mercoledì 13 giugno 2012

Mass media, Padre Lombardi: raggiungere i giovani nel loro modo di comunicare. Padre Spataro: la rete ha cambiato il nostro modo di pensare la fede (Sir)


MASS MEDIA: P. LOMBARDI, “RAGGIUNGERE I GIOVANI NEL LORO MODO DI COMUNICARE”


Essere presenti e raggiungere la gente e i giovani nel loro modo di comunicare. Questa è la nostra missione oggi: servire il mondo di Dio nella Chiesa, e per farlo in modo realmente appassionato dobbiamo far giungere a tutti la buona novella". Lo ha detto questo pomeriggio, nella sede di Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, al 17° incontro annuale con i membri dell’"European Christian Internet Conference" (Ecic), che rappresenta diverse Chiese cristiane europee impegnate nell’evangelizzazione attraverso le nuove tecnologie. "Nel mio lavoro - ha raccontato padre Lombardi ai 50 rappresentanti di diverse Chiese cristiane - ho bisogno della collaborazione di tante persone, perché è necessaria molta prudenza nell’utilizzo delle parole e i tranelli sono numerosi. Ci sono buone notizie, ed esperienze spirituali da condividere: l’importante è rimanere in dialogo col mondo di oggi". Il segretario del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, mons. Paul Tighe, ha sottolineato la necessità di "adattarsi al cambiamento" e "trovare un linguaggio specifico per esserci". Della storia della presenza del Vaticano sul web e delle difficoltà, anche pratiche, di gestire "diverse strategie comunicative assieme" ha parlato mons. Lucio Adrian Ruiz, capo ufficio del Servizio internet vaticano.


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MASS MEDIA: P. SPADARO, “LA RETE HA CAMBIATO IL NOSTRO MODO DI PENSARE LA FEDE”


"Dobbiamo pensare - ha detto mons. Ruiz - alla sicurezza delle pagine, alla veicolazione di contenuti compatti e non frammentari come si trovano altrove, a conciliare la tempestività della rete con la correttezza delle informazioni e delle traduzioni. È importante - ha aggiunto - essere fruibili per i Paesi in cui le tecnologie sono meno avanzate, e arrivare a chi è superavanzato: siamo su iPad e iPhone, con apps e widget". Di "cyberteologia" ha parlato padre Antonio Spadaro, direttore de "La Civiltà Cattolica", sottolineando che il web "non è il luogo sbagliato in cui cercare Dio" perché "l’uomo tecnologico" è, al contempo "uomo spirituale". Alla base, ha spiegato, c’è "il desiderio di significato: il cyberspazio è l’espressione del bisogno di completezza, in presenza, relazione e conoscenza. L’uomo moderno è un decoder, perché non cerca un segnale, ma il canale d’accesso per una ricerca costante. Certo, soffriamo di iperinformazione, è difficile trovare un senso nella molteplicità di messaggi. La fede è diventata un contesto orbitale, sradicato ma orbitante attorno ai nostri bisogni. Comunicare con altri, il desiderio di conoscere, capire il mondo e costruire relazioni: alla base del web - ha ribadito padre Spadaro - ci sono bisogni antichissimi. Il problema non è l’uso pastorale di internet, ma come la rete ha cambiato il nostro modo di pensare la fede".

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