Sinodo: il dovere di evangelizzare, oggi, davanti a una pratica espulsione della questione di Dio
Presentato il documento di lavoro del prossimo Sinodo dei vescovi, dedicato al tema della nuova evangelizzazione. Le nuove sfide: culturale (caratterizzato dalla secolarizzazione), migratorio, economico, politico, della ricerca scientifica e tecnologica. Rimane sempre valida l'affermazione di Paolo VI: 'L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni'".
Città del Vaticano (AsiaNews)
Nel mondo di oggi si diffondono nihilismo, secolarizzazione e "una sterile mentalità edonistica e consumistica, che spinge verso modi molto superficiali di affrontare la vita e la responsabilità", "si assiste a una pratica espulsione della questione di Dio dalle domande che l'uomo si pone. Le risposte al bisogno religioso assumono forme di spiritualità individualistica oppure forme di neopaganesimo, sino all'imporsi di un clima generale di relativismo".
Questo il quadro nel quale la Chiesa sente la necessità di riproporre in modi adeguati ai tempi la immutabile Buona novella. "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana" sarà tema e cuore della XIII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che si terrà in Vaticano dal 7 al 28 ottobre di quest'anno, della quale oggi è stato presentato l'Instrumentum laboris, il documento base di lavoro.
Esso è il frutto delle risposte ai Lineamenta, documento di riflessione sul tema dell'Assemblea sinodale che, pubblicato il 2 febbraio 2011, è stato inviato ai 13 Sinodi delle Chiese orientali cattoliche sui iuris, alle 114 Conferenze episcopali, ai 26 dicasteri della Curia romana e all'Unione dei superiori generali.
Il quadro che ne emerge, illustrato oggi da mons. Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi e da mons. Fortunato Frezza, sotto-segretario dello stesso dicastero, è quello di una Chiesa che si interroga sulla situazione attuale, ma per la quale "la nuova evangelizzazione è l'espressione della dinamica interna del cristianesimo, che desidera far conoscere agli uomini di buona volontà la 'profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza' (Rm 11,33) del mistero di Dio rivelatosi in Gesù Cristo, e non tanto un'affannosa risposta di fronte alla crisi della fede e alle nuove sfide poste alla Chiesa dal mondo attuale". "Molte risposte hanno messo in risalto l'importanza dei mezzi di comunicazione, in particolare, della cultura mediatica e digitale per la diffusione della Buona Notizia".
Il documento è composto da quattro capitoli: 1) Gesù Cristo, Vangelo di Dio per l'uomo; 2) Tempo di nuova evangelizzazione; 3) Trasmettere la fede; 4) Ravvivare l'azione pastorale.
Il punto di partenza è che "l'evangelizzazione non è una scelta della Chiesa bensì un dovere: essa esiste per evangelizzare".
Ma l'annuncio del Vangelo, sempre uguale, "si confronta oggi - ha rilevato mons. Eterovic - con alcune situazioni sociali nuove che interpellano la Chiesa ed esigono da essa risposte adeguate per rendere ragione alla speranza che essa porta. Si tratta di nuove sfide all'evangelizzazione nel mondo contemporaneo, descritte con vari scenari: culturale (caratterizzato dalla secolarizzazione), migratorio, economico, politico, della ricerca scientifica e tecnologica". In proposito il documento evidenzia come il "grande fenomeno migratorio" provoca "un incontro e un mescolamento delle culture", mentre quello economico vede un aumento delle "diseguaglianze" all'interno delle nazioni e tra di esse e quello politico "l'emergere sulla scena mondiale di nuovi attori economici, politici e religiosi, come il mondo islamico, il mondo asiatico", che "ha creato una situazione inedita e totalmente sconosciuta, ricca di potenzialità, ma anche piena di rischi e di nuove tentazioni di dominio e di potere".
"E' stato poi constatato - prosegue il documento - l'indebolimento della fede dei credenti, la mancanza della partecipazione personale ed esperienziale nella trasmissione della fede, l'insufficiente accompagnamento dei fedeli lungo il loro iter formativo, intellettuale e professionale". Ancora "si è lamentato una eccessiva burocratizzazione delle strutture ecclesiastiche, che sono percepite lontane dall'uomo comune e dalle sue preoccupazioni esistenziali". "Non mancano coloro che hanno lamentato celebrazioni liturgiche formali e riti ripetuti quasi per abitudine" e "la controtestimonianza" di alcuni membri della Chiesa stessa, "infedeltà alla vocazione, scandali, poca sensibilità per i problemi dell'uomo contemporaneo del mondo attuale".
In questo quadro, la questione della nuova evangelizzazione viene posta distinguendo tra l'evangelizzazione in generale, "opera costante della Chiesa che anche nei nostri tempi deve essere rinnovata e resa più dinamica; si sottolinea, poi, l'importanza dell'attività missionaria (ad gentes), il dovere di annunciare il Vangelo di Gesù Cristo a coloro che tuttora non lo conoscono; e ci si sofferma infine sulla nuova evangelizzazione, indirizzata soprattutto a coloro che sono stati battezzati ma non sufficientemente evangelizzati e a coloro che si sono allontanati dalla Chiesa e dalla pratica della vita religiosa".
L'Instrumentum laboris ribadisce che "all'opera di evangelizzazione è chiamato ogni cristiano, che deve risvegliare la propria identità battesimale, e, in particolare, i membri di vita consacrata e contemplativa, dei gruppi e movimenti. Tutti devono essere pronti a rendere ragione della propria fede a chiunque lo chieda". In questo impegno generale, un particolare ruolo dovrebbe essere svolto dalla parrocchia, che, nelle parole di mons. Eterovic, "dovrebbe diventare centro di irradiazione missionaria e di testimonianza dell'esperienza cristiana, in grado di accogliere persone con necessità spirituali e materiali. Affinché ciò si realizzi, tutti i membri del Popolo di Dio sono responsabili e, soprattutto, lo sono i sacerdoti".
Accanto a indicazioni concrete, come la necessità della formazione ai sacramenti e l'accompagnamento dei giovani, c'è l'affermazione che "per evangelizzare, la Chiesa non ha tanto bisogno di rinnovare le sue strategie, quanto di aumentare la qualità della testimonianza degli uomini di Chiesa. Rimane sempre valida l'affermazione di Paolo VI: 'L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni'".
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