giovedì 14 giugno 2012

Lefebvriani: verso la comunione, il Papa concede Prelatura Personale. I casi dei vescovi ex scomunicati trattati singolarmente (Izzo)

LEFEBVRIANI: VERSO COMUNIONE, PAPA CONCEDE PRELATURA PERSONALE


Salvatore Izzo 


(AGI) - CdV, 14 giu. -


Benedetto XVI ha proposto ai lefebvriani "una Prelatura Personale come strumento piu' adatto a un eventuale riconoscimento canonico della Fraternita’". 
Lo ha confermato oggi il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi.
L’ufficializzazione della proposta di Papa Ratzinger di concedere una Prelatura Personale che potra’ consentire autonomia ai lefebvriani che rientrano nella Chiesa Cattolica e’ avvenuta ieri nell’incontro di monsignor Bernard Fellay, superiore generale della Fraternita’ San Pio X, con il cardinale prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, Joseph W. Levada. Monsignor Fellay dovra’ ora rispondere
a questa offerta e sull’accettazione del testo del "Preambolo" concordato nelle trattative dell’anno scorso, modificato su richiesta di Fallay ed emendato ora dal Papa stesso.
"Nella riunione si e’ auspicato - ha riferito Lombardi - che anche attraverso questo momento ulteriore di riflessione si possa giungere alla piena comunione della Fraternita’ Sacerdotale San Pio X con la Sede Apostolica".
Padre Lombardi ha ripetuto oggi ai giornalisti che "il provcesso va avanti, ma il cammino e’ ancora in corso e quindi nulla deve essere dato per fatto, anche se la valutazione della Santa Sede rispetto alle modifiche al testo apportate dopo un primo giudizio di insufficienza sono positive e quindi c’e’ apertura". E che "monsignor Fellay si e’ impegnato ora a riportare tali valutazioni alla Fraternita’ e rispondere in tempi ragionevoli".
La costituzione di una prelatura personale consentira’ il rientro dei seguaci di monsignor Lefebvre dopo un quarto di secolo di separazione. Al momento infatti, anche se le scomuniche ai vescovi sono state revocate due anni fa da Ratzinger, i quattro presuli "sono stati liberati dalla punizione ecclesiastica non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa", come ha chiarito lo stesso Papa Benedetto XVI in una lettera di chiarimento scritta all’epoca della revoca a tutti i vescovi del mondo.
"Puo’ lasciarci totalmente indifferenti - si chiedeva il Papa nel marzo del 2010 - una comunita’ nella quale si trovano 491 sacerdoti e migliaia di fedeli? Dobbiamo davvero lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa?’.
Joseph Ratzinger affermava nel testo che dalla Fraternita’ sono venute "molte cose stonate, superbia,  saccenteria, unilateralismi", ma anche "una serie di testimonianze commoventi di gratitudine, nelle quali si rendeva percepibile un’apertura dei cuori". E rilevava che anche nell’ambiente ecclesiale sono emerse stonature: "a volte si ha l’impressione - scriveva - che la nostra societa’ abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi - in questo caso il Papa - perde anche lui il diritto alla tolleranza e puo’ pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo".
Dicendosi addolorato perche’ questo era avvenuto da parte di "molti cattolici", il Papa colse l’occasione della lettera ai vescovi del mondio per lamentare che che il suo "sommesso gesto di una mano tesa" era stato interpretato come "una cosa totalmente diversa: come una smentita della riconciliazione tra cristiani ed ebrei, e quindi come la revoca di cio’ che in questa materia il Concilio aveva chiarito per il cammino della Chiesa".
A proposito del Concilio il Papa chiariva in quel testo - alla luce del quale si sono poi svolte le trattative in questi due anni - che "non si puo’ congelare l’autorita’ magisteriale della Chiesa all’anno 1962 e cio’ deve essere ben chiaro alla Fraternita. Ma - osservava Benedetto XVI - ad alcuni di coloro che si segnalano come difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta con se’ l’intera storia dottrinale della Chiesa. Chi vuole essere obbediente al Concilio deve accettare la fede professata nel
corso dei secoli e non puo’ tagliare le radici di cui l’albero vive". La Lettera ammetteva infine che c’erano stati errori di comunicazione da parte della Santa Sede per non aver saputo presentare il senso della revoca in modo adeguato e per non aver monitorato internet in merito alle dichiarazioni del vescovo negazionista Richard WIlliamson che all’epoca hanno alimentato feroci polemiche. Ma Williamson, a quanto si capisce al momento, dovrebbe restarsene comunque fuori dalla comunione cattolica. 


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LEFEBVRIANI: CASI VESCOVI EX SCOMUNICATI TRATTATI SINGOLARMENTE



Salvatore Izzo 


(AGI) - CdV, 14 giu. 


Mentre appare scontato il rientro nell’alveo della Chiesa Cattolica del successore di monsignor Lefebvre, monsignor Bernard Fellay, "la situazione degli altri tre vescovi della Fraternita’ Sacerdotale San Pio X sara’
trattata separatamente e singolarmente". Lo ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. 


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1 commento:

Andrea ha detto...

Faccio presente che anche mons. Fellay è un ex-scomunicato.

Il problema, oggi, non è quello della scomunica (per ordinazione episcopale senza il mandato del Papa), ma quello delle censure a "Roma", più o meno accentuate