mercoledì 30 maggio 2012

Vatileaks, Padre Lombardi: la fermezza del Papa ed i passi per accertare la verità (Sir)


VATICANO, PADRE LOMBARDI: LA «FERMEZZA» DEL PAPA E I «PASSI» PER ACCERTARE LA VERITÀ


Quello del Papa è un «atteggiamento di fermezza, nonostante la tristezza in questa prova». Lo ha detto il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in un briefing svoltosi oggi con i giornalisti sulle vicende salite in questi giorni alla ribalta in seguito all'arresto di Paolo Gabriele, maggiordomo papale. Benedetto XVI, secondo padre Lombardi, durante l'udienza generale di oggi ha tracciato «una valutazione di un'immagine falsa della Santa Sede, esageratamente negativa, che non corrisponde alla realtà» e ha rivolto parole di «incoraggiamento e fiducia ai sui collaboratori». 
Anche quella di ieri su «L'Osservatore Romano», ha aggiunto il portavoce vaticano, è stata una «condanna molto forte» degli eventi, da parte del sostituto alla segreteria di Stato, mons. Angelo Becciu, che ha usato in proposito «parole molto decise». In merito al rapporto con la giustizia italiana, padre Lombardi ha ricordato che i «passi» saranno, «prima di tutto, vedere più approfonditamente quanto risulta dagli interrogatori o da eventuali indagini». In secondo luogo, si tratterà di «approfondire le dimensioni di queste responsabilità, anche in rapporto ad altre persone o iniziative al di là della situazione di Paolo Gabriele». Infine, si tratterà di «vedere se interpellare la giustizia italiana», ad esempio tramite rogatorie. 
Ad una domanda sulle modalità di comunicazione che la sala stampa vaticana intende adottare, padre Lombardi ha risposto: «È una situazione un po' nuova anche per me, vedremo a seconda dello svilupparsi della situazione oggettiva». «In questi anni - ha proseguito il portavoce vaticano - si sono prese delle decisioni, per esempio sugli abusi sessuali, che sono state anche comunicate e rese pubbliche nelle forme previste dalle procedure ecclesiastiche». La «linea» scelta dalla Santa Sede, insomma, è di «volontà di chiarezza e di trasparenza». «Stiamo cercando di gestire questa situazione nuova», ha assicurato padre Lombardi: «Cerchiamo la verità, ma prima di comunicarla bisogna cercare prima di capire con sicurezza cosa è successo». Interpellato sulla richiesta avanzata da alcuni di «dimissioni» del Papa, padre Lombardi ha commentato: «Quelli che lo dicono sono quelli che lo stavano già dicendo prima. Certamente non è il mio pensiero, né quello della Curia romana». Significativo, invece, è «il grande apprezzamento universale verso la figura del Santo Padre, la sua superiorità dal punto di vista morale e spirituale: in una situazione del genere, anche coloro che si sono mossi in maniera aggressiva verso la Sana Sede generalmente non hanno coinvolto il Papa in questo tipo di critica». 
Per quanto riguarda la situazione di Paolo Gabriele, padre Lombardi ha smentito ancora una volta che - come asserito da alcuni organi di stampa - siano state trovate in casa sua «buste con indirizzi già scritti», e ha ricordato che proseguono «da una parte il procedimento penale della Gendarmeria vaticana e dall'altra le indagini della Commissione cardinalizia», la quale «ha un mandato molto ampio, ma non di carattere processuale», informando che gli «interrogatori formali» avranno probabilmente luogo o alla fine di questa settimana o all'inizio della prossima. Quanto alle vicende dello Ior, padre Lombardi ha smentito «categoricamente» che ci sia stata, come alcuni organi di stampa hanno scritto, una «colazione di affari» tra il card. Bertone, Giuseppe Profiti e «altri esponenti della finanza» a proposito della gestione dello stesso Ior e ha precisato che «è stato il ‘board' e non la Commissione cardinalizia a formulare la stesura del comunicato di non fiducia a Gotti Tedeschi». La Segreteria di Stato ha poi «preso atto» della mozione di sfiducia e ha trasmesso il comunicato alla sala stampa della Santa Sede, di cui la segreteria di Stato è «il naturale superiore gerarchico», come stabilisce la «Pastor Bonus». 


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