venerdì 1 giugno 2012

Il Papa a Milano per l'Incontro mondiale delle famiglie


Il Papa a Milano per l'Incontro mondiale delle famiglie


Benedetto XVI arriva questo pomeriggio a Milano in occasione del settimo Incontro mondiale delle famiglie che sarà lui stesso a concludere domenica prossima. Oggi, al Fieramilanocity, sono terminati gli interventi delle sessioni plenarie del Congresso internazionale, con una serie di interventi sul tema della celebrazione della domenica. Il servizio del nostro inviato a Milano, Alessandro De Carolis:


I luoghi-fulcro dove Benedetto XVI transiterà da questo pomeriggio sono ormai presidiati da una parte di quei 10 mila membri delle forze dell’ordine disposti per la sicurezza della visita. Milano respira da questa mattina il clima di attesa: dal Duomo, al Teatro alla Scala, al Parco di Bresso, dove la festa delle famiglie con il Papa toccherà il suo culmine domani sera – e dove Benedetto XVI presiederà la Messa di domenica – è un brulicare di agenti e volontari. Diverso il clima che fino a poco fa si respirava alla Fiera di Milano, dove il Congresso internazionale sulla famiglia ha celebrato le ultime battute, almeno per ciò che riguarda gli incontri generali del mattino.


A tirare le somme davanti a circa 4 mila persone è stato il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia. Tornando sulle tematiche sviluppate in modo specifico dagli oltre 100 relatori intervenuti al Congresso – qui in Fiera e altrove in città e nella regione – il porporato ha ripetuto che in un contesto culturale “in cui la persona è ridotta a individuo, la società a gioco d’interessi, la felicità a piacere, la verità a opinione”, la famiglia può ridursi “a semplice coabitazione di individui nella stessa casa, secondo una molteplicità di modelli, stimati equivalenti tra loro”:


“Solo curando la qualità delle relazioni e restituendo il primato all’amore e alla comunione, la famiglia, il lavoro e la festa potranno ritrovare la loro autenticità e armonizzazione. Per superare la crisi, sembra necessaria, a livello globale, una rivoluzione culturale, antropologica, prima che economica”.


Scrutando sulla falsariga degli interventi di ieri il legame tra famiglia e lavoro, il cardinale Antonelli ha detto che “la famiglia è amica delle imprese” e che, “al di là dell’equità fiscale, dovrebbe essere sostenuta con un disegno organico di politica familiare” che ne “tuteli l’identità e i diritti”:


“Nella misura in cui sa offrire un capitale umano di qualità, la famiglia diventa soggetto produttivo di valore economico per il sistema. Dovrebbe dunque essere tassata, tenendo conto sia dei redditi che delle persone a carico, un po’ come le imprese che vengono tassate sulla base dei guadagni al netto dei costi di produzione. (...) L’obiettivo centrale e unificante dovrebbe essere il sostegno da dare alle relazioni che strutturano la famiglia e la rendono risorsa sociale: sostegno cioè alla stabilità della coppia e alla sua missione procreativa ed educativa”.


Poco prima, il cardinale statunitense, Sean O’Malley, arcivescovo di Boston, con un intervento brillante – ricco di aneddoti di vita vissuta e spesso sottolineato dagli applausi delle 4 mila persone presenti – ha messo in luce i molti modi in cui la famiglia è invitata a celebrare la festa, invitando i genitori a darne per primi testimonianza ai figli. “Senza l’Eucaristia domenicale, ha detto, noi cristiani “perdiamo la nostra identità”. Eppure, ha denunciato con vigore, oggi non è raro il caso in cui la religione finisce per essere “triviliazzata” e il parlare politicamente corretto contagia perfino chi deve proclamare “la verità”:


“Tutti vogliamo che la Messa sia celebrata con dignità e bellezza. Ci preme molto che la gente capisca il significato dei riti e la ricca storia della nostra tradizione. Ma tutto questo non è sufficiente. Abbiamo bisogno di insegnare alla gente come pregare, allora la Messa avrà senso. Allora cominceremo a penetrare il mistero. Senza l’Eucarestia della Domenica noi perdiamo la nostra identità”.


Anche il vescovo Erminio De Scalzi, presidente della Fondazione organizzatrice dell’Incontro milanese, aveva riflettuto in apertura di mattinata sul fatto che l’uomo moderno ha creato il “tempo libero e ha dimenticato la festa”. Nella vita di tante persone oggi, ha proseguito, ci sono sostanzialmente due fasi: il tempo del lavoro, sempre più invadente, e quello del non-lavoro, spesso vissuto come un tempo “commerciale”. Per i cristiani, ha affermato, fare festa è invece raccogliersi con Cristo occorre “difendere la domenica come giorno che salva l’umanità”, che “riunisce la famiglia rigenerandola”. Per questo motivo, ha concluso, “la domenica non ha prezzo”.


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