lunedì 11 giugno 2012

Presentata la domanda per la revoca dell'arresto di Gabriele. Indagini sulle confessioni del "maggiordomo", poi altri interrogatori (Izzo)

VATICANO: PRESENTATA DOMANDA PER REVOCA ARRESTO MAGGIORDOMO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 11 giu. 


La domanda per la revoca dell'arresto in caserma di Paolo Gabriele "e' stata presentata dai suoi avvocati. Il giudice istruttore si e’ riservato di decidere".  
Lo ha confermato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, precisando che ad ora il maggiordomo infedele del Papa "rimane in custodia cautelare nella caserma della Gendarmeria, dove ha visto e continua a vedere sia gli avvocati che i familiari e un sacerdote se lo desidera". Ieri Gabriele ha anche potuto assistere nuovamente alla messa, accompagnato dai gendarmi in una cappella del Vaticano. 


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VATICANO:INDAGINI SU CONFESSIONI GABRIELE,POI ALTRI INTERROGATORI



Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 11 giu. 


"La ripresa dell’interrogatorio formale di Paolo Gabriele non e’ imminente, ma questo non vuol dire che nel frattempo non succeda niente: si indaga alla luce delle dichiarazioni gia’ rese, approfondendone i contenuti". Lo ha precisato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, sottolineando che gli "ulteriori interrogatori saranno alla luce anche degli approfondimenti in corso".
In merito alle notizie di stampa, Lombardi ha pero’ aggiunto: "Non confermo ci siano sospetti su altri laici e
giornalisti e che si indaghi su due cardinali".
Secondo padre Lombardi, "la lentezza e lo scrupolo che caratterizzano questa fase dell’istruttoria formale testimoniano l’attenzione della magistratura vaticana".
"Si vogliono fare passi con serieta’ in modo che - ha spiegato il portavoce - non e’ minimamente corrispondente alla realta’ l’idea di un capro espiatoro: vogliamo capire le altre responsabilita’ che ci possono essere accanto a quanto emerso nei confronti di Paolo Gabriele".
In merito, Lombardi ha detto che "nei servizi pubblicati oggi dai quotidiani ci sono alcuni elementi plausibili, altri meno, ad esempio i numeri, cioe’ 2 cardinali e 4-5 laici sospettati, tra cui sicuramente un giornalista. Non mi risultano". "Non posso - ha scandito Lombardi - confermare questi numeri". 
"Voi siate prudenti", ha raccomandato ai giornalisti rilevando che oggi "tre articoli usano le stesse parole ma non si comprende se hanno una fonte comune".
Infine, sugli interrogatori di martedi’ e mercoledi’ scorso, Lombardi ha precisato che accanto "agli attori che sono il giudice istruttore Pietro Bonnet, il procuratore di giustizia Nicola Picardi e i difensori Cristiana Arru e Carlo Fusco erano presenti un cancelliere e l’autorita’ di polizia giudiziaria che e’ a disposizione per dare elementi utili". 
In sostanza c’era il comandante generale Domenico Giani mentre, ha concluso Lombardi, "gli altri gendarmi restano fuori dall’aula del tribunale utilizzata per questi atti".
Secondo padre Lombardi, "la lentezza e lo scrupolo che caratterizzano questa fase dell’istruttoria formale testimoniano l’attenzione della magistratura vaticana".
"Si vogliono fare passi con serieta’ in modo che - ha spiegato il portavoce - non e’ minimamente corrispondente alla realta’ l’idea di un capro espiatoro: vogliamo capire le altre responsabilita’ che ci possono essere accanto a quanto emerso nei confronti di Paolo Gabriele".
In merito, Lombardi ha detto che "nei servizi pubblicati oggi dai quotidiani ci sono alcuni elementi plausibili, altri meno, ad esempio i numeri, cioe’ 2 cardinali e 4-5 laici sospettati, tra cui sicuramente un giornalista. Non mi risultano". 
"Non posso - ha scandito Lombardi - confermare questi numeri". "Voi siate prudenti", ha raccomandato rilevando che oggi "tre articoli usano le stesse parole ma non si comprende se hanno una fonte comune". Infine, sugli interrogatori di martedi’ e mercoledi’ scorso, Lombardi ha precisato che accanto "agli attori che sono il giudice istruttore Pietro Bonnet, al procuratore di giustizia Nicola Picardi e ai difensori Cristiana Arru e Carlo Fusco erano presenti un cancelliere e l’autorita’ di polizia giudiziaria che e’ a disposizione per dare elementi utili". In sostanza c’era il comandante generale Domenico Giani mentre, ha concluso Lombardi, "gli altri gendarmi restano fuori dall’aula del tribunale utilizzata per questi atti". 


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