martedì 12 giugno 2012

Convegno ecclesiale di Roma. Il cardinale Vallini: riscoprire il Battesimo come dono per tutta la famiglia


Convegno ecclesiale di Roma. Il cardinale Vallini: riscoprire il Battesimo come dono per tutta la famiglia


Aprendo, ieri sera, il Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, il Papa ha messo l’accento sulla dimensione comunitaria del Battesimo. Proprio sulla ricchezza che il Sacramento battesimale riveste sia per la famiglia che per la Chiesa, Luca Collodi ha intervistato il cardinale vicario Agostino Vallini: 


R. – E’ un tema importante e, nella nostra specifica realtà romana, è un tema che si inserisce in un cammino di Chiesa e nel progetto pastorale di questi anni. A dieci anni dalla Missione cittadina e dal Giubileo, volevamo capire quanto il cammino ecclesiale fosse percepito e assimilato rispetto al tema del "generare alla fede", cioè dell’iniziazione cristiana, un tema molto ampio, complesso, non riducibile più solo alla lezione di catechismo sui Sacramenti. Proprio il generare, l’educare alla fede, in un contesto di cultura secolarizzata, chiama in causa molti aspetti quanto a contenuti e quanto a metodo. Quest’anno abbiamo pensato di doverci concentrare sul tema del Battesimo dei bambini, che poi vuol dire generarli alla fede, ma attraverso la famiglia e la comunità ecclesiale.


D. – Parlando di Battesimo, quindi, si parla fondamentalmente della famiglia...


R. – Sì, perché in fondo la famiglia è non soltanto fruitrice di un dono, quello del Sacramento, ma ne è responsabile: si battezza sulla fede dei genitori e della Chiesa. In questo senso vorremmo che i genitori fossero consapevoli, non di chiedere un rito o una benedizione, ma un Sacramento, un’esperienza, un dono immenso che il Signore fa, perché poi si viva da cristiani. Quindi, evidentemente, la pastorale battesimale dei bambini coinvolge profondamente la famiglia, i genitori.


D. – Dopo questo Convegno sul Battesimo, come cambierà nelle parrocchie della diocesi di Roma, proprio la pastorale battesimale?


R. – Noi ci auguriamo - questo è l’obiettivo che vorremmo raggiungere - di poter avere una "schiera", per così dire, di giovani famiglie che diventino catechisti del Battesimo, accanto alle famiglie che chiedono il Battesimo per i loro figli. In questo senso il vicariato ha in mente di produrre dei sussidi che accompagnino la formazione dei catechisti e, in secondo luogo, l’accompagnamento di queste famiglie. Non è più pensabile, a nostro parere, dare i Sacramenti, se la famiglia - il cuore del problema poi è qui – i genitori, rimangono esterni a questo cammino spirituale dei figli. E’ un obiettivo ambizioso nella cultura che conosciamo oggi, ma che confidiamo possa realizzarsi.


D. – Talvolta c’è superficialità nel richiedere il Battesimo nelle parrocchie romane?


R. – Credo un po’ dappertutto; c’è l’abitudine ed è una cosa buona, quindi, perché non darlo, salvo poi, una volta celebrato il Battesimo, di ritrovarci impegnati, quando ci sarà la tappa della Prima Comunione... Noi vorremmo che non fosse un rito isolato, ma che fosse davvero un’esperienza della famiglia, che accoglie un dono immenso, quello della vita di un figlio e della rinascita alla vita di fede e di grazia, e che l’accompagni, godendo della presenza del Signore nella vita, e al tempo stesso lo sostenga nello scoprire e vivere i doni di Dio.


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