sabato 2 giugno 2012
Il Papa a Milano. L'abbraccio caloroso della folla. Il dolore e la solidarietà verso i colpiti dal terremoto in Emilia (Gasparroni)
Il Papa: la fede animi la politica
Alla Scala Ratzinger ascolta la Nona di Beethoven e applaude Barenboim
Fausto Gasparroni
MILANO
L'abbraccio caloroso della folla. Il dolore e la solidarietà verso i colpiti dal terremoto in Emilia. L'appello a che la politica, «animata dalla fede», pensi realmente al «benessere» della famiglia, «patrimonio principale dell'umanità». La "Nona" di Beethoven eseguita in suo onore alla Scala. Il primo dei tre giorni di Benedetto XVI a Milano per l'Incontro mondiale delle Famiglie ha già riservato momenti e temi di particolare intensità e rilevanza per il Pontefice, che dopo i giorni segnati dallo scandalo delle fughe di documenti e dall'arresto del suo maggiordomo, ha potuto respirare un clima diverso, lontano da intrighi e "veleni".
La bufera "Vatileaks" non resta, e non può restare del tutto fuori anche da questa visita a Milano, la prima di un Papa dal 1984, mentre Benedetto XVI già due volte era stato in territorio lombardo, a Vigevano e Pavia nel 2007, a Brescia e Concesio nel 2009. Anche per il semplice fatto cha accanto al Pontefice non c'è il maggiordomo Paolo Gabriele, da dieci giorni rinchiuso in camera di sicurezza per aver trafugato carte del Papa, ma l'altro aiutante "Sandrone" Mariotti. O anche perché il cardinale arcivescovo Angelo Scola, che ha accolto ancora una volta Ratzinger dopo averlo fatto già da patriarca di Venezia nel maggio 2011 nella città lagunare, durante l'incontro con la città in piazza Duomo ha sentito il bisogno di dire a Benedetto XVI che «può contare su tantissimi amici di tutto il mondo». «Facciamo sentire al Papa il nostro abbraccio. Santità, le vogliamo bene!», ha esclamato suscitando l'entusiasmo e l'applauso corale della gremitissima piazza, piena anche delle famiglie provenienti da 170 Paesi del mondo per questa grande "kermesse" milanese.
A fianco del Papa c'è il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, che non sempre lo segue nelle trasferte in Italia, ma la cui presenza era prevista fin dall'inizio in un viaggio come questo, di respiro così internazionale: basti pensare alla presenza di circa 50 cardinali e 300 vescovi di varie parti del mondo.
In questa prima di tre giornate sotto la "Madonnina", Ratzinger, che è stato accolto anche dai ministri Riccardi e Ornaghi, Benedetto XVI ha affermato che la fede «deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e pubblica, così da consentire uno stabile e autentico "ben essere", a partire dalla famiglia», da riscoprire «quale patrimonio principale dell'umanità» e «segno di una vera e stabile cultura in favore dell'uomo».
Questa l'impronta data alla sua presenza al meeting delle famiglie, in cui non può però mancare una particolare attenzione a quanto accaduto in Emilia, alle famiglie colpite dal terremoto, «che sono nel nostro cuore e nella nostra preghiera», e verso le quali ha invocato «una generosa solidarietà». Non è mancato anche un richiamo al fatto che «la singolare identità di Milano non la deve isolare né separare, chiudendola in se stessa», ha detto in piazza Duomo. «Al contrario – ha aggiunto –, conservando la linfa delle sue radici e i tratti caratteristici della sua storia, essa è chiamata a guardare al futuro con speranza, coltivando un legame intimo e propulsivo con la vita di tutta l'Italia e dell'Europa». Nella chiara distinzione dei ruoli e delle finalità, «la Milano positivamente "laica" e la Milano della fede sono chiamate a concorrere al bene comune». Temi attinenti sono stati toccati dal Papa anche al Teatro alla Scala, dopo la standing ovation alla mirabile esecuzione della Nona di Beethoven diretta da Daniel Barenboim e dedicata dal sovrintendente Stephane Lissner alle popolazioni terremotate dell'Emilia.
«Su questo concerto, che doveva essere una festa gioiosa in occasione di questo incontro di persone provenienti da quasi tutte le nazioni del mondo, vi è l'ombra del sisma che ha portato grande sofferenza su tanti abitanti del nostro Paese», ha detto Ratzinger. E secondo il Pontefice, il messaggio di «solidarietà», «fraternità» e «pace» insito nel capolavoro beethoveniano e nel suo "Inno alla gioia" è «prezioso anche per la famiglia, perché – ha spiegato – è in famiglia che si sperimenta per la prima volta come la persona umana non sia creata per vivere chiusa in se stessa, ma in relazione con gli altri».
© Copyright Gazzetta del sud, 2 giugno 2012
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