martedì 5 giugno 2012

Le tre riforme urgenti secondo Melloni

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Eufemia.
Mah...la tanto auspicata collegialita' avrebbe un senso se i vescovi fossero disposti ad aiutare e supportare il Papa. In questi anni, invece, abbiamo visto gli episcopati e la curia nascondersi dietro al Santo Padre non appena c'era all'orizzonte qualche problema. Tutti zitti mentre Benedetto XVI veniva attaccato. Ci vogliono uomini forti che non abbiano paura di parlare chiaro. Assolutamente vero cio' che dice Melloni sul latino: sentire alcuni cardinali pronunciare formule (che dovrebbero conoscere perfettamente) come studenti alla prima lezione di latino della prima superiore e' desolante per non dire altro...
R.

6 commenti:

Andrea ha detto...

Cara Raffaella, l'autore dell'articolo non si vergogna di scrivere che con la consacrazione episcopale si riceve un potere sulla chiesa universale (minuscolo).

Quindi esisterebbero migliaia di persone con "un potere sulla Chiesa Universale".

Siamo in piena eresia

Anonimo ha detto...

A-Ri-Buongiorno Raffaella,

mi sorprende come mai il dotto Melloni non colga lui stesso la portata degli elementi che mette in gioco (prima colonna):

1) Un mondo diversificato negli obiettivi: ma accomunato dalla convinzione che la Chiesa abbia bisogno di loro al potere piu' che del vangelo, e permeato da una logica di violenza alla quale ci si adatta solo se addestrati da maestri competenti.
2) Anche questo squilibrio sarebbe rimediabile se nell'episcopato, nelle chiese, nei movimenti, fosse stata custodita una cultura del dialogo.

Il problema e' molto semplice a descriversi: se le persone di cui al punto 1) sono riuscite a piazzarsi ai "piani alti" delle Congregazioni Vaticane o addirittura dentro ai Sacri Palazzi, e coartano i loro "inferiori" con quella logica di violenza - con il risultato che alcuni crollano, altri risultano "bene addestrati" - qualcuno mi potrebbe dire che possibilita' hanno le persone del punto 2) a poter vivere, perseguire, continuare una cultura del dialogo?
Come e' possibile dialogare con qualcuno che ha sempre come obiettivo i secondi fini proprio perche' ha questa mentalita' di violenza e coartazione descritta nel punto 1)?
Torno all'esempio della "partita truccata", perche' la realta dei fatti e' quella, e alla fine chi ci rimette sono sempre e solo le persone del gruppo 2) perche' anche se essi partono con le piu' buone intenzioni, dall'altra parte ricevono solo sonorissime bastonate: non esplicite, ma fatte di parole non mantenute, impegni disattesi, interventi dovuti e non tenuti, e cosi' via.
Vai avanti cosi' per anni e anni e anni, alla fine come fai? O hai veramente una overdose di fede speranza e carita' o ti viene voglia di prendere un mitra, perche' lo stile dell'ingiustizia schianta la vita a te mentre quelli che fanno le ingiustizie vengono osannati dai loro "colleghi" squali che sotto sotto vivono la stessa logica di violenza.
Proprio per questo e' importante fare pulizia rapidamente: il peso del gruppo 1) e' diventato cosi' insopportabile che ci si muore.

Anonimo ha detto...

Il sogno politico di Melloni è fallito in partenza. I rimedi necessari sono esattamente l'opposto di quanto da lui suggerito.

Basta dire della "collegialità". Qual'é stato il primo risultato? Il dissenso collegiale di alcune conferenze episcopali nord europee sulla Humanae Vitae. Quale un'altro dei nostri tempi? Il rifiuto della CEI di applicare in Italia le riforme liturgiche dettate dal Papa Benedetto. E si potrebbe continuare.

In realtà nessuno ha capito la natura e la funzione di questi "collegi", se non forse quella di togliere ai fedeli di ciascuna diocesi il proprio vescovo.

Coraggio, Melloni, i tempi cambiano.

Anonimo ha detto...

E ancora questa collegialità...
ma quando lo vorranno capire 1. che la Chiesa è fondata da Cristo sulla roccia che è Pietro e 2. che una collegialità di migliaia di vescovi è impraticabile?

Anonimo ha detto...

Ciao Raffy!
Sul corrierone di oggi mons. Agostino Marchetto risponde al prof. Melloni che ieri sera, poco dopo le 20, è stato intervistato su radio popolare network. Particolarmente "divertenti", nella loro omogeneità, gli interventi degli ascoltatori che paiono avere punti di riferimento mediatici a senso unico e enorme confusione in testa. I temi, crisi della Chiesa, della politica, della finanza. Ospiti: con Melloni, Prospero e Gianola dell'Unità.
Alessia

Anonimo ha detto...

Paventare un altro conflitto perchè il papa è tedesco,mi pare quanto meno azzardato,la collegialità,l'ecumenismo il dialogo a tutti i costi(anche concedendo chiese inutilizzate per trasformarle in moschee o supermarket)l'ignoranza della lingua latina(che è la cosa che mi ferisce di più avendo io fatto studi classici e dovendo assistere a questo scempio)la disobbedienza ormai consolidata da un 50ennio,non sono che effetti collaterali dell'unico grave problema al momento irrisolvibile,salvo interventi dall'Alto,chè è uno solo,la mancanza di una benchè minima parvenza di fede negli insegnamenti di Cristo,sono tutti funzionari di una sorta di multinazionale di non si sa bene che,con robuste e potenti immissioni di massoni con compiti specifici,e qui faccio felice Andrea,e contro questo tipo di situazioni,c'è ben poco da fare e da salvare,fatta eccezione per l'immenso papa che abbiamo e che dobbiamo tenere ben caro,perchè è l'unico o uno dei pochi che ha una fede granitica.Dominus servet eum contra omnia mala.(chissà in quanti religiosi capiranno la frase;(( ).GR2