PAPA:VALLINI,SCOLA E ORNAGHI LO ACCOLGONO A UNIVERSITA' CATTOLICA
Salvatore Izzo
(AGI) - Roma, 3 mag.
Benedetto XVI e' arrivato in elicottero alla sede romana dell'Universita' Cattolica, che visita Policlinico Gemelli sono stati i cardinali Agostino Vallini, vicario per la diocesi di Roma, e Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente dell'Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori. All'eliporto era presente anche il professor Lorenzo Ornaghi, ministro per i Beni e le Attivita' Culturali, nonche' ancora rettore dell'ateneo che con il Pontefice festeggia oggi il cinquantesimo anniversario della facolta' di Medicina e Chirurgia intitolata al fondatore, padre Agostino Gemelli.
Docenti e studenti hanno atteso il Pontefice nel piazzale antistante l'Auditorium della facolta' di Medicina e Chirurgia il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro della Salute Renato Balduzzi, il ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti e la presidente della Regione, Renata Polverini. In prima fila c'e' anche il senatore a vita Emilio Colombo, a lungo presidente del Toniolo, con l'ex vicesindaco di Roma Maria Pia Garavaglia. A fare gli onori di casa nella sede romana della Cattolica sono il professor Franco Anelli, pro-rettore dell'Universita', il dottor Giancarlo Furnari, direttore di sede, il professor Marco Elefanti, direttore amministrativo, il dottor Maurizio Guizzardi, direttore del Policlinico Gemelli, e il professor Rocco Bellantone, preside della facolta' di Medicina e Chirurgia. Tra le autorita' ecclesiastiche sono presenti anche il segretario della Cei monsignor Mariano Crociata, il neo vescovo ausiliare di Roma delegato per la pastorale sanitaria monsignor Lorenzo Leuzzi, e monsignor Sergio Lanza, assistente ecclesiastico generale dell'Universita' Cattolica.
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PAPA: VIVIAMO CRISI DEL PENSIERO E I RISCHI RICADONO SU DEBOLI
Salvatore Izzo
(AGI) - Roma, 3 mag.
"L'ombra di una crisi del pensiero" in uno tempo segnato "da riduzionismo e relativismo, che conducono a smarrire il significato delle cose" e' stata evocata questa mattina da Benedetto XVI nel discorso alla Facolta' di Medicina dell'Universita' Cattolica, dove si e' recato in occasione del 50esimo anniversario di fondazione. Per il Papa, l'uomo di oggi "quasi abbagliato dall'efficacia tecnica, dimentica l'orizzonte fondamentale della domanda di senso, relegando cosi' all'irrilevanza la dimensione trascendente". E i rischi di tutto questo ricadono sui deboli.
Per il Pontefice, in concreto, "una mentalita' fondamentalmente tecnopratica genera un rischioso squilibrio tra cio' che e' possibile tecnicamente e cio' che e' moralmente buono, con imprevedibili conseguenze". "Su questo sfondo - infatti - il pensiero diventa debole e acquista terreno anche un impoverimento etico, che annebbia i riferimenti normativi di valore". Una Facolta' cattolica di Medicina, invece, ha sottolineato Benedetto XVI, e' luogo dove l'umanesimo trascendente non e' slogan retorico, ma regola vissuta della dedizione quotidiana". "Sognando una Facolta' di Medicina e Chirurgia autenticamente cattolica, Padre Gemelli - ha ricordato il Papa - riportava al centro dell'attenzione la persona umana nella sua fragilita' e nella sua grandezza, nelle sempre nuove risorse di una ricerca appassionata e nella non minore consapevolezza del limite e del mistero della vita".
"Vissuta nella sua integralita' - secondo Papa Ratzinger - la ricerca e' illuminata da scienza e fede, e da queste due 'ali' trae impulso e slancio, senza mai perdere la giusta umilta', il senso del proprio limite". "In tal modo - ha spiegato - la ricerca di Dio diventa feconda per l'intelligenza, fermento di cultura, promotrice di vero umanesimo, ricerca che non si arresta alla superficie. Cari amici, lasciatevi sempre guidare dalla sapienza che viene dall'alto, da un sapere illuminato dalla fede, ricordando che la sapienza esige la passione e la fatica della ricerca". "Si inserisce qui - ha osservato il Papa teologo - il compito insostituibile dell'Universita' Cattolica, luogo in cui la relazione educativa e' posta a servizio della persona nella costruzione di una qualificata competenza scientifica, radicata in un patrimonio di saperi che il volgere delle generazioni ha distillato in sapienza di vita; luogo in cui la relazione di cura non e' mestiere, ma missione".
"Il Vangelo della vita - ha sostenuto ancora Benedetto XVI citando l'enciclica di Giovanni Paolo II - illumina il cammino arduo dell'uomo, e davanti alla tentazione dell'autonomia assoluta, ricorda che "la vita dell'uomo proviene da Dio, e' suo dono, sua immagine e impronta, partecipazione del suo soffio vitale". "Percorrendo il sentiero della fede l'uomo - ha assicurato quindi Papa Ratzinger - e' messo in grado di scorgere nelle stesse realta' di sofferenza e di morte, che attraversano la sua esistenza, una possibilita' autentica di bene e di vita". "Nella Croce di Cristo - infatti - riconosce l'Albero della vita, rivelazione dell'amore appassionato di Dio per l'uomo". "La cura di coloro che soffrono - ha concluso - e' allora incontro quotidiano con il volto di Cristo, e la dedizione dell'intelligenza e del cuore si fa segno della misericordia di Dio e della sua vittoria sulla morte".
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