martedì 19 giugno 2012

Il card. Bertone risponde alle accuse di essere al centro della crisi vaticana, smentisce che tra cardinali ci sono divisioni e se la prende con le ricostruzioni giornalistiche (TMNews)

Vaticano/ Bertone: Giornalisti come Dan Brwon, non siamo divisi


Dopo il 'Tg1' intervista a 'Famiglia cristiana' su Vatileaks


Città del Vaticano, 18 giu. (TMNews)


Il cardinale Tarcisio Bertone ha scelto 'Famiglia cristiana', settimanale cattolico a larga diffusione, per una lunga intervista incentrata sullo scandalo della fuga di documenti riservati (Vatileaks). La copertina - 'Corvi e Ior... solo calunnie' - riassume efficacemente un colloquio con il direttore don Antonio Sciortino nel quale Bertone - dopo una recente intervista al 'Tg1' - risponde alle accuse di essere al centro della crisi vaticana, smentisce che tra cardinali ci sono divisioni e se la prende con le ricostruzioni giornalistiche.
"Molti giornalisti giocano a fare l'imitazione di Dan Brown. Si continua a inventare favole o a riproporre leggende", afferma Bertone, che, senza fare nomi, smentisce in particolare la storia del viaggio che il braccio destro del cardinale Angelo Sodano, mons. Piero Pioppo, avrebbe fatto a Genova "con l'incarico di dissuadermi dall'accettare la proposta di papa Benedetto XVI, che mi voleva come Segretario di Stato. E' totalmente falso!". 
Il cardinale Bertone è stato di recente in Polonia dove, racconta, ha trovato "un clima totalmente diverso dalle meschinità e dalle menzogne propalate in questi mesi". 
Il principale collaboratore del Papa accenna al fatto che le recenti polemiche siano la reazione all'impegno di Benedetto XVI a favore della trasparenza, ad esempio nei confronti dei preti pedofili ("La grande azione chiarificatrice e purificatrice di Benedetto XVI, sin da quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, in totale sintonia con Giovanni Paolo II, certamente ha dato e dà fastidio"). Ma la spiegazione che da insiste su un altro aspetto, che tende ad invdividuare un nemico esterno, se non ontologico: "La verità è che c'è una volontà di divisione che viene dal maligno". Più specificamente, per Bertone, "c'è un tentativo accanito e ripetuto di separare, di creare divisione fra il Santo Padre e i suoi collaboratori. E tra gli stessi collaboratori". Secondo il salesiano, "la normale e legittima dialettica che deve esistere nella Chiesa assume il volto di una contrapposizione che sembra voler dividere fra amici e nemici". Bertone spiega di non avere "alcun segnale di coinvolgimento di cardinali o di lotte fra personalità ecclesiastiche per la conquista di un fantomatico potere. Come ha detto anche il cardinale Sodano, nell'intervista all'Osservatore Romano, è logico che, discutendo nelle varie riunioni, ci possa essere diversità di opinioni".
"Io sono al centro della mischia. E vivo queste vicende con dolore, ma anche vedendo costantemente al mio fianco la Chiesa reale, le persone di ogni ambito che mi manifestano il loro affetto e si stringono in unità", dice Bertone a 'Famiglia cristiana', per poi concentrarsi sul coté italiano del problema: "Dobbiamo anche osservare che ci troviamo in un contesto italiano, che viene propalato a raggio universale, dove la risonanza è molto attutita. Anzi, all'estero si fatica a comprendere la veemenza di certi giornali italiani". In merito alle fughe di notizie, e in particolare al libro di Gianluigi Nuzzi 'Sua Santità', Bertone si domanda se "la tutela della privacy del cittadino è ancora valida per la società civile". "Si può invocare il 'diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero', previsto dall'articolo 21, per abbattere un altro articolo della medesima Costituzione?", si domanda Bertone, che arriva a prospettare il rischio che ci siano "cittadini di serie A e di serie B".
Quanto a Paolo Gabriele, ad oggi l'unico indagato per il caso 'Vatileaks', "il Papa stesso - racconta Bertone - ci ha chiesto più volte, in maniera accorata, una spiegazione sulle motivazioni del gesto di Paolo Gabriele, da lui amato come un figlio". Bertone affronta infine la questione dell'ex presidente Ior Ettor Gotti Tedeschi. "La pubblicazione degli interventi del Consiglio di sovrintendenza mostra che il suo allontanamento non si deve a dubbi interni riguardo alla volontà di trasparenza, ma piuttosto a un deterioramento dei rapporti fra i consiglieri, a motivo di prese di posizione non condivise, che ha portato alla decisione di un cambiamento", precisa Bertone. 
"Per di più, al di là degli scandali passati (che sono molto enfatizzati e periodicamente riproposti per gettare sfiducia su questa istituzione vaticana), lo Ior si è dato regole precise ben prima della legge antiriciclaggio. L'attuale Consiglio di sovrintendenza, composto da alte personalità del mondo economico-finanziario, ha continuato e rafforzato questa linea di chiarezza e di trasparenza e sta lavorando per recuperare a livello internazionale la stima che merita questa istituzione".


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