giovedì 7 giugno 2012

Non bastano i Vatileaks per capire la Santa Sede (Gravino)


Su segnalazione di Eufemia leggiamo:


Il dibattito Nuzzi & co. a confronto su "Cosa succede, Oltretevere?"


Ma non bastano i Vatileaks per capire la Santa Sede


Annamaria Gravino


Il dato sorprendente è che questa storia dei Vatileaks non tira tanto. Almeno non tira tanto il pubblico di "RomaIncontra", il ciclo di incontri promossi da Enrico Cisnetto, che lunedì sera ha avuto in programma "Cosa succede, Oltretevere?". L'Auditorium dell'Ara Pacis, una novantina di posti, era pieno, ma un ragazzo dell'organizzazione ha assicurato che di solito è piena anche la galleria. Stavolta no. In compenso, il pubblico radunato per ascoltare il direttore di Tempi, Luigi Amicone, quello del Tempo, Mario Sechi, il vaticanista del Fatto Quotidiano, Marco Politi, e Gianluigi Nuzzi, giornalista e autore del controverso Sua santità, era parecchio partecipe. Schiere di signore, uomini in completo e qualche trentenne hanno seguito più di un'ora e mezza di dibattito mugugnando, commentando e intervenendo a scena aperta. A nobilitare la platea, in senso letterale, c'erano anche due principi: Lillio Sforza Ruspoli e Carlo Giovannelli, che a un certo punto ha fatto un'incursione per ricordare che il Papa non è l'unico capo di Stato che porta in piazza un milione di persone. «Anche la regina Elisabetta», ha sottolineato. Il Papa, del resto, come Elisebatta, è monarca. Di più, è un monarca assoluto, eletto, che regna su uno Stato circa 850 persone, ma guida un popolo di oltre un miliardo di individui, come ha ricordato Sechi. Una comunità che sta cambiando e che si sposta, demograficamente, dalla Vecchia Europa ai Paesi del Sud del mondo e che, quindi, necessita di un cambio di strategie al vertice. Per Sechi quello che succede dipende dal fatto che il Papa, da uomo politico, cerca di adeguare il suo mondo ai cambiamenti del mondo, con il necessario spostamento di risorse economiche. «Follow the money», ha ripetuto più volte il direttore del Tempo, chiamando in causa anche il brutale benservito dello Ior ad Alberto Gotti Tedeschi. Anche per Politi, autore del libro Joseph Ratzinger, la chiave è politica, ma riguarda uno scontro all'interno della Curia, dove si vuole rovesciare il "primo ministro" Tarcisio Bertone e condizionare l'elezione del prossimo successore di Pietro. A Politi Ratzinger piace per la sua «delicatezza umana» e per la sua intelligenza, ma tanto lo trova un teologo raffinato tanto lo trova un politico inadatto, quindi quasi ne auspica le dimissioni. Amicone di questa storia dei Vatileaks non ne vorrebbe nemmeno sentir parlare, perché per lui quelle carte non sarebbero mai dovute uscire dalle segrete stanze vaticane per rispetto alla libertà e alla riservatezza. Detto in un Paese che ha conosciuto tutti i dettagli del Bunga bunga e in un tempo che ha visto perfino la pubblicazione dei documenti della Cia, l'argomento risulta un po' debole. Comunque, emerge la tesi del grande complotto esterno alla Chiesa, per indebolirla e farne una banderuola nelle mani di qualsivoglia potere. Nuzzi, dal canto suo, per lo più difende il suo lavoro di cronista. Dunque, «Cosa succede, Oltretevere?». La verità è che anche gli analisti più esperti non possono che limitarsi alle congetture. Almeno per ora, perché poi la cronaca o la storia lo chiariranno e chiariranno anche se questo Papa sia stato all'altezza del suo mandato che, ha ricordato Sechi, è riformare la Chiesa. «E io penso - ha concluso il direttore del Tempo - che la storia dirà che questo è stato un grande Papa».


© Copyright Il Secolo, 6 giugno 2012


Non c'e' bisogno della storia. Basta la cronaca a dirci che Benedeto e' un grande, grandissimo, Papa.
R.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sì, noi non abbiamo bisogno di attendere il giudizio della storia per essere certe della grandezza della testimonianza del nostro Benedetto. A Politi vorrei dire che il compito del Papa non è quello di essere politico e capo di Stato. Noi fedeli non abbiamo bisogno di questo. Il suo compito è quello di Vicario di Cristo chiamato a confermare i fratelli nella fede con la testimonianza e l'insegnamento.
Alessia

Anonimo ha detto...

Concordo totalmente con Raffaella e Alessia.
Dirò di più: la grandezza umana cioè la Santità di Joseph Ratzinger è superiore a quella di Giovanni Paolo II per vari motivi che sarebbe troppo lungo dire adesso. Per chi guarda i "segni" con gli occhi della fede, questo risulta evidente.
Dio è più presente in una brezza leggera che non nel vento impetuoso! Massimiliano

Anonimo ha detto...

Saluti, Eufemia
FRANCIA:PRESTO FILM SU RETROSCENA VATICANO, NUZZI CONSULENTE

(ANSA) - PARIGI, 7 GIU - Il cineasta francese Laurent Herbiet
sta lavorando a un film sui retroscena del Vaticano, le cui
riprese dovrebbero iniziare tra un anno, con la speciale
consulenza del giornalista italiano Gianluigi Nuzzi. Lo ha
rivelato ai media transalpini Loull Production, la societa' di
produzione che segue il progetto, in associazione con Conchita
Airoldi dell'italiana Urania Pictures.
Nel cast figureranno Kristin Scott Thomas, Andre' Dussollier
e Sergi Lopez, insieme a un attore italiano ''di primo piano'',
il cui nome non e' pero' ancora stato svelato. Le riprese si
svolgeranno a Roma e in Svizzera.
Sara', spiega la produzione, un ''thriller politico'',
ambientato in Vaticano ''in un momento cruciale: il papa e'
morente. Chi si impadronira' del trono, regnera' su una delle
istituzioni finanziarie piu' potenti e piu' opache che ci
siano''. Una guerra di successione nel mezzo della quale ''una
donna tentera' di far luce sulla morte del figlio, una giovane
guardia svizzera''.
Herbiet e' stato co-sceneggiatore degli ultimi due film di
Alain Resnais, 'Les Herbes folles' e 'Vous n'avez encore rien
vu', e ha realizzato nel 2011 il suo primo lungometraggio, 'Mon
colonel', sulla guerra d'Algeria. (ANSA).