in questi mesi sicuramente difficili per me". "E' finito un incubo, ho dimostrato la mia onesta'", confida monsignor D'Ercole, lieto di poter "finalmente ringraziare gli avvocati e tutti quelli che mi sono stati vicini in questo difficile momento". 
"Grazie - dice - anche ai miei confratelli vescovi che mi hanno detto che questa era una prova mandatami dal Signore che ho dovuto superare. Ho portato la croce per mesi e ho sofferto insieme a tanta gente che era con me". 
"Ora - conclude il presule - sono felice. Questa prova non mi ha certo indebolito ora sono piu' forte. La sentenza di assoluzione ha dimostrato che il sottoscritto non e' un intrallazzatore ma una persona che lavora per L'Aquila con onesta'". 


© Copyright (AGI)

2 commenti:

Fabiola ha detto...

Forse bisognerà riconoscere una nuova forma di "martirio cristiano",quello a mezzo stampa. Benedetto ne sa qualcosa ma non solo lui.
Un abbraccio a mons. Giovanni D'Ercole.

Anonimo ha detto...

Concordo, Fabiola; ma del resto è quello che dice Gesù nella conclusione del discorso della montagna, con l'invito, persino, a rallegrarci ed esultare per questo. l'unico mio cruccio è che comunque non viene detta la verità sulla Chiesa e/o su alcuni suoi membri e la gente ne rimane sfiduciata, o peggio "ci inzuppa il pane". maria Pia