martedì 19 giugno 2012

Card. Bertone: Si tenta di dividere il Papa dai suoi collaboratori ma la Chiesa è unita intorno a Benedetto XVI (Galeazzi)

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Bertone: “La Chiesa è unita attorno al Papa ma c’è chi tenta di dividerlo dai collaboratori”


E sul caso Ior: «Gotti Tedeschi fuori per dissapori nel board laico»

GIACOMO GALEAZZI

CITTA'DEL VATICANO



«Si tenta di dividere il Papa dai suoi collaboratori ma la Chiesa è unita intorno a Benedetto XVI». 
In un’intervista a Famiglia Cristiana, il segretario di Stato, Tarcisio Bertone analizza a tutto campo «Vatileaks» e stigmatizza l’escalation di veleni e attacchi mediatici alla Santa Sede. «I giornalisti giocano a imitare Dan Brown: troppe menzogne, si cerchi verità», avverte. Mentre salgono a 23 le persone interrogate in Curia sui furti di documenti nell’appartamento papale, il cardinale Bertone assicura che sono state diffuse «meschinità» e «menzogne» e ricorda che già il Pontefice «ha parlato di calunnia». Perciò serve il «senso della proporzione dei fatti» per «soppesare la reale consistenza» delle accuse. Certo, «nessuno di noi intende nascondere le ombre e i difetti della Chiesa», anzi è stato proprio Joseph Ratzinger a deplorare «quanta sporcizia proprio tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Dio», però ci sono prerogative da salvaguardare. In primo luogo la pubblicazione delle carte sottratte al Papa viola l’articolo 15 della Costituzione (cioè «la libertà e la segretezza della corrispondenza»). Inoltre è grave che si continui a «inventare favole o a riproporre leggende, come quella che un monsignore del Vaticano sia venuto a Genova con l’incarico di dissuadermi dall’accettare la proposta di Benedetto XVI che mi voleva come segretario di stato».
Una circostanza «totalmente falsa», segno che c’è una volontà di divisione che viene dal maligno». Grande sofferenza, poi, ha provocato al Papa il «tradimento» del maggiordomo Paolo Gabriele «da lui amato come un figlio». Quanto alla bufera Ior, la «questione di Gotti Tedeschi è chiara». Il suo allontanamento, dunque, non deve ingenerare «dubbi interni riguardo alla volontà di trasparenza». Il siluramento dell’ex banchiere del Papa viene derubricato da Bertone a «deterioramento dei rapporti a motivo di prese di posizione non condivise». Sono stati i dissapori nel board laico a portare alla «decisione di un cambiamento».
La banca vaticana, garantisce Bertone, si è data «regole precise ben prima della legge antiriciclaggio» e la glasnost non si arresta. Tra pochi giorni il verdetto dell’Ocse sull’ingresso nella «white list» dei paesi virtuosi.



© Copyright La Stampa, 19 giugno 2012

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