lunedì 4 giugno 2012

De Robertis confeziona un commento ingiusto

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Di solito questo Autore e' equilibrato ma da un po' di tempo confeziona commenti in cui, lasciandosi andare a paragoni ormai superati, dimostra di non conoscere bene il Santo Padre.
Innanzitutto sara' Benedetto XVI a porre fine alla vicenda dei corvi (come ha messo fine alla crisi seguita alla remissione della scomunica ai Lefebvriani e soprattutto a quella dei preti pedofili esplosa ad arte anni dopo i fatti). Benedetto XVI non e' tipo da lasciare patate bollenti ai suoi successori. Inoltre continuare a parlare di "panzerkardinal" dimostra davvero poca sensibilita' per noi lettori e soprattutto per il Papa. Non si capisce la battuta finale sulla donna delle pulizie...
Immaginiamo che cosa sarebbe accaduto se il Santo Padre avesse deciso di circondarsi solo di Tedeschi...chissa' quanti e quali critiche! Non siamo piu' ai tempi in cui i media credevano e/o ci facevano credere che il Vaticano fosse il Paradiso.

9 commenti:

gianniz ha detto...

Che ci vuoi fare Raffaella, noi europei e, in particolare, noi italiani, pensiamo di essere l'ombelico della Chiesa, anzi di essere 'la' Chiesa. E quindi è normale che pretendiamo che la Chiesa di Cristo debba essere fatta a immagine e somiglianza nostra e del nostro mondo.
E' un po' meno comprensibile che i giornali, oggi, strombazzino la regata della regina Elisabetta e sfiorino appena l'evento di Bresso (se non per quello che Papa Benedetto ha detto circa i separati che non possono accedere all'Eucarestia).
La vita e le notizie devono essere a misura di rotocalco. Se non sono così meglio sfumare... e ripartire con i voli dei corvi. Quelli sì che sono da rotocalco.

mariateresa ha detto...

l'articolo più che ingiusto mi sembra stupidino.
Il fatto che il maggiordomo sia in galera non vuol dire un tubo e se De Robertis prova ad usare (moderatamente, per carità) i suoi neuroni forse può immaginare perchè.
Può trattarsi di un bel pacco di documenti pubblicato a puntate. Ci ha pensato o è troppo faticoso?
Quanto alla battuta della donna delle pulizie, si ricordi che per essere spiritosi è meglio fornire al lettore una piuma per farsi solletico sotto le ascelle.Nel caso che quello che si è scritto sia insipiente.
E' evidente che l'estensore dell'articolo vuole sogghignare sulla santa sede a poco prezzo. Veramente a poco.

Andrea ha detto...

Il veleno, cara Raffaella, sta nella "lezione al Papa": "Avresti dovuto pranzare con dei conviventi e dei risposati, insieme agli sposati".

Veleno non solo per le bacchettate allo "scolaretto" Ratzinger, ma ancor più per il tentativo di chiamare "famiglia" ciò che non lo è.

Anonimo ha detto...

Che pochezza! per non parlare del discutibile senso dell'umorismo. O voleva essee sarcasmo da quattro soldi? Forse De Robertis dimentica che è stato Benedetto a ricevere un pesantissimo lascito. Possibile il successore parta svantaggiato, ma dovrà prendersela con corvi e media non con Papa Benedetto.
Alessia

Anonimo ha detto...

La proposta di Scaramuzzi non mi pare sia campata in aria. Se potessi dare un consiglio al nostro Papa lo pregherei, addirittura, di lasciare il Vaticano per Castelgandolfo che mi sembra un luogo assai più sano.
http://www.linkiesta.it/blogs/papale-papale/e-dopo-vatileaks-il-papa-trasloco-san-giovanni-laterano
Alessia

Andrea ha detto...

Sono costretto a ricordarti, cara Alessia, che l'allontanamento del Papa da Roma signfica tornare alla "Cattività Avignonese" (XIV secolo). Perché "cattività"? perché i Papi erano pesantemente sottoposti all'influenza dei Re di Francia.

Cercare un luogo "pulito" significa solo emigrare verso lo Spazio Interplanetario, lasciando il mondo in preda a Satana e ai suoi servi.

Roma non è importante perché "pulita", ma perché un disegno della Provvidenza, anche nei tempi anteriori a Cristo, la costituì sede del Papato.
Il segno principale di questo disegno è l'incredibile gloria del Diritto Romano (Jus), e il sigillo su di esso è il martirio a Roma dei Santi Pietro e Paolo.

Dire, come fa il giornalista, che il Papa è anzitutto vescovo di Roma, significa dire che la Chiesa è una federazione di chiese locali: democratismo, anziché organicismo (Chiesa Una Santa, Corpo Mistico dell'Uomo-Dio).
Si diventa Papi perché eletti dal "Clero romano" (questo sono, formalmente, i Cardinali), ma eletti non al territorio romano ma all'Universo

gemma ha detto...

Che brutto articolo.., ma proprio brutto, un condensato di luoghi comuni in poche righe, un'impresa. Non manca nulla, dalla Chiesa che non si adegua ( non mi pare che nel lascito del Signore dovesse essere lei ad adeguarsi), all'indimenticabile corte polacca, al pastore tedesco, senza farsi mancare il panzerkardinal.

un passante ha detto...

Io credo che certi commenti, come anche le uscite dei vip divorziati sui giornali, derivino da una gran superficialita' sulle questioni di fede. Io che non credo, resto affascinato di fronte alla formula del matrimonio sacramento. Le parole pronunciate sono da brividi, un impegno importante davanti a Dio. Difficile anche per chi non crede non rendersi conto della loro rilevanza. Perché insistere e non ammettere poi con umiltà (quanto difetta oggi): ho sbagliato, non ce l'ho fatta, non sono immacolato? Invece no, si pretende che la Chiesa si adegui alle mancanze dell'uomo. E non e' che oggi si divorzia una volta sola, così come qualcuno dovrebbe ammettere ogni tanto che tanta sofferenza nello scioglimento del vincolo spesso non c'è, se non per chi viene lasciato. Chi lascia spesso lo fa in modo superficiale e implacabile, mettendo al mondo nuovi figli ad ogni innamoramento, pensando a tutto tranne che al loro bene.

Anonimo ha detto...

Arrivo ultima, ma arrivo. e solo per ricordare a De Robertis, nella sua fiera delle ovvietà, un'altra ovvietà che però gli sfugge: le famiglie "normali" non sono famiglie da cartolina, ma famiglie che si costruiscono giorno per giorno con fatica e sudore, oltre che con tanto amore e tanto entusiasmo. famiglie piuttosto da "nozze di Cana" come ha meravigliosamente insegnato il santo Padre ai fidanzati (e a tutti noi) alla festa delle testimonianze. Maria Pia