martedì 26 giugno 2012

Il Papa in Emilia (Il Tempo)


EMILIA OGGI LA VISITA DI BENEDETTO XVI «COME SEGNO DI SOLIDARIETÀ» ALLE POPOLAZIONI COLPITE


Il Papa in mezzo ai terremotati


Dalla Chiesa italiana aiuti per tre milioni di euro attraverso la Caritas


Una visita breve ma densa di significato.
Un balsamo di speranza sulla ferita profonda lasciata nella terra devastata e nel cuore delle persone colpite dal terremoto che ha sconvolto l'Emilia alla fine di maggio. Benedetto XVI visiterà questa mattina le popolazioni che da oltre un mese convivono con le scosse e i disagi, con la voglia di ripartire che si scontra con le difficoltà logistiche e burocratiche. Il Papa arriverà alle 10.15 in elicottero a San Martino di Carpi (Modena), dove sarà accolto dal Prefetto Gabrielli, Capo della Protezione Civile, e dal vescovo di Carpi, mons. Cavina. Seguirà il trasferimento con un pulmino della Protezione Civile verso Rovereto di Novi ed il passaggio all'interno della «zona rossa» dove si trova la chiesa di S. Caterina di Alessandria, all'interno della quale perse la vita il parroco don Ivan Martini, travolto dalle macerie mentre tentava di portare al sicuro una venerata immagine della Madonna, che il 28 giugno avrebbe compiuto 65 anni. Al centro di Rovereto, sotto un gazebo, il Papa riceverà il saluto del presidente della Regione, Errani, e dell'arcivescovo di Bologna, card. Caffarra, presidente dell'episcopato dell'Emilia Romagna. Poi pronuncerà il suo discorso ed al termine saluterà una delegazione di 50 persone delle zone terremotate. Ci saranno due famiglie scampate ai crolli, i rappresentanti di sindaci, parroci, vescovi delle diocesi colpite, esponenti della Protezione civile e del volontariato impegnati nei soccorsi. Alle 11.50 il Santo Padre si trasferirà in auto al campo sportivo di San Martino di Carpi per ripartire sempre in elicottero alla volta del Vaticano. Domenica durante l'Angelus Benedetto XVI ha espresso il desiderio che la sua visita sia «il segno della solidarietà di tutta la Chiesa», chiedendo di accompagnarlo con la preghiera. E non è escluso un nuovo atto concreto a favore delle popolazioni colpite. Domenica, infatti, era la giornata per la carità del Papa: le offerte raccolte nelle parrocchie vengono «girate» al Pontefice che le destina alle opere di misericordia che ritiene opportune. Potrebbero esserci anche interventi per i terremotati, che sicuramente sono nel cuore di Benedetto XVI che già lo scorso 3 giugno aveva destinato a loro i 500.000 euro raccolti in occasione dell'Incontro mondiale delle famiglie a Milano. Anche la Cei si è mobilitata: «Fino ad oggi - spiega una nota - la Chiesa Italiana ha messo a disposizione, per questa emergenza, tre milioni provenienti dai fondi dell'8 per mille, ai quali si stanno aggiungendo i frutti della Colletta nazionale del 10 giugno e i proventi di varie iniziative in tutto il Paese». La Caritas, che fin dai primi momenti ha attivato in Emilia un centro di coordinamento per consentire interventi adeguati, sta provvedendo alla effettiva distribuzione dei fondi raccolti, che sono stati già messi a disposizione delle comunità colpite. «Fino ad ora - afferma ancora la nota - sono stati privilegiati l'aiuto nei Centri di accoglienza (tendopoli, scuole, palestre) in risposta ai bisogni primari (generi alimentari, vestiario, letti, coperte, problemi igienico-sanitari), la cura di anziani, ammalati, disabili e minori, come pure la ricostruzione del tessuto comunitario delle parrocchie, il potenziamento dei servizi di ascolto e la realizzazione di strutture per spazi di aggregazione». Nella stessa nota i vescovi hanno espresso «gratitudine e vicinanza» a Benedetto XVI per la sua visita. Un gesto che ripete quello che il Papa fece il 28 aprile 2009 quando si recò nella tendopoli di Onna e a Coppito tra i terremotati d'Abruzzo. «Aspettavamo questa visita, la desideravamo, perché credo che sia uno di quei segni di Chiesa per noi importanti - ha detto alla Radio Vaticana don Roberto Montecchi, vice parroco di Finale Emilia, uno dei centri più colpiti - La visita del Papa non può che arricchirci, darci uno sprone». Per ripartire più forti di prima.


© Copyright Il Tempo, 26 giugno 2012 consultabile online anche qui.

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