domenica 17 giugno 2012

Paolo Gabriele ha dato ampia collaborazione alle indagini (Izzo)


VATICANO: PAOLO GABRIELE HA DATO AMPIA COLLABORAZIONE A INDAGINI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 17 giu. 


A tre settimane dall'arresto di Paolo Gabriele, il  maggiordomo infedele del Papa, continuano a restare in ombra le finalita' e i mandanti dell'azione criminosa da lui compiuta nell'Appartamento Pontificio, anche se e' evidente che "l'aiutante di camera del Papa, abbia agito su ordine e indicazione di qualcuno di cui non si conosce ancora l'identita'". 
Lo afferma il sito Zenit.org che riferisce alcuni dettagli relativi all'incontro di ieri tra Benedetto XVI e i tre cardinali che compongono la Commissione d'Inchiesta da lui istituita e che - secondo questa fonte - avevano anche "l'incarico di ascoltare Paolo Gabriele, l'aiutante di camera trovato con le fotocopie delle corrispondenza privata del Pontefice".
"Per il furto aggravato della corrispondenza del Papa rischia una pena pesante. Ma da quando ha iniziato a collaborare con gli inquirenti la sua posizione  giudiziaria - rivela Zenit - si e' alleggerita. Se si mostrera' sincero e dira' tutto quello che sa, il Papa potrebbe pure graziarlo". 
"Il quarantaseienne Paolo Gabriele - ricorda Zenit - e' entrato in Vaticano da giovane, faceva le pulizie in Segreteria di Stato". 
Secondo il sito cattolico, "la sua fortuna e' stata quella di entrare a servizio del prefetto della Casa pontificia, monsignor James Harvey. Dopo tanti anni a servizio di Monsignor Harvey, nel 2006 e' diventato l'aiutante di camera del pontefice Benedetto XVI". "Innumerevoli - aggiunge il sito -  sono le domande che le autorita' vaticane stanno rivolgendo all'arrestato. E la stampa si e' sbizzarrita sulle ipotesi di chi sia l’organizzazione o il gruppo di potere a cui il signor Gabriele rispondeva". In proposito, Zenit presume che "le indagini forniranno una risposta a questo interrogativo e a molti altri".
Ieri comunque, scrive Zenit, "i tre porporati, lo slovacco Jozef Tomko, l'italiano Salvatore De Giorgi e lo spagnolo Julian Herranz, hanno presentato a Benedetto XVI il rapporto con i primi risultati delle indagini". I cardinali, ricorda la fonte, "hanno tutti eta' superiore a quella richiesta per la partecipazione ad un futuro conclave, in modo che non ci sia ombra di dubbio sulla loro liberta' nel ruolo di super partes".
"Si tratta - conclude Zenit - di cardinali che hanno ricoperto ruoli di grande responsabilita'. In questa caso hanno avuto il permesso di convocare anche i capi dicastero con l'autorita' necessaria per raccogliere piu' informazioni possibili". 


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